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Associazione culturale Neoborbonica
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Il sud e l'industria PDF Stampa E-mail

Carissimi Compatrioti, 

Ritornando sull’argomento delle nostre industrie, produttive al massimo prima dell’unità d’Italia e che davano lavoro a tantissimi operai,voglio fare alcune considerazioni.

Per quanto riguarda l’opificio di pietrarsa  nel 1860 avevamo la più grande fabbrica metalmeccanica con 1050 operai mentre l’Ansaldo a Genova ne occupava solo 480 e la FIAT non era ancora nata. Invece per le ferriere del mongiana (in Calabria) le unità allocate erano 1500.

Ancora i cantieri di Castellammare (il cantiere più grande e moderno d’Europa nel 1860) erano 1800 gli operai.

E proprio su questo cantiere mi voglio soffermare.

Pietrarsa è stato chiuso definitivamente nel 1975,le ferriere del mongiana furono cancellate dalla memoria dei calabresi nel 1874 e Castellammare ?

Attualmente nello stabilimento stabiese lavorano 508 operai, 164 impiegati, 5 quadri e sei dirigenti. Molto meno dei 1800 del 1860.

Poi :

Negli ultimi dieci anni del 1900 Fincantieri ha varato 50 milioni di investimenti. Un futuro incoraggiante su cui però incombe il pericolo privatizzazione: l’amministrazione dell’azienda, ha infatti annunciato di avere avviato programmi che prevedono il debutto in Borsa. «È un’ipotesi su cui occorre un ampio confronto - dice il sindaco di Castellammare, Salvatore Vozza - Due mesi fa c’è stato il primo incontro con i sindaci delle altre città sede di stabilimenti Fincantieri e qualche giorno fa al Governo è stato aperto il primo tavolo di concertazione a cui partecipano anche i sindacati. Martedì, (domani per chi legge) infine, un nuovo incontro con i sindaci all’Anci di Roma: a preoccuparci - aggiunge Vozza - è l’eventualità che l’ingresso in Borsa, e l’ipotesi che l’azienda possa trasferire alcuni cantieri nelle ex Repubbliche del blocco comunista, possano causare lo smantellamento dei cantieri italiani, soprattutto degli impianti più deboli». Scongiurare nuovi rischi occupazionali per gli stabilimenti Fincantieri, riemersi a fatica dall’incubo di una crisi occupazionale che negli anni ’90 è stata pagata a suon di cassa integrazione e prepensionamenti, è adesso l’obiettivo dei pubblici amministratori per non ripiombare in una storia già subita.”

Se questa storia già vissuta tante volte continuerà a ripetersi e altri posti di lavoro si perderanno, perché tutto sarà trasferito a Genova o chissà in qualche paese straniero dove il prezzo della mano d’opera è più basso, (quindi ci sarà sfruttamento dei paesi più poveri ma un maggior introito degli imprenditori del nord) i nostri validi giovani continueranno ad emigrare. Le nostre menti si trasferiranno al nord e noi continueremo a vivere convinti di essere inferiori e che lì tra la nebbia,il freddo e l’umidità si vive meglio che da noi

Loro si sentiranno sempre i nordici e per loro noi saremo i “sudici”.

Popolo unità,imprenditori “scetateve”. Casata dei Borbone dove siete?

sempre con onore e fierezza

Saluti

Alessandro

 

 

 

 

 

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