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Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

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lapidi e toponomastica PDF Stampa E-mail

A CASOLLA FINALMENTE UNA "VERA" LAPIDE

Sabato 20 maggio a Casolla di Caserta si ? tenuta una cerimonia particolare che conferisce al borgo della citt? vanvitelliana un primato che sar? sempre pi? invidiato.

Clicca qui per vedere le immagini.

E' stata apposta, grazie all'ostinata ed encomiabile determinazione della delegazione locale del Movimento Neoborbonico, una lapide ai soldati borbonici che combatterono l'invasione piemontese del 1860 e che, per ignavia ed ignoranza, non avevano mai avuto un simile riconoscimento in nessun altra localit? dell'ex Regno delle Due Sicilie.

Da quando sono nati i Neoborbonici abbiamo compiaciutamente assistito all'intitolazione di strade ai Re Borbone (come a Soveria Mannelli in Calabria ?o a Campobello di Mazara in Sicilia), all'affissione di lapidi per le vittime civili dette briganti (come a Castelluccio in Lucania o a Veroli presso Frosinone) o alla clamorosa defenestrazione del?bandito Garibaldi che ha perso la ?sua prima piazza a San Giorgio a Cremano presso Napoli (per l'irresistibile attrazione dell'illustro cittadino Massimo Troisi).

Si tratta, negli esempi fatti, di larvate celebrazioni dei nostri antenati: per i Re Borbone, c'? una scelta strorica che i pi? non sanno datare ed inquadrare nel percorso storico dei Meridionali; per i martiri del brigantaggio, una scelta prettamente localistica che permette solo ermeticamente di far?trasparire il messaggio contro i nostri carnefici; per la cancellazione di piazza Garibaldi a favore di Troisi l'attenzione generale ? rivolta al nuovo nome ?senza carpire l'enorme significato della bocciatura del vecchio. Invece a Casolla la lapida ? chiara, perentoria, secca, ridondante di chiavi informative sui nostri antenati (i soldati borbonici), sull' impresa garibaldesca (detta senza mezzi termini invasione e piemontese), sul primo ideatore della ricostruzione della nostra memoria storica, il Movimento Neoborbonico.

Chi mastica storia risorgimentale?leggendola ?si entusiasmer? o si arrabbier? fortissimamente; chi ? ignaro ne rimarr? sicuramente colpito ed incuriosito e?cercher? di saperne qualcosa in pi? proprio rivolgendosi al quel Movimento firmatario, con un nome?tra lo strano e l'inquietante, che rappresenta la sua unica speranza per l'avvenire.???

Lapidi e toponomastica sono strumenti di consegna ai posteri degli avvenimenti e dei personaggi che hanno effettivamente beneficato le popolazioni. E' indubbiamente ed orgogliosamente la prima volta che ci? avviene completamente per quanto concerne la storia duosiciliana. Perci? quella di Casolla ? una vera perch? utilissima lapide.

L'appuntamento sar? in futuro annuale, attorno alla data fondamentale della battaglia del Volturno, per allargare sempre di pi? la conoscenza delle proprie radici e quindi l'orgoglio di essere meridionali che ? la sola strada per ritrovare l'antica grandezza.

La lapide, la tromba, il ricordo, gli ignavi ???

Il piccolo mondo duosiciliano ? costellato da una miriade di di personaggi, a volte bizzarri a volte irresponsabili e desolanti.

Per chi come me vive questa dimensione , riscontra pi? delusioni e nausea che altro.

C?? un cartello di uomini che dediti alla riscoperta del nostro augusto passato, mano mano che portano avanti le proprie tesi ed i personali progetti, commettono un errore madornale e imperdonabile, l?eccesso di se stessi, la pi? insopportabile delle tesi, l?ego, mettendo da parte il progetto iniziale e lavorando solo ed esclusivamente per se , per dimostrare che loro sono la massima espressione del novello El Cid, il traghettatore duosiciliano, il mammasantissima insomma.

Questo induce a mollare, ad arrendersi a lasciar perdere, riscontrