La situazione necessita un chiarimento

Nel congresso di ottobre sono state espresse svariate opinioni circa l'opportunità, o meno, di creare un'entità partitica.

1)  A me sembra di ricordare che l'opinione più diffusa fosse quella dell'esigenza di creare un LABORATORIO DI DISCUSSIONE politica al fine di determinare linee possibili di condivisione tra persone di provenienza esperienziale differente.
Ciò al fine di non esporci conservando, ciascuno nell'individualità della propria formazione, forme che indurrebbero a esprimersi in modo incerto se non addirittura conflittuale.

2) Il laboratorio avrebbe inoltre la funzione di chiamare ad un tavolo quelle forze che aiuterebbero ad affrontare la genesi di un nuovo soggetto partitico evitando l'eccessivo mescolamento con la selva di altre entità che più o meno, nei nomi e nelle linee di principio, assomiglierebbero a quello nuovo.
-Chiaramente immagino che noi tutti non si sia così sprovveduti da partire per l'avventura del nuovo soggetto immaginando che l'elettorato legga l'evidenza di un'altra intenzione, di una autentica onestà-.

3) Il laboratorio, tra l'altro avrebbe la funzione di tarare la propria azione sulla possibilità di incidere su quella fetta di elettorato che più o meno sia sensibile ai temi sociali, ma, secondo il nostro taglio.
Di contro tutti i partiti parlano di sociale, di sud, di disoccupazione, di degrado.
Uno sprovveduto mi risponderebbe: <> e io ribatto: <>. E poi, come fai a convincere un elettorato, che si vergogna della propria meridionalità, della propria condizione (perché il sistema lo ha fatto crescere facendogli percepire la meridionalità come una colpa), della bontà dei valori che pensiamo e conosciamo solo Noi?

Io tempo addietro, inserii un quadretto sociologico che oggi vale la pena riproporre:

<< Non vorrei entrare nel campo minato della sociologia,ma inevitabilmente là andiamo a finire.
Qual'è, dunque,il primo passaggio per ottundere le menti?
La classe su cui, da sempre, agisce il potere economico-politico per portarlo dalla sua parte è la classe medio borghese -e questo è assunto non da me concepito (Weber)-
Si sa pure che il mezzo più efficace,perchè costante e capillare,è il mass-media. La televisione, precisamente, che si frappone tra noi e il mondo,ci mostra di buoni e cattivi e la classe media si riconosce sempre nei "buoni".
Essa, cioè, non è critica, rispetto a questo mezzo che gli presenta un mondo di buoni e di cattivi.
I "borghesimedi" guardano i fetenti in TV e sanno solo che devono sentirsi diversi.
Quando i "cattivi"(che in realtà sono funzionali al sistema)sono mostrati, il borghese meridionale dice:"Ma che paese 'e mmerda, hanno ragione a ce shifà proprio".
Quando il figlio dello stesso meridionale, laureato, cerca il lavoro -e non lo trova-, il papà mica si pone il problema che la corruzione è funzionale allo stesso sistema economico. Mica si indigna di un sistema paese che impone l'emigrazione del proprio figlio.
Dice, piuttosto:"Che paese 'e mmerda,cca se va annanze solo cu 'e solite cavece 'nculo". Riferendosi ovviamente al meridione.
Quando poi lo stesso figlio trova il lavoro al nord (mica il sistema era fesso che si lasciava sfuggire uno con quelle competenze), il papà "borghese medio" è contento e dice:"Nun ce stà niente a fà, 'o nord vanno annanze pe merito, mica comm'è cca..."
Il figlio che, "finalmente", ha l'illusione di essere riconosciuto per le competenze che ha, sarà il primo a dir bene del paese che lo ha accolto.Poco importa se deve posare quasi tutto lo stipendio,almeno lavora,invece al sud...>>

e ancora

<< .l'analisi potrebbe essere approfondita e rivelare cose molto interessanti.I meridionali in genere si vergognano della loro meridionalità, sono i primi a scagliarsi contro le loro terre di provenienza che i media gli rimandano come ambienti corrotti e insanabilmente degradati.
I napolitani emigrati però, ho rilevato personalmente, sono un caso a parte: I napolitani -a volte- paradossalmente accettano di buon grado gli stereotipi che sono stati creati per loro e invece di dissentire  o nascondere la propria napolitanità se ne fanno vanto ( per un meccanismo psicologico anche lo stereotipo che gli si attribuisce -assolutamente montato e fattoglielo indossare per forza-
diventa il simbolo di una forte identità negata).Quindi questa identità, anche se negativa e creata ad arte, diventa per lui motivo di vanto e genera pure un complesso di superiorità sbagliato.
E' facile che al cospetto di un insulto collettivo rivolto alla napolitanità in generale, il soggetto offeso risponda (o pensi) ".per forza, siamo più furbi!" >>.


Perché ho inserito adesso questi stralci di forum di più di un anno fa? Per dire che questo è l'elettorato al quale andremmo a chiedere la fiducia, cioè, un elettorato non sensibile a quanto muove il Nostro spirito, ovvero, un elettorato che non ti crede!
Qualcuno se lo è posto questo problema?

Ecco la necessità del laboratorio partitico

In tutta risposta siamo già agli statuti, siamo già al partito, siamo già alla secessione.

Salvator Rosa