Quando si tratta di votare SI e NO, il pensiero di un neoborbonico non pu? che evocare il nefasto 21 ottobre 1860 quando un falso plebiscito sanc? la falsa volont? dell?annessione al Piemonte, decretando la fine del grande regno delle Due Sicilie. Stavolta bisogna esprimersi sul cambiamento in senso federalistico dello stato che ci opprime da 146 anni. La proposta neoborbonica ? laconica ed agevole: se da sempre lo stato italiano ci tartassa, infliggendoci ogni sorta di provvedimento sudicida, anche adesso si segue la stessa linea. Nihil sub sole novi. Se qualcuno (e purtroppo ne ho sentiti tanti anche nel nostro interno) si illude di ritagliare nel sedicente allargamento dell?autonomia ?uno spazio proficuo per il Mezzogiorno, si ricreder? ben presto specialmente se vincono i SI. Cos? come si sono ricreduti o si ricrederanno quelli che pensano di voler far politica elettorale con i fichi secchi (o con i rami secchi esterni al Movimento). Noi siamo pronti a tutto, ma ci vogliono le occasioni propizie per agire.? E, purtroppo, le occasioni non possiamo crearne molte con le risorse gestite. In special modo con quelle umane che consentono sempre pi? raramente mobilitazioni di piazza: per la difesa egoistica della propria tranquillit?, della propria onorabilit?, dei propri programmi personali, dei propri budget di spesa, della propria frustrata idea di gestione; tutte ammantate dall?orpello critico o pietistico. Perch? non aprire un dibattito virtuale (via internet) in attesa della prossima assemblea in cui tirare le somme?
guli@neoborbonici.it
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