Con commozione appresi la notizia che il Nostro Merola era stato ricoverato in condizioni gravissime in ospedale, e con trepidazione ho seguito i bollettini medici che puntualmente venivano redatti. Più volte sono stato tentato di andare a Castellammare ma per impegni di lavoro non ho potuto. Al funerale però non potevo mancare, è stato un atto dovuto verso chi ha dedicato la sua vita a Napoli e con coerenza non ha mai smesso di cantare in napoletano e soprattutto non è andato mai via da Napoli. Ha avuto sempre una parola buona per la Sua città, anche quando la stampa e la tv ne parlava male, continuava e continua inesorabilmente ad infangarla. Non si è mai piegato alla massa, e fino all’ultimo ha dimostrato di essere un napoletano vero, di cuore. Devo dire che il genere musicale di cui egli era il Re, non mi ha mai entusiasmato, ma la persona sì, la sua storia, le sue vicende, il suo amore, è stato veramente al di sopra della sua arte. Per questo sono andato ai funerali, e devo sottolineare che non sono uno del popolo, non ho preso parte ad un evento chiassoso e folkloristico come i mass media hanno voluto far credere, sono soltanto uno dei ventimila napoletani che hanno dimostrato ancora una volta che ciò che ci contraddistingue è l’amore, la solidarietà, la fede, la riconoscenza e non certo solo e soltanto la delinquenza e il vivere da bruti. I napoletani hanno dimostrato di essere ancora un popolo nel senso più alto di questo termine e non popolino come è stato descritto dai sapientoni di turno. Ho pianto, mi sono commosso per tutto il tempo delle celebrazioni e sono davvero orgoglioso di poter dire: io c’ero. Grazie Mario, grazie a nome di tutti i napoletani che hanno a cuore Napoli Lorenzo Degl’Innocenti |