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Non c'è limite all'indecenza. risposta a Scirocco PDF Stampa E-mail

dal corriere della sera del 18.12.2006.

intervista al professore Scirocco

Non celebriamo i fuorilegge nessuno si comportò da eroe

Vie e piazze intitolate ai briganti? Il professor Alfonso Scirocco, storico del Mezzogiorno e biografo di Garibaldi, risponde di no: «Erano in maggioranza fuorilegge che vivevano alla macchia, intimidendo, taglieggiando, uccidendo le presunte spie. Anche un capobanda di una certa statura come Giosafatte Talarico, di cui mi sono occupato, dovette per forza di cose agire così. Nessuno di loro si comportò in modo tale da poter essere oggi ricordato come un eroe».

È sbagliato, aggiunge Scirocco, vederli come partigiani legittimisti, in lotta contro i Savoia per restaurare il regno di Napoli: «Questo può valere al massimo per figure minori, come Giuseppe Tardio e il sergente Romano, e per il biennio 1861-62, quando il Sud pullulava di militari sbandati dell'armata di Francesco II. Ma nessun principe reale o generale borbonico osò andare a mettersi alla testa dei briganti: sapevano che erano ribelli ad ogni ordine costituito, nemici giurati della classe possidente. Ci andò lo spagnolo José Borjés, che però rimase deluso e finì fucilato dai bersaglieri. Invece il brigante Chiavone venne eliminato non dalle truppe italiane, ma da Rafael Tristany, un altro spagnolo al servizio dei Borbone: evidentemente non vedeva in lui un valoroso alleato».

Secondo Scirocco, neanche le teorie di Eric Hobsbawm ,giustificano un'immagine idealizzata del brigantaggio, semmai ne offrono una visione più ampia e meno provinciale: «I suoi studi dimostrano che certe forme di rivolta sociale, con aspetti criminali, sono tipiche di tutte le società rurali quando lo Stato è debole. Infatti il brigantaggio era già diffuso prima dell'unità d'Italia: in Calabria fu incessante dal 1799 in poi».

Antonio Carioti 

dal Corriere della Sera pag.33 Lunedì 18/12/06

E bravo al professore Scirocco, senza volerlo ha creato un contraddittorio proprio attraverso la sua dichiarazione, l’esimio docente dichiara : < Ma nessun principe reale o generale borbonico osò andare a mettersi alla testa dei briganti<  Poi però cita Borges, dimenticandosi militari di primo piano come Teodoro Klitsche de la Grange ,che operò con il colonnello Francesco Luvarà nella resistenza in Abruzzo,  entrambi ufficiali borbonici di alto grado,  o come l'organizzatore della resistenza ,il generale Tommaso Clary,non pago di tante inesattezze  insiste il professore,>Erano in maggioranza fuorilegge che vivevano alla macchia, intimidendo, taglieggiando, uccidendo le presunte spie.>  niente di più falso, come si possono etichettare fuorilegge uomini  che rispondevano al nome di Emile de Christen, Raphael Tristany, Achille Caracciolo di Girifalco, Francesco Basile, Federico Fiore, Achille Cosenza, Edwin Kalkreuth, Cosimo Giordano, Alfredo de Trazegnies, questi sono i fuorilegge del professore… Scirocco, per non parlare di come ha trattato Borges , il Sergente Romano, e l' avvocato Tardio, definite incredibilmente figure minori, dice lui, figure che hanno preferito immolarsi giacchè piagarsi ad un invasione, un sopruso, una volgare occupazione, ma di che cosa sta parlando questo signore?.  Poi non ebro di copiose scemenze afferma sulle teorie del prof. Eric Hobsbawm  <I suoi studi dimostrano che certe forme di rivolta sociale, con aspetti criminali, sono tipiche di tutte le società rurali quando lo Stato è debole. Infatti il brigantaggio era già diffuso prima dell'unità d'Italia: in Calabria fu incessante dal 1799 in poi<. E dove stavano queste bande da mille, duemila uomini nel periodo tra 1799 al 1861? Aspettiamo  da Scirocco fatti e numeri , fatti veri, reali non ipotesi.

Forse il libro sul massone è andato male, per questo tanto astio?

La verità è  che fino a quando a capo di università, giornali, media ci saranno questi personaggi che hanno dimostrato se non malafede almeno cieca e bieca partigianeria anti borbonica, alquanto stantia per la verità ed oramai fuori luogo, non ci potrà mai essere una visione lineare e corretta del periodo  che i vincitori chiamano risorgimentale.

Le speranze sono molte, su tutto il dato anagrafico di questi nemici del nostro Sud, ed anche  l’insofferenza sempre più alta di cittadini meridionali dinanzi a queste cazzate.

Il meretricio  di questi figuri, la malafede ha perso oramai. Quando alcuni prezzolati di Stato mentecatti scompariranno dalla terra, non potendo così usare modi coercitivi, tipo ricatti di voto agli esami universitari, ci potrà essere una nuova stagione finalmente, quella della riconciliazione e della vera verità, per dare la giusta collocazione  storica a vincitori e vinti .

Fiore marro

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