Anche quest’anno le statistiche sulla Qualità della vita pubblicate da “Il Sole-24 Ore” confermano un Paese, l’Italia, diviso in due, il Centro-Nord da una parte ed il Sud dall’altra. Infatti, se si analizza la classifica del “Valore aggiunto per abitante in € (2005)”, ovvero il reddito prodotto pro-capite, al primo posto fra le Province italiane troviamo Milano con € 34.270, seguita da Bolzano con € 33.009, Bologna con € 31.323, Modena con € 29.917, Firenze con € 29.459, Trieste con € 29.349, Roma con € 29.225, ecc. La prima provincia del Sud è Chieti al 64° posto con € 19.747, dal 71° al 103° posto, eccetto le province sarde, troviamo solo quelle meridionali a partire da Isernia con € 18.430 fino a Crotone, che è l’ultima, con € 12.721. Napoli, l’antica Capitale delle Due Sicilie, è al 94° posto con € 14.631, Palermo all’86° posto con € 15.531. Fra Crotone e Milano ci sono ben € 21.549 di differenza, ovvero il reddito prodotto pro-capite di Crotone è il 37,1% di quello di Milano. Fra Napoli e Milano ci sono ben € 19.639 di differenza, ovvero il reddito prodotto pro-capite di Napoli è il 42,7% di quello di Milano. Fra Napoli e Roma ci sono € 14.594 di differenza, ovvero il reddito prodotto pro-capite di Napoli è il 50,1% di quello di Roma. Un’altra classifica importante è quella relativa alle persone “in cerca di lavoro/forza lavoro in % (2005)”, ovvero la classifica relativa al tasso di disoccupazione. Al primo posto troviamo Bologna con il 2,70%, seguita da Bolzano con il 2,75%, Pesaro Urbino e Siena con il 3,14%, Cuneo con il 3,15%, Bergamo con il 3,18%, ecc. La prima provincia del Sud è L’Aquila al 55° posto con il 5,87%, dal 70° al 103° posto, eccetto Latina e le province sarde, troviamo solo quelle meridionali a partire da Isernia con il 9,02% fino a Enna, che è l’ultima, con il 19,42%. Napoli è al 98° (su 103) con il 17,12%, Palermo al 102° con il 19,22%. Sempre con riferimento alla tematica relativa all’occupazione da una recente statistica dell’Eurostat sul tasso di disoccupazione nelle regioni dell’Unione Europea si evince che nel 2005 nel Sud il tasso è pari al 13,8%, in Sicilia al 16,2%, mentre nel Nord Ovest al 4,4%, nel Nord Est al 4,0%, nel Centro al 6,4%. Nel Sud Italia, quindi, il tasso di disoccupazione è superiore, giusto per fare dei confronti, a Paesi come la Repubblica Ceca (7,9%), l’Estonia (7,9%), la Grecia (9,8%), la Spagna (9,2%), l’Irlanda (4,3%), Cipro (5,3%), la Lettonia (8,9%), la Lituania (8,3%), l’Ungheria (7,2%), Malta (7,0%), il Portogallo (7,6%), la Slovenia (6,5%). Anche Bulgaria (10,1%) e Romania (7,2%), che entreranno a far parte dell’Unione Europea nel 2007, hanno tassi di disoccupazione inferiori alle Due Sicilie. Solo Polonia (17,7%) e Slovacchia (16,3%) hanno, nell’Unione Europea, tassi peggiori delle Due Sicilie. La sconfortante situazione delle Due Sicilie ci riporta al noto dualismo Nord-Sud; l’Italia è infatti costituita da due differenti realtà con interessi ed obiettivi diversi, se non opposti ed addirittura contrastanti. Solo l’autonomia economica, da attuarsi con le forme previste dalla Costituzione (vedi per esempio Macroregione), potrà permettere alle Due Sicilie di perseguire i propri peculiari obiettivi ed interessi di sviluppo e di poter recitare, come prima del 1860, nell’ambito dello scacchiere europeo e mediterraneo un ruolo di primo piano.
Luca Longo |