Il giorno 6 gennaio 2007.,in località Bosco di Vallata nella campagna tra Gioia del Colle e Santeramo in Colle,è stato celebrato il ricordo del Sergente Romano nella ricorrenza del 143° anniversario della sua morte e del primo anniversario della inaugurazione di una stele che lo ricorda,eretta in quel luogo ed inaugurata il 6 gennaio 2006 . La cerimonia semplicissima ma di grandissimo valore sentimentale patriottico,è stata organizzata dal dott.Diego Eramo (che non sarà mai sufficientemente ringraziato per essere stato il promotore e l'esecutore del progetto e della costruzione del monumento) ,dal dott.Valentino Romano e dagli amici borboniani di Villa Castelli (BR) della Associazione "la settimana dei briganti". La commemorazione dell'evento è stata fatta dal dott.Cesare Linzalone,dal dott.Mario Guagnano e dal dott.Valentino Romano che hanno ricordato le fasi dello scontro inquadrandolo nella situazione politico militare del momento,certamente non favorevole alle bande di insorgenti che nonostante tutto continuavano comunque ad operare contro le organizzazioni politiche e militatri del potere neocostituito . Al termine delle allocuzioni è stata deposta sulla stele una corona di alloro e fasci di fiori sono stati portati dalle signore Isa Schiralli e Chiara Marabello. Il "silenzio"suonato da un trombettiere ha infine chiuso la cerimonia che si è conclusa con il grido unanime di "Viva o' Rre" da parte dei partecipanti,fedeli pugliesi di Terra di Bari,di Terra d'Otranto e di Capitanata. Ho prima detto stele ma si può tranquillamente parlare di vero e proprio monumento composto come è di un masso di pietra grezza sormontata da un obelisco ben lavorato che porta bene in vista il Giglio e lo stemma della nostra Casa Reale di Borbone,oltre a riportare l'elenco dei nomi di tutti i Caduti di quello scontro con in testa il nome del comandante,il nostro eroico insorgente borboniano Pasquale Domenico Romano da Gioia del Colle,passato alla storia come "il sergente Romano". Trovarsi in quel posto,in quel bosco,nei pressi della antica cisterna alla quale i nostri uomini si rifornivano ed abbeveravano i cavalli,è motivo di emozione intensissima : sembra di vedere questi nostri valorosi combattenti ,animati da una grande fede e guidati e sorretti da un capo di altissima qualità,schierarsi sull'altura che domina la cisterna per far fronte al nemico e nonostante la superiorità di questo in numero ed armamento,resistere fino allo spasimo .E sembra di vedere il nostro eroe cadere sotto le sciabolate di un cavalleggero di altro esercito,di altro paese,di altra etnia,venuto a conquistare con la violenza e con l'inganno la nostra terra. Il sacrificio di questi uomini ,così come quello di altri valorosi che si battevano in altre regioni dell'antico Regno, non fermò la conquista materiale del nostro paese,ma il ricordo di tali gesta e degli uomini che di esse furono artefici,mai spento totalmente anche se prepotentemente sopito da parte dei nuovi padroni,deve spingere, ancora e sempre più ,noi antichi regnicoli a ritrovare la nostra identità,il nostro orgoglio,la nostra dignità . A tale proposito mi piace citare alcune cose che ho avuto modo di notare nella città di Bari :una grossa lapide che ricorda l'arrivo nel gennaio 1859 della Principessa Maria Sofia ,una lapide che posta all'ingresso del Teatro Piccinni ne ricorda la costruzione auspice Re Ferdinando II,una lapide in una strada della Bari vecchia che ricorda l'esistenza in quel luogo di scuole a carattere liceale già nei primi dell ' 800 e ancora ,anche questo segno importante,un bellissimo ed elegante ristorante sito nella via più elegante della città,via Sparano,ed intitolato a Re Ferdinando. E' vero che esiste sempre una piazza Garibaldi ed un corso Vittorio Emanuele,il cui nome era corso Ferdinandeo,ma ,grazie al Cielo, cose come quelle che ho citato e che vanno ad onore,merito e vanto di chi le ha ideate e promosse sono il segnale che la cappa di silenzio si è incrinata e la storia si risveglia. Giovanni Salemi |