Auguro a tutti voi buone vacanze estive in attesa di rivederci a Capua e vi invio una pagina per sottolineare che assieme alle corruzioni degli ufficiali napolitani, alla superiorit? numerica del nemico, mai manc? sorprendentemente nemmeno la sfiga che aiut? il cialtrone Bixio. Tifo per il cavallo ovviamente! Ciao a tutti! Pino (soldato semplice in trincea lombarda) 11 ottobre, n. 30 Notizie politiche. Il fatto di Santa Maria di Capua. Dal Quar-tier Generale di Bixio. Maddaloni 2 ottobre. Il giorno di domenica, 30 settembre, eravamo a pranzo presso il generale Bixio. Mentre eravamo a tavola egli ricev? un dispaccio da Caserta che gl'inviava il Dittatore. Era un ordine di portarsi con la sua divisione in avanti, mentre i regii accennavano di muoversi con tutte le forze. Il Dittatore non s'era ingannato. I regii infatti, sull'alba del 1 d'ottobre, assalirono con tutto il nerbo delle loro truppe le nostre posizioni, e ne segu? una sanguinosa battaglia, nella quale il nostro Bixio fece prodigi di valore. Il cavallo gli cadde stramazzoni, trafitto da quattro palle in fronte; ma la fortuna volle salvo il nostro animoso, perch? egli avesse di poi a salvar la sua divisione e le sorti stesse della giornata. Infatti era animo dei regii spingersi tra Maddaloni e Caserta, sconfiggere alla spartita i due corpi d'esercito e gettarsi improvvisi su Napoli. Da molti prigionieri si seppe che Francesco II volesse essere in Napoli per la sera del 2. I suoi generali gli facevano sperar sicuro l'esito, ove si fosse tentato un colpo risoluto, specialmente in questi giorni che il Dittatore era gi? dell'animo per le ferite fatte al suo cuore, e i suoi legionarii risentivano istintivamente la sua tristezza. Con questa speranza i regii attaccarono su due punti e con molta veemenza. Sul principio parve che avessero fatto bene i loro calcoli, dappoich? sul mattino tutto era perduto per noi. I napoletani nel loro urto possente erano giunti fino in quella stessa casa ove noi avevamo pranzato il giorno innanzi. Bixio furibondo, indovinando che dalla sua condotta dipende?vano le sorti della giornata, si gett? nella mischia incorando i suoi e sciabolando il nemico. Pronunzi? al suo stato maggiore il giura?mento di vincere o morire, e tanto disse, tanto fece, che i suoi vo?lontarii tennero fermo e poco stante attaccarono i napoletani alla baionetta. Il passaggio improvviso della difesa all'offesa decise di tutto, e cominci? una vera carneficina dei regii. Le nostre posizioni furono da noi subito riconquistate, e sette?mila prigionieri, tra i quali un generale, faranno amaramente scon?tare a Francesco II alcuni giorni di rinate speranze. (Cart. del Mo?vimento). Da: ?La battaglia del volturno? di Giuseppe Garibaldi junior Edito da: Stato Maggiore dell?esercito. Ufficio storico. ? |