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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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Quante e quante lettere, da semplice cittadino, ho inviato alla Gazzetta del Mezzogiorno per sollecitare e risvegliare la sensibilità soprattutto di qualche politico armato di buoni sentimenti per la risoluzione della questione meridionale ivi compresi i gravi problemi dell’indifferenza civica di cittadini nei confronti di spazzatura, olii esausti, residui chimici, e radioattivi.

 

Nell’augurare un Buon Natale all’associazione, mi pregio rimettere alcune delle mie lettere inoltrate alla Gazzetta del Mezzogiorno (inviandone una ogni tanto) con la viva speranza che vengano recepite sia dai cittadini insensibili, sia dai politici attuali distratti forse dallo spoglio delle precedenti schede elettorali sia dalla ricerca affannosa di voti per le prossime elezioni presso le nuove ed antiche mafie.

 

 

Il Sud ?  Era più ricco

13 luglio 2002

 

Mi rivolgo a Lei, egregio direttore, ed a tutta la classe intellettuale e politica del Sud per riepilogare, cose già dette , scritte dalla Gazzetta e dai suoi lettori ultima, la lettera della signora Magda della Queva Ricapito alla quale esprimo tutta la mia solidarietà e stima.

Il Federalismo che ci stanno propinando  non è altro che pura e semplice secessione a favore dei “Piemontesi” e non ha nulla a che vedere con il pensiero giobertiano o di altri pensatori.

 

Amo moltissimo la mia terra, pertanto … mi permetto di tirare un po’ di somme in base ai vari articoli pubblicati su “La Gazzetta del Mezzogiorno” e … pensieri personali.

 

Leggendo il suo memoriale di lunedì 8 luglio e visitando una città del Nord, nei mesi scorsi, ho chiesto ai vari giornalai copia della Gazzetta  o del Mattino  o del Giornale di Sicilia, non mi hanno degnato di uno sguardo, ma con eloquente sorriso ironico mi hanno liquidato… se vuole il Corriere, o il Giorno, o la Stampa oppure il Gazzettino…

 

Lei scrive saggiamente:

 

Se il Nord è riuscito ad imporre una questione settentrionale partendo dalla sua ricchezza….

Mi viene spontaneo chiedere … ma quale sua ricchezza!

Nel libro “Scienza delle Finanze” di Francesco Saverio Nitti (Edizioni Pierro 1903) a pagina 292, si legge:

 

Le monete degli antichi Stati Italiani al momento dell’annessione ammontavano a 668,4 milioni così ripartiti:

 

 

Regno delle Due Sicilie                                  443,2

Lombardia                                                          8,1

Ducato di Modena                                             0,4

Parma e Piacenza                                             1,2

Roma                                                               35,3

Romagna Marche e Umbria                             55,3

Sardegna                                                         27,0

Toscana                                                           85,2

Venezia                                                            12,7

 

Il regno delle Due Sicilie avea due volte più monete di tutti gli Stati della penisola uniti assieme.

Dall’Unità d’Italia, grazie ai nostri sacrifici, la situazione si è capovolta ed il problema del Sud inesistente è diventato Problema.

 

 

Scrive Benedetto Croce:

 

“Con la fine del Regno di Napoli, con l’annessione dell’Italia meridionale al resto d’Italia, ha termine la sua storia…

“senza l’Italia Meridionale, quella del settentrione si sarebbe ristretta a una vita angusta e piccina; che nel Mezzogiorno l’industria del settentrione ha trovato uno il suo mercato mentre esso, con l’unità, ha visto sparire quanto possedeva d’industrie locali.

 

Premetto che, non intendo minimamente polemizzare ma, evidenziare per capire. In questi 140 anni si è parlato male o non si è parlato affatto dei Borbone – che differenza c’è tra l’attuale sistema politico e quello dei Borbone ? L’emissione della Costituzione ? Ieri non c’era. Oggi c’è ma non viene rispettata. E se c’è qualcosa di scritto, come lo Statuto dei Lavoratori ad esempio – si cerca di addomesticarlo ad uso e consumo degli industriali anche il questo caso del nord.  (Magari con una cena Berlusco-Bossiana e con invito di sindacalisti).

 

Bravo Cofferati, non si accettano inviti a cena, con o senza scadenze, ma fatti concreti.

 

Ed è anche scritto: l’Italia è Una e Indivisibile. Bossi al Parlamento, fa gli interessi dell’Italia o della Carinzia ?

(Lo sa che siamo stanchi di pagare le tasse per il suo lauto stipendio?) 

L’inserimento del nostro giornale, e quindi delle nostre idee meridionali, nel contesto di tutta Italia, dipende soltanto da un buon giornalismo ? Se si, perché a Venezia non ho trovato alcun giornale meridionale?

La R.A.I. è o non è Italiana? Con i vari problemi di arrivismo al potere, GRANDE MAESTRA di diseducazione, alimentata sempre più da quella fonte che si chiama pubblicità, la RAI risulta essere dei cittadini del nord. (Ai cittadini del sud è fatto obbligo di pagare il canone ed acquistare i loro scadenti prodotti.)

