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L'ultimo sovrano delle Due Sicilie PDF Stampa E-mail

 

L'ULTIMO SOVRANO DELLE DUE SICILIE.

VIVA O' RE NUOSTO

Il Tempo del 23 novembre 1994

 

Viva o'Re nuosto! Gridavano le bande realiste formate da contadini, ex ufficiali e sottufficiali dell'esercito napoletano quando attaccavano una colonna di ungheresi e piemontesi nelle montagne lucane, abruzzesi e calabresi nell'inverno del 1861.

"Ho fatto il mio dovere come napoletano difendendo l'onore del nostro sovrano" dissero tanti imputati nei processi per cospirazione contro lo stato, che si svolsero ininterrottamente per molti anni dopo il 1860.

Quel sovrano, per cui si sacrificarono tanti uomini e donne del nostro meridione, era Francesco II di Borbone Re delle Due Sicilie.

Il giovine Re, dopo l'epopea di Gaeta, dove, con a fianco una intrepida e coraggiosa Regina, Maria Sofia di Baviera, tenne alto l'onore del suo nome e quello di un'intera nazione, con grande dignità prese la via dell'esilio prima a Roma e poi nelle citt? europee disposte ad accoglierlo fino al giorno della sua morte avvenuta il 27 dicembre ad Arco, piccola cittadina termale in provincia di Trento, allora impero austro-ungarico.

Per ricordare degnamente quello che Matilde Serao sulle colonne del Mattino definì il primo gentiluomo del meridione d'Italia, il suo discendente Capo della Real Casa delle Due Sicilie, Ferdinando di Borbone Duca di Castro, nel tradizionale messaggio annuale ai cavalieri costantiniani, in gran parte meridionali, ricordò il dovere di celebrare degnamente "il Sovrano, l'uomo, il cristiano".

L'Ordine Costantiniano ha quindi coordinato ed organizzato una serie di manifestazioni per ilo 3 ed il 4 dicembre prossimi che, nella cornice della città dove Francesco II ebbe i natali, Napoli, renderanno omaggio a quello che fu l'ultimo Re delle Due Sicilie.

L'Archivio di Stato ed il Museo Gaetano Filangieri, hanno raccolto l'invito ad allestire due mostre commemorative intitolate "Ricordo di un Re" con le quali si ritiene di poter dare un esauriente spaccato della vita di Francesco II di Borbone.

Attraverso una serie di fotografie, stampe, ritratti e cimeli si ricostruisce il percorso nella memoria di un tempo lontano ma soprattutto si mette in luce l'ingiusta ed immotivata persecuzione contro il giovane sovrano.

Alla luce della storia Francesco II si identifica con Napoli ed i meridionali.

Stesso destino.

Alla sua partenza iniziò l'esilio e contemporaneamente iniziò l'agonia dell'antica capitale e quella dell'intero meridione.

Con il Re a fare da battistrada altri milioni di meridionali come lui dovettero lasciare le loro terre, le loro case per cercare una dignitosa sopravvivenza all'estero.

Anche loro partirono poveri perchè non va dimenticato che l'ultimo Re delle Due Sicilie non si portò con se nemmeno un centesimo e non aveva conti in banca nè in Inghilterra nè in Svizzera.

Alla sua morte Napoli, quasi senza accorgersene, aveva già iniziato quello stato preagonico nel quale tuttora vive al di là del frettoloso maquillage al quale è stata sottoposta per ospitare altrettanto frettolosi raduni di grandi della Terra.

Con Francesco II di Borbone si chiuse per il meridione un periodo di prosperità e di grande dignità e ricordare l'ultimo Re significherà ricordare quel tempo, quelle radici che, meglio conosciute, possono ridare orgoglio e capacità di risorgere all'antica civiltà meridionale.

Nell'ultimo messaggio da Gaeta alle popolazioni del Regno Francesco II, con tono profetico disse fra l'altro: "Sparisce sotto i colpi degl'invasori l'antica monarchia di Ruggero e di Carlo III e le Due Sicilie sono state dichiarate province di un regno lontano.

Napoli e Palermo saranno governate da prefetti venuti da Torino" ed ancora "Se la Provvidenza permette che cada sotto i colpi dell'invasore straniero l'ultimo baluardo della monarchia, mi ritirerò con la  con la coscienza sana, con incrollabile fede, con immutabile risoluzione ed aspettando l'ora inevitabile della giustizia, farò i più fervidi voti per la prosperità della mia patria, per la felicità dei popoli che formano la più grande e più diletta parte della mia famiglia".

 

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