La lapide di Casolla- Salvator Rosa |
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La lapide di Casolla
La lapide commemorativa di Casolla rappresenta un fatto assai significativo nella vicenda del meridionalismo. Pi? di una volta abbiamo sottolineato la necessit? del ripristino della memoria: la memoria passa attraverso l?esercizio della storia, una storia da riprendere e ridiscutere sulla base di documenti esclusi o ignorati (in quanto resi artatamente trascurabili), fatto di somma importanza per noi che abbiamo vuoti immensi da colmare e la necessit? di lasciare a imperitura memoria il frutto di questo ripristino. Questo, nell?evo della rilevanza mediatica, in cui solo ci? che passa per lo schermo assurge a verit? riconosciuta, potrebbe apparire un metodo poco incisivo se non addirittura arcaico, fondato com?? su tempi non congeniali alla temperie di quest? epoca, che tutto vuol realizzato nell?immediato e tutto consuma e brucia in poche ore. Niente di pi? facile, di questi tempi, cadere nella tentazione della rivendicazione sbraitata in TV e niente di pi? gradito alla televisione sarebbe ?secessionismo meridionale? rivendicato da un folkloristico movimento neoborbonico che parlasse di ritorni dei vecchi tempi con r?, regine, tarantelle e feste e farine e forche. Noi che non abbiamo accettato queste condizioni, che lavoriamo da pi? di un decennio al ripristino di una memoria smarrita vediamo in quest?atto un piccolo ma significativo MOVIMENTO che va ad imprimersi negli occhi prima e nelle coscienze poi, di quei meridionali che quotidianamente veggono essa lapide. Cos?, quest?oggi cogliamo l?occasione per rilanciare il tema tante volte espresso di un lavoro costante che volga a una sempre pi? alta qualit? del ripristino della memoria, attraverso laboratori permanenti e studi approfonditi che inducano le genti tutte a voler commemorati, una volta conosciuti, eroi d?ogni ambito, partoriti in gran copia dalle loro terre e non ricordati da testo alcuno. Con lieta invidia oggi guardo alla commemorazione di Casolla e penso ai miei eroi civili porticesi esclusi da ogni commemorazione: Raffaele Morghen, Luigi Zuppetta e Macedonio Melloni. Dell?ultimo dico solo che fu fondatore e direttore del primo osservatorio vulcanologico al mondo, l?Osservatorio Vesuviano, e di lui sono i primi testi scientifici che analizzano compiutamente l?attivit? vulcanica. Melloni ? sepolto in un cimitero abbandonato tra S.Giorgio a Cremano e Napoli, la sua lapide ? ormai irriconoscibile, proviamo a spingere per una degna sepoltura il nostro grande scienziato fintanto che ci sono coloro che ricordano quale sia la sua tomba. Auguri per la celebrazione dunque, auguri a Casolla e a tutte le Casolle che verranno e un sincero e commosso plauso ai nostri militanti. Gennaro Avano
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