I rivoltosi invocano l'aiuto di Re Pietro III d'Aragona che sbarca nell'isola liberandola dai Francesi e progetta di proseguire in continente ma, non sperando seriamente nella totale vittoria, lascia un luogotenente a Palermo Giovanni da Procida) e torna in Catalogna. La lotta continua sul mare ove è catturato il figlio di Carlo. Poco dopo defunge Carlo d'Angiò lasciando un regno con la parte più meridionale in possesso degli Aragonesi. La situazione si cristallizza con la quasi coeva morte di Pietro. Quindi dai Vespri Siciliani il Regno di Sicilia, rimasto intatto da quello fondato dai Normanni dall'isola al Tronto e al Garigliano, praticamente si divide in due regni. Quello insulare con capitale Palermo (che, sotto gli Aragonesi, prende il nome di Regno di Trinacria) e quello continentale con capitale Napoli (detto Regno di Sicilia, per la ferma volontà di riottenerla, sotto gli Angioini) in base al trattato di Caltabellotta (1302).
XIV sec. Dopo il breve regno del figlio di Carlo I, liberato grazie alla mediazione inglese, Carlo II, diventa re Roberto d'Angiò. Egli tenta vanamente la riconquista della Sicilia. Re Roberto, detto il Savio, fa divenire Napoli una splendida capitale, ultimando anche la dimora di Castel Nuovo ( il così detto Maschio Angioino). Alla morte di Roberto (1343) il trono va alla nipote Giovanna d'Angiò che indebolisce il regno per la sua dissennatezza.
I Siciliani cercano di riprendere l'estremo sud continentale e le colonie nel nord Italia (come quelle piemontesi) si smembrano. La scomparsa del re di Catalogna lascia smarrita la Sicilia che finalmente ritorna sotto Napoli (1356). Giovanna viene scomunicata per aver suscitato le ire del nuovo Papa Urbano VI e dichiarata decaduta dal trono. Il regno tocca al nipote del primo marito, Carlo di Durazzo, imparentato con gli Angioini, e con gli Ungheresi. Ma a Budapest costui cade vittima di una congiura. Suo figlio Ladislao deve lottare duramente con i Francesi per ottenere il regno.
XV sec. Alla sua subitanea dipartita, regna la sorella Giovanna II. Costei, spaventata dalle usuali mire angioine, chiama in soccorso Alfonso d'Aragona. Quest'ultimo combatte strenuamente nella capitale con Renato d'Angiò e prevale, pur inviso al popolo, più favorevole ai Francesi.
Con Alfonso V d'Aragona vi è ufficialmente la riunificazione dei "due regni della Sicilia" all'ombra del dominio spagnolo-aragonese con il titolo di regno utriusque Siciliae, cioè delle Due Sicilie (1442). L'arco di trionfo per Alfonso V d'Aragona, edificato sulla facciata principale del Castel Nuovo, lo nomina Alfonso I Re delle Due Sicilie. Suo successore è Ferrante che è costretto a reprimere le recrudescenze delle ambizioni angioine.
Suo figlio Alfonso II deve lottare contro Carlo VIII di Valois per le annose rivendicazioni francesi ed abdica per suo figlio Ferrante II, assai amato dal popolo perchè primo re nato e cresciuto a Napoli. I successi militari francesi riducono lo spagnolo a barricarsi nel castello d'Ischia. Ma l'opposizione papale costringe Carlo VIII ad abbandonare Napoli pur lasciandovi dei presidi, agevolmente espugnati dagli Aragonesi guidato da "Ferrantino" che scompare senza eredi diretti e passa il trono allo zio Federico. |