L’agricoltura, attività prevalente del Sud, langue anche per colpa di insediamenti industriali del nord che hanno tolto, non solo i reinvestimenti degli utili, ma anche personale all’agricoltura, la quale già priva di adeguate leggi è abbandonata a se stessa. Non solo, il nord ci ha avvelenato le terre con diossine e rifiuti tossici e nucleari di ogni tipo, prodotti ed inviati dal nord, e, se si progetteranno forni per lo smaltimento e la distruzione di tali diossine, questi verranno realizzati da imprese del nord, mentre a noi toccherà pagare l’eliminazione dei veleni. Cosa ci fa la diossina nelle terre del Casertano, atte all’allevamento di bufale e quindi alla produzione della caratteristica mozzarella ?

Ed i treni carichi di amianto, sono ancora fermi nelle stazioni in terra di Bari e nel Salento?

La diossina si produce all’ICMESA di Seveso per conto della Svizzera, le industrie di vernici sono tutte al nord, le grandi fabbriche che producono ed usano amianto in tutte le salse sono del centro-nord. E … così da buoni  cittadini di serie B2, siamo diventati la pattumiera del nord. Intanto al sud si muore di tumore molto più che al nord non perché colà esistono Luminari guaritori che sanno curare il male fino alla guarigione, ma perché l’inquinamento della nostra terra, dell’aria e delle falde acquifere genera il tumore.

Il già ricco nord, per la costruzione ed il mantenimento di dette fabbriche si è sempre servito e si serve di finanziamenti a medio e lungo termine e a fondo perduto, pagati da tutti noi ma al sud non vi è ritorno degli  utili (Vedi Cassa per il Mezzogiorno, legge 64…legge 488, per non parlare dello scempio della legge 219 post-terremoto.)

Circa duecentocinquantamila lavorano in Fiat ed è giusto che i vari governi varino delle leggi, a salvaguardia dei posti di lavoro - nei momenti di crisi nel settore – dalla rottamazione al bollo di circolazione ai vari finanziamenti.

Ma al Sud, non ci sono tre volte tanti lavoratori in nero, disoccupati, al limite della povertà più nera ed altro?

Nessuna legge che li tuteli.

Oggi grazie a leggi bossiane perverse, le Banche e le Società che investono nel Mezzogiorno possono reinvestire gli utili nel luogo di residenza delle ditte medesime, cioè al nord. Oltre al danno anche la beffa…Perciò si spiegano gli interessi di imprenditori del nord ad investire al sud. Se si fa un’attenta analisi, scevra da demagogie e ideologie, il risultato  è che non abbiamo più niente; siamo proprietari del ..nulla, tutte le nostre risorse dall’unità d’Italia in poi sono sparite e convogliate al nord.

Il Banco di Napoli, dopo circa quattrocentocinquanta anni viene svenduto all’IMI-Sanpaolo di Torino. Prima della vendita, non c’è stata una preparazione mazziniana-garibaldina con complicità interne al Banco stesso e dei politici?

Le società calcistiche del Sud, già in affanno, sono costrette a vendere società, come ad esempio il calcio Napoli, a società del nord.

 Fratelli d’Italia erano quasi costretti a cantare i calciatori al recente campionato mondiale. Nei loro sguardi l’incertezza: ma quale Italia ? Quella del nord o quella del Sud? Alcuni. Più intelligenti, hanno preferito non cantare. I calciatori, i migliori del sud non possono giocare nella Nazionale se prima non vengono ceduti a grossi clubs del centro-nord. (Cannavaro, Ferrara, Miccoli, Cassano, Zola, Causio, Conte, Zambrotta…ecc.  sono solo degli esempi). Ci stanno derubando (con la complicità di qualche ladruncolo nostrano) opere d’arte che solo noi abbiamo saputo creare, neppure gli altari, gli affreschi ed i quadri vengono salvati dalle razzie. Gli alberi d’ulivo secolari estirpati, faranno bella mostra nelle piazze di qualche paesino del Piemonte (vedi Ghemme) oppure in qualche villa berlusconiana per qualche lustro poi destinati a morire. Le pietre dei Trulli vengono trasferite in altrettante ville i cui proprietari sono del nord. E che cosa dire dei nostri treni luridi-lumaca, mentre si progettano al nord nuove ferrovie per raggiungere alte velocità nella tratta Bologna-Milano. L’acqua è bene dell’umanità e non del possessore, leggo che il terribile Nerone intuendo il problema, fece costruire 2000 anni addietro in località Subiaco, un lago con relativo acquedotto per dissetare la popolazione di Roma in costante aumento. Il nostro acquedotto perde acqua dalle tubature centrali, paragonate queste perdite a quelle di paesi più sottosviluppati del terzo mondo. Perde acqua da più di un ventennio, solo ora si ricordano della siccità. Siamo ritornati al tempo degli Unni o dei Vandali!

Intanto la mafia penetra nel cuore della Puglia, finora libera da tale cancro e …Totò è messo al bando.

Spetta a Voi del quarto potere della Stato evidenziare, ai politici del luogo,(A proposito dove sono?)  tutte le disfunzioni in maniera decisamente forte.

 

Giovanni Borlizzi Napoli

 

Lino Patruno

direttore della Gazzetta del Mezzogiorno risponde:

 

Caro sig. Borlizzi, come lei dice ci occupiamo ogni giorno dei temi da lei trattati. Il Sud, come si sa, è capace di farsi molto male da sé. Ma ha subito danni maggiori da tanti governi dall’Unità in poi. L’ultimo rischio è il federalismo, che diventa un’opportunità (fare da se) soltanto se le condizioni di partenza non sono squilibrate: come lo sono ora. Quindi o il federalismo parte da una perequazione (scusi il termine burocratico) o è l’ennesima beffa.

Elementare Watson.

 

 

Il Sud era 54 volte più ricco

 

Il 13 agosto 2002 il sig. Enzo Pugliese di Torre a Mare:

 

Egregio direttore,

 desidero ringraziarla per aver pubblicato la lettera del bravissimo sig. Borlizzi di Napoli. Dispiace un po’ che il sig. Borlizzi mi abbia anticipato nell’illustrare, grazie a Francesco Saverio Nitti, che noi del Sud, al momento dell’Unità d’Italia abbiamo portato in dote 443,2 milioni e i lombardi appena 8,1 milioni, ma sono comunque felice che qualcuno abbia chiarito in che modo siamo stati depauperati in questi ultimi 150 anni.

Infatti noi eravamo 54 volte più ricchi dei nostri “fratelli lombardi”. Adesso è giunta l’ora di dire  “basta”. Grazie ai nostri soldi fu possibile istituire una specie di fondo perequativo dal quale il nord avido attinse a piene mani. L scena sembra essere tratta dal film “Un turco Napoletano” nel quale il grandissimo Totò diceva: “Tu ne vedi due di mani, ma io sono “otto-mano”. Si proprio quel fondo perequativo di cui una parte dei nordisti non vuole sentire parlare. Io dico, invece, che l’art. 1 della proposta di legge del Parlamento sul federalismo deve recitare così: “Il federalismo è un sistema basato sulla perequazione”. Assodato questo principio, possiamo poi fornire tutti gli altri articoli. I Presidenti delle regioni meridionali, devono necessariamente alzare questa linea del Piave, altrimenti non si realizza un federalismo ma una secessione. E, se la secessione non l’abbiamo voluta 150 anni , noi del Sud ricchi di ben 443,2 milioni, dovremmo consentire che lo faccia oggi il nord? Ma niente affatto. Sono state combattute guerre sanguinose che hanno consegnato alla nostra memoria eroi immortali ed anche soldati-eroi sconosciuti per unire questa nostra Patria ed oggi dovremmo rinnegare tutto. No, noi siamo contrari al federalismo, se non parte con l’art. 1, in precedenza enunciato.

L’avidità del nord è poi continuata, grazie alla nostra miopia, negli anni a venire sotto forma di “intervento straordinario nel Mezzogiorno”. Anche in questo caso si è contrabbandato l’intervento ordinario, il quale doveva essere aggiuntivo e non sostitutivo. Diamo un esempio banale. Se al nord una strada veniva fatta come opera ordinaria, la stessa tipologia di strada per il Sud diventava intervento “straordinario” ecco per dirla poeticamente, la strana magia. Recitava bene un articolo del dott. De Tommaso del 16 giugno 1995: “ Potevi incontrare un economista di destra. Potevi interrogare uno di sinistra, tutti e due ti spiegavano il patto sociale all’ italiana. Se il paese aveva retto in cinquant’anni, lo si doveva a un baratto, tacito e non scritto, accettato da tutti. Al nord si tollerava l’evasione fiscale, al Sud si ricambiava con la pioggia di soldi pubblici dal ritorno al nord. Solo qualche coraggioso ed isolato osava contraddire questa verità. Bastava confrontare le infrastrutture del nord con quelle del Sud. Il numero delle pensioni fasulle, che sorprendentemente vede in testa l’Italia ricca, i miliardi delle casse integrazioni, per demolire questo luogo comune. Parte dei soldi sottratti dal nord al fisco dovrebbero essere dirottati a favore degli investimenti nel Sud. Le stime della Banca d’Italia per il 1995 riportavano cifre sensibilmente inferiori a 500 mila miliardi di cui parlava l’Eurispes. Ma erano e sono a tutt’oggi ugualmente impressionanti. Fatto è che con l’aritmetica c’è poco da scherzare; infatti da 150 anni nel Bilancio dello Stato Italiano, la voce “avere” nel  nord risulta più diffusa della voce “dare”

Egregi fratelli del Nord non potete continuare a barare, bisogna restituire, attraverso la perequazione la valanga di benefit piovuta sulle vostre terre. Presidenti di Regione non facciamoci fregare per l’ennesima volta. Questa sarebbe la fine del sud.

Enzo Pugliese

Torre a Mare  (Bari)

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