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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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Pochi giorni fa si ? concluso il campionato mondiale di calcio con la vittoria della squadra dell?Italia. Ad un duosiciliano vengono spontanee alcune considerazioni.

Le finaliste sono state Italia e Francia. Nella squadra gallica abbondavano calciatori di colore e non, provenienti dall?Africa che costituivano il nerbo della forte compagine transalpina. Questa specie di francesi erano ovviamente in regola con le leggi neogiacobine perch? rappresentavano il passato coloniale di Parigi, abilmente sfruttato con graziosi passaporti per rendere competitivo il calcio francese. Questa ormai ? un?abitudine che molte tra le pi? famose nazionali (europee soprattutto) mostrano continuamente per rinsanguare i propri ranghi sportivi incapaci di reggere il confronto con altre dell?America Latina, dell?Africa, dell?Est europeo. Non sfugge a questa consuetudine la selezione italiana. Dalle colonie del Sud e dagli emigrati dell?America australe sono venuti e vengono incessantemente calciatori di ottima qualit? che fanno la fortuna della squadra in maglia blu Savoia. Napoletani, calabresi ed argentini hanno condotto l?Italia alla (stentata) vittoria del campionato del mondo. Poi un tripudio di bandiere tricolori, una saturazione dell?inno di Mameli, un debordante orgoglio di ? essere italiani. E ci? non solo nel Meridione, ma pi? veementemente tra gli emigrati (meridionali) in Europa e nelle altre parti del mondo.

I simboli sono importanti per il fatto che traslano sentimenti tra tematiche differenti causando conseguenze inattese. Pertanto ? gravissimo esultare dietro quelli della nazione italiana per lo sport, quando quella stessa nazione ? responsabile di tutti i problemi che dal 1860 in poi affliggono i discendenti dei duosiciliani.

Quei tanti, troppi, tricolori che sventolano quante bandiere borboniche avranno fatto dimenticare o soltanto ridimensionare?

Quelle note e quei versi dei ?fratelli d?Italia? in quanti meridionali avranno suscitato amicizia verso i connazionali del Nord?

Quella gioia da Milano a Roma, da Napoli a Palermo, quanti propositi regionali avr? fatto dileguare, omologando tutti nel centro conclamato della capitale d?Italia?

Dal trasporto verso la (massonica) bandiera?italiana scaturisce la subornazione che ce la render? pi? familiare nelle aule dei tribunali, nelle scuole, nella caserme delle forze dell?ordine quando saremo processati per i reati che ci hanno spinto a commettere, quando ci faranno il lavaggio del cervello sulla storia, quando la polizia ci caricher? perch? siamo scesi in piazza per la disoccupazione, l?inquinamento, la disperazione?

Dall?inno nazionale italiano sorge almeno la speranza di trovare solidariet? nei (con)fratelli settentrionali: speranza riposta su che? Dopo 146 anni di delusioni, sopraffazioni, oppressioni, umiliazioni, depredazioni? esse non possono che ripetersi!

Dalla gioia nasce l?oblio (temporaneo) per i nostri problemi contingenti e ritorna poi la precedente vana speranza.

Meno ci sentiremo italiani e pi? potremo negoziare il nostro sviluppo nello stato italiano, pi? ci sentiremo italiani?e meno otterremo (pressoch? niente) da quegli altri italiani ben consci della struttura della propria volont? di potenza.?

Ecco perch? mi rammarico molto dello strascico ludico ed esiziale della (stentata) vittoria al mondiale di Germania.

Ad un?Olimpiade recente, un atleta statunitense di colore ricus? medaglia d?oro ed inno nazionale al momento della premiazione di una delle gare pi? prestigiose, motivando col fatto che gli USA si ricordavano dei negri buoni che portavano gloria?alla nazione e maltrattava spesso e volentieri gli altri. Che esempio e che orgoglio in chi ? il discendente di una razza sfruttata senza storia e senza una grande cultura! Fabio Cannavaro ha dimostrato abbondantemente di avere gli attributi sul campo; se li avesse avuti anche fuori campo, avrebbe potuto imitare quel campione di colore innescando nel Mezzogiorno l?inversione di tendenza che aspettiamo da troppo tempo ed avrebbe impedito lo scempio mediatico sui festeggiamenti nel Sud!

Il sanfedista

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