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Francesco Florimo PDF Stampa E-mail
Francesco Florimo nacque a San Giorgio Morgeto il 12 ottobre 1800 da Michelangelo e Mariantonia Oliva. Sin da piccolo Francesco manifest? attitudini musicali tali da far meravigliare lo zio omonimo, ottimo conoscitore di musica, "il quale notava sorpreso, come il nipote potesse ripetere con precisione e all'istante la varie suonate, ch'egli intonava sul cembalo".Questi motivi indussero i genitori e lo zio a far allontanare Francesco dal paese nat?o all'et? di diciassette anni per iscriverlo al Conservatorio di San Sebastiano in Napoli (divenuto poi "S. Pietro a Majella"). I risultati furono immediati; gli studi di letteratura, di estetica, di contrappunto e d'armonia condotti con estrema seriet? e passione, permisero al giovanissimo Francesco di conseguire una borsa di studio contesa fra i tanti studenti.

Ebbe come maestri: Tritto (contrappunto), Elia pianoforte), Fumo (armonia), Zingarelli (composizione) ed il Crescentini (canto), applaudito esecutore di opere del Cirnarosa. Suoi compagni furono, tra gli altri: Vincenzo Bellini. Saverio Mercandante, Carlo Conti, Luigi e Federico Ricci, Michele Costa, Enrico Putrella, Giovanni Pacini, Carlo Coccia, Pietro Coppola. Circondato da s? grandi maestri e da validi compagni, Francesco Florido prosegu? con profonda sensibilit? nell'approfondimento degli studi musicali sino a conseguire nel 1823 il diploma di direttore d'orchestra e il diploma di abilitazione all'insegnamento del canto e del pianoforte. Nel 1835 fu nominato Primo Direttore Artistico della Societ? Filarmonica di Napoli. Divenne quindi membro di molte accademie, fra cui: la Pontaiuiana, la Reale d'Archeologia e L'Archeologica, quella di Lettere e Belle Arti, tutte in Napoli; la Musicale di 8. Cecilia in Roma, le Filarmoniche di Palermo, Catania, Messina e Bologna.

Prodigo verso tutti coloro che come lui desiderava divulgare le opere musicali, Francesco Florimo si fece promotore di un'accademia di studi belliniani e di diversi concorsi musicali intitolati allo stesso Bellini. Vasto eco suscit? per molti anni il "Premio", concorso al quali potevano partecipare tutti i compositori italiani che noi avessero superato i trent'anni d'et?. "E fu un'iniziativa prestigiosa e proficua in quanto, tramite questa manifestazione, si affermarono diversi artisti di talento Valorizz?, per primo, un'eccellente composizione dell'operista italiano: il Concerto per oboe e orchestra in mi bemolle ed altra musica sinfonica e cameristica". Devotissimo al Conservatorio nel quale aveva speso gran parte del suo tempo, studiando e consultando nella Biblioteca biografie ed opere di illustri musicisti, il Florido si lamentava spesso del disordine e della mancanza di una Pinacoteca, nella quale conservare tutto quanto facesse riferimento ai maestri formatisi in quella scuola.

Promise a s? stesso, allora, che se fosse nominato direttore dell'Archivio, si sarebbe adoperato per arricchire e meglio strutturare il Conservatorio. Questo desiderio non tard? a realizzarsi: infatti il Consiglio Amministrativo del Collegio, che aveva compreso l'abilit?, la cultura e la buona volont? del giovane maestro, decise alla morte di Sigismondo (archivista del Conservatorio) di nominarlo bibliotecario. Tale carica, durata sino alla morte, gli venne conferita nel 1827 dal Ministero della Istruzione per il Regno delle Due Sicilie. Con Florimo, l'Archivio del Conservatorio di Napoli divenne il primo d'Italia e uno dei primi in Europa, per la vastissima collezione di opere di tutti i musicisti d'ogni epoca e di ogni parte. Nello stesso Conservatorio. Francesco Florimo fu anche maestro di canto e di pianoforte fino al 1850 e nel 1879 fu nominato direttore dei concerti vocali.

"Lasci? in dono al Conservatorio di San Pietro a Majella una quantit? di preziosi cimeli, di sacri ricordi e di opere d'arte: la musica autografa di Bellini, di Verdi, di Carafa, la sua e quella di molti altri maestri; le lettere autografe di uomini illustri, di artisti e artiste, raccolte in ventiquattro voluminose cartelle; tutti i quadri, quadretti e fotografie di uomini illustri; 18 ritratti ad olio eseguiti da pittori illustri, reliquie di grandi artisti e maestri, statue e statuette, la maschera di Bellini presa sul cadavere da Danton nel giorno della morte; un arpa, opera di Antonio Stradivario; i bastoni a lui regalati da Talberg, da Bellini, da Rossigni; un violino costruito da Antonio Galliano col legno di un cipresso dissotterrato a Pomperi dopo 18 secoli". L'ingegno e l'operosit? di Francesco Florido furono fregiati da molte onorificenze; merit? infatti la Commenda dei SS. Maurizio e Lazzaro, la croce dell'ordine di San Michele di Baviera, la medaglia del busto di Simone Bolivar e. un anno prima di morire, la nomina a Grande Ufficiale della Corona d'Italia. La morte lo colse il 18 dicembre del 1888, a seguito di una polmonite causatasi uscendo da una festa d'arte: il suo ultimo sguardo ed il malinconico sorriso d'artista furono rivolti al ritratto di Vincenzo Bellini che teneva accanto al capezzale del letto.
Accreditato maestro di canto, Francesco Florido scrisse giovanissimo e pubblic? a Napoli nel 1825 un breve metodo di canto in tre parti, ristampato successivamente a Milano nel 1866 con una 4? parte ( 12 esercizi e 12 solfeggi ad uso di vocalizzo). Dedicato al Crescentini, il " Metodo" fu premiato all'Esposizione Universale di Parigi nel 1877 e in quella Nazionale di Milano nel 1881. Giudicato "magistrale" da Gioacchino Rossigni, venne fatto proprio per lungo tempo nel Conservatorio di Parigi (dove la scuola di canto fu sempre molto rigida ed esigente) che ne avall? gli elogi con delibera del 6 marzo 1866. I consigli pratici sulla tecnica respiratoria, sull'emissione del suono nonch? la storia della voce umana che in quest'opera sono trattati in maniera esauriente, ebbero un ottimo successo.

Rossigni si serv? pi? volte del "Metodo" del Florido, lo impose a Barbara Marchisio, vissuta dal 1833 al 1919, diventata celebre contralto grazie ai suggerimenti dell'autore del "Barbiere di Siviglia". I consigli pratici sulla tecnica respiratoria, sull'emissione del suono nonch? la storia della voce umana che in quest'opera sono trattati in maniera esauriente, ebbero un ottimo successo. Rossini si serv? pi? volte del "Metodo" del Florimo, lo impose a Barbara Marchisio, vissuta dal 1833 al 1919, diventata celebre contralto grazie ai suggerimenti dell'autore del "Barbiere di Siviglia". Interessato alla diffusione della buona musica, il Florimo sempre si prodig? a rendere all'arte musicale il culto dovuto. Ammiratore e sostenitore delle opere di R. Wagner, uno dei massimi musicisti nel mondo, scrisse per il maestro di Lipsia: R. Wagner ed i wagneristi.

In quest'opera, pubblicata a Napoli nel 1876 e ristampata ad Ancona nel 1833, ampliata con lettere di Verdi, Bulow e Cosima Wagner, l'autore mette in risalto le qualit? eccezionali del compositore tedesco ed espone le teorie innovatrici della scuola Wagneriana. Gli scritti del Florido furono apprezzati da Giuseppe Verdi con il quale gli intrattenne un nutrito carteggio su questioni di estetica e di scuola musicale contribuendo a mantener viva quella tradizione napoletana gi? presente nell'autore del "Nabucco". Inoltre gli fu prodigo di consigli e d'incitamenti.

Anche Verdi manifest? a Florimo la sua stima per aver tributato a Bellini la gloria meritata; scrive infatti:

"Sono poi completamente d'accordo con voi, caro Florimo, nelle lodi che tributate a Bellini. S'egli non aveva alcune delle brillanti qualit? di qualche suo contemporaneo, aveva ben maggiore originalit?, e quella tal corda che lo rende tanto caro a tutfi, e che nel tempio dell'arte lo colloca in una nicchia ove sta solo... Lode a lui e lode grandissima"...
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