Carissimi compatrioti, vi scrivo per mettervi al corrente di alcune cose e fare delle considerazioni:
Come si è capito in questo sistema politico marcio e non funzionale per la vita di ogni individuo soprattutto al sud, il principino Emanuele Filiberto sta scendendo in campo, perché ha capito che è il momento giusto per farsi spazio. Ha detto che la politica è vecchia,che vorrebbe rappresentare uno stile politico diverso,che al potere ci sono elementi sovversivi e non siamo in un paese democratico. Non si schiererebbe in nessun partito né di destra né di sinistra perché ci sono troppi legami e troppe promesse reciproche da mantenere. Insomma vuole partire da zero e pian piano vorrebbe prendere il potere e chissà nella sua mente restaurare la monarchia sabauda.
Ho paura che i savoia possano ottenere consensi proprio dal popolo meridionale distrutto da loro,perché non tutto il popolo ha conoscenza storica, ma sicuramente (spero) una voglia di rivalsa, e quindi si affidi alla prima alternativa a questo stato e questa alternativa non deve essere assolutamente la casata dei savoia.
Come già ho detto altre volte ripenso subito ai Borbone, perché il nemico già ci ha distrutto e derubato una volta e adesso forse lo vuole fare ancora,facendoci credere che tutto fa schifo e che loro sono di nuovo i salvatori della patria. Adesso non entrando di nuovo in merito di quello che desidererei che facessero i Borbone per la loro terra derubata, contrastando i savoia e questo stato e diventare di nuovo indipendenti e una grande potenza, vi volevo dire che continuiamo ad essere abbandonati dalle istituzioni e denigrati dai media volutamente. Come dice giustamente Fiore i barbari sabaudi invadono con la loro banca la Piazza della Seta, io vi dico anche che i savoia si fecero avanti per acquistare il real sito di carditello che stava andando all’asta e che la banca sabauda sta mettendo le mani anche sul teatro San Carlo.
Infatti la Iervolino :
“accompagnata da Fulvio Tessitore, vicepresidente dell’Ente, ha incontrato a Milano il presidente di Banca Intesa-Sanpaolo, Giovanni Bazoli, e l’amministratore delegato del gruppo bancario Corrado Passera. Il Massimo napoletano ha dunque trovato un nuovo partner pronto a diventare socio della Fondazione e a entrare direttamente nella gestione del teatro con un posto in consiglio d’amministrazione. Il Massimo napoletano avrà fra i suoi soci Banca Intesa-San Paolo. hanno incassato il sì di Banca Intesa per aiutare il teatro, ma hanno ottenuto che il colosso bancario diventi partner e si è andato oltre, perché il gruppo che fa capo a Bazoli e Passera ha risposto positivamente alla sollecitazione della Iervolino che ha chiesto di entrare direttamente nella gestione del teatro. E gli investitori napoletani? Si prosegue con la raccolta fondi dell’Unione industriali. Il presidente Gianni Lettieri si sta impegnando molto stando a quanto trapela da Palazzo Partanna. Milano salva Napoli? «Napoli e i napoletani troppo spesso si fanno del male da soli. Quando andiamo fuori siamo invece accolti degnamente. Grande è l’attenzione nei nostri confronti, e grande è anche la fiducia. Noi non chiediamo l’elemosina a nessuno, non andiamo con il cappello in mano. Tutto sarebbe più facile se vi fosse un impegno economico anche da parte di imprenditori locali aveva dichiarato Fulvio Tessitore, vicepresidente del consiglio d’amministrazione del Massimo napoletano” . Ho preso spunto da articoli del quotidiano mattino. Adesso secondo voi è giusto che il San Carlo che è oggi il più antico teatro operante in Europa: costruito nel 1737, che precede di 41 anni la Scala di Milano e di 51 la Fenice di Venezia voluto da Carlo di Borbone e costruito nel 1737 in pochi mesi (inizio 4 marzo 1737 fine 4 novembre 1737),debba dipendere da banche e personaggi del nord? Ah dimenticavo questa cosa dura da 147 anni,ma di che ci stupiamo? Tutto ciò che di bello abbiamo qui da noi o risulta abbandonato o viene comprato da gente del nord Leggevo ancora che la piazza del “falso plebiscito” campeggia nel degrado assoluto. Due delle statue presenti nelle nicchie vanvitelliane sono state vandalizzate. Alla statua di Carlo V è stato spezzato il dito che era rivolto verso il basso,alla statua di Afonso d’aragona è stata privata la spada con un taglio netto dell’impugnatura Poi al centro della piazza, ai piedi di Carlo III di Borbone, due dei pilastri che recintano la statua equestre, opera di Calì e Canova, giacciono sul pavimento. I confini di un degrado a cui ormai sembrano tutti rassegnati e attorno due bambini giocano con i pezzi di marmo. Non lo so signori cosa si deve fare ma andare avanti così è impossibile.
Saluti Alessandro |