Sento spesso dire, da noi Neoborbonici, Duosiciliani e da chi gravita intorno a questo Mondo più o meno intensamente ad esso legato, che … “non siamo nostalgici”. Mi sembra che, chi lo afferma, senta quasi di compiere un dovere, di fare una precisazione senza la quale chissà cosa di negativo si potrebbe pensare di lui. L’ultima volta che mi è capitato di sentirlo dire è stato a Gaeta, durante le fasi preparatorie della sfilata in partenza da porta Carlo III.
“Noi non siamo nostalgici”, quasi come per dire …”Noi non siamo quella cosa negativa lì”. Io non sono un linguista, un glottologo e allora mi sono andato a leggere, sul vocabolario, il significato del termine nostalgia cui nostalgico evidentemente si riferisce. Ecco (vocabolario): Nostalgia : parola composta dal greco ½ÌÃÄ¿Â (ritorno) e ¬»³¿Â (dolore). "Dolore del ritorno". È uno stato psicologico di tristezza e di rimpianto per la lontananza da persone o luoghi cari o per un evento collocato nel passato. Ecco: se nostalgia significa questo e se si escludono eventuali evoluzioni in manifestazioni di carattere patologico… che male c’è, per noi, ad essere nostalgici? Non siamo noi, infatti, quelli che, ritornando col pensiero al passato borbonico, ricordano com’era ricca, ben amministrata e all’avanguardia in tanti campi la nostra Terra, allora Regno delle Due Sicilie? E non siamo forse noi quelli che provano dolore nello scoprire come tutto questo miseramente finì? Non siamo ancora noi quelli che avvertono un misto di rabbia e frustrazione (e quindi altro dolore) quando ritorniamo con la memoria alle menzogne che fin qui ci hanno raccontato (cosa che continuano ancora a fare) per nasconderci la verità? Perché vergognarsi, dunque, di essere nostalgici se, vocabolario alla mano, nessuno può (come singoli e come Popolo) esserlo più di noi? Non capisco. Nostalgici, dunque? E perché no! Io non me ne vergognerei. …Me ne vergognerei se non lo fossi.
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