SCOMPARSA DI UN GRANDE DUOSICILIANO |
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ONORE A DON PAOLO CAPOBIANCO
Pochi giorni fa ? venuto a mancare don Paolo Capobianco alle soglie del suo centesimo compleanno. Era nato, infatti, a Gaeta nel 1907, figlio, come orgogliosamente ripeteva spesso, dell?ultimo nato nell?assedio del 1860-61.
Per i neoborbonici della prima ora, egli ? stato una vera istituzione duosiciliana e controrivoluzionaria che, in tutta la sua lunghissima vita, ha lottato ed ha pagato per i suoi Valori.
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Superbamente puntuali sono state le sue presenze alle varie edizioni delle celebrazioni a Gaeta in cui ha officiato S. Messe dalla chiesa di S. Francesco a quella della Montagna Spaccata, specialmente nella cappella ferdinandea a picco sul mare. Quelle non sono state funzioni usuali perch? dalle sue omelie esondava un fiume in piena contro la falsa storia che ci opprime da 145 anni. Avendo capito il danno inferto ai discendenti dei duosiciliani, non riusciva a perdere una sola occasione per parlare dell?invasione norditaliana collegandola (anche quando molti intellettualoidi che vanno per la maggiore nemmeno lo immaginavano) magistralmente a quella francese a cavallo tra ?700 e ?800.
Naturalmente l?intellighenzia ?lo ricusava, facendolo allontanare dal Vaticano (nonostante i suoi meriti anche letterari) e relegare nella piccola Ventotene a finire i suoi giorni. Ma i suoi giorni sono stati troppi per i suoi avversari, proprio come sono stati troppo pochi per i suoi amici e discepoli. Tra questi ultimi c?? da citare il cap. Alessandro Romano che gli ? stato costantemente vicino, divenendo per lui il borbonico per normale consuetudine. Da ci? l?aneddoto che un giorno gli fece scambiare Carlo di Borbone, che era andato eccezionalmente a fargli visita nell?isoletta, con Alessandro.
I suoi rapporti con la Casa Reale lo videro decisamente da suddito fedele e devoto, cancellando tempo ed avvenimenti di questo secolo e mezzo.
La sua opera ? esemplare e lineare perch? proietta la lotta sanfedista oltre il 1799, quale arma letale per coloro che distrussero il Regno di Napoli e custodiscono ora le sue spoglie.
Don Paolo, quelli che ti hanno conosciuto ti porteranno sempre nel cuore dove potranno chiederti consigli nei continui ostacoli che incontrano sul loro cammino. Tu, assieme a Francesco II e ai briganti, guardaci dal Cielo e ricorda al nostro ultimo Re la Sua promessa di riporsi a capo dei suoi popoli per il riscatto che i Neoborbonici stanno preparando da tempo?
Il sanfedista ? |