Futuro, sono perfettamente d'accordo con te, i tuoi dubbi e convincimenti sono anche i miei. Leggendo gli "intenti politici" di emanuele filiberto evocavo "emotivamente" una scesa in campo dei Borbone, quasi un invito ed un auspicio, discesa che se fosse ben condotta e nei giusti tempi di maturazione necessari al consenso popolare, certamente non guasterebbe ... Ma ovviamente non siamo certo noi a decidere questo. Anch'io sono convinto che il popolo decide o almeno dovrebbe. Spesso però solo sulla carta. La personalizzazione della politica contemporanea, spesso svilita a volgare speculazione, oltre che l'uso abusato della propaganda in funzione oligarchica, in questo panorama rendono sempre più necessarie importanti figure di riferimento morale da porre in gioco con carisma anche mediatico. La democrazia diretta è forma di governo molto lontana dalla realtà italiana che è falsamente rappresentativa, o almeno, è democrazia rappresentativa ridotta e molto deformata ad usi particolari. Un'analisi su questo terreno sarebbe utile se aperta a tutti i risvolti personalistici, di consociativismo e lobbistici che compongono anche in modo sotterraneo e massonico lo scacchiere nazionale ed internazionale, in contraddittorio quasi sempre sfavorevole agli interessi reali della popolazione votante. Analisi che sarebbe utile in relazione al controllo e manipolazione degli strumenti di comunicazione esistenti, i suoi "luoghi di culto mediatico" ed il relativo potere di distrazione, informazione e condizionamento anche subliminale. Ed è comunque da questo ampio terreno di analisi che bisognerebbe partire politicamente oggi. Ma come già detto da tutti noi abbondantemente, non esistono adesso le condizioni fondanti all'azione politica. O almeno così parrebbe. La diffusione della verità con gli strumenti ed il consenso che ci è dato avere ora, specialmente nella militanza personale quotidiana, nel nostro continuo tam-tam giornaliero, sono l'unica strada percorribile adesso per creare i futuri presupposti al cambiamento. Sperando sempre però che gruppi senza scrupoli un domani non li strumentalizzino quando questi presupposti al cambiamento saranno maturi. Forse un efficace laboratorio politico preparatorio aiuterebbe a scongiurare questo pericolo. O almeno potrebbe creare quegli strumenti necessari per contenere questo pericolo ed intercettarlo in tempo, smascherandolo, riducendolo in forme e dimensioni da considerare fisiologiche, in percentuali tollerabili, non destabilizzanti per l'andamento, la credibilità e la nostra identità nella fede per la verità e per la nostra azione sul territorio. Solo una forma di stato federale è ipotizzabile oggi, anch'io ne sono convinto, anche se penso che l'attuazione dello stato federale, una confederazione italica, porterebbe e porterà ad una recrudescenza del conflitto economico e sociale tra Nord e Sud, fondamentalmente per l'incontenibile aggressività della politica nordista e per la sua rendita di posizione coloniale per essa irrinunciabile. Ma questo già avviene subdolamente dal 1861, massacrandoci. Tale recrudescenza del conflitto economico e sociale tra Nord e Sud è inevitabile solo se dall'italica e napolitana Due Sicilie verrà una politica di radicale recupero e rivalorizzazione delle sue proprie risorse umane, della sua terra, del proprio sottosuolo, nel rispetto e valorizzazione delle identità e delle singole comunità, nella difesa e promozione dei marchi e delle competenze specifiche, nella difesa del territorio, nella ricerca scientifica e strategica oltre che lo sviluppo e promozione delle arti come orgoglioso segnale di civiltà. Confederazione italica è comunque passaggio obbligato alla separazione e l'indipendenza piena, cosa che sempre più in definitiva considero come la vera soluzione. Nel frattempo per ricordare gli ultimi giorni sino ad ora, dobbiamo fronteggiare i Piero Angela, i Paolo Rossi e compagni a Sanremo vestiti da garibaldini e sempre a Sanremo, ormai unico festival di musica popolare italiano riconosciuto, gli Zero Assoluto che hanno invaso le città del Nord con manifesti giganti fotografati insieme a ... emanuele filiberto. Lumiere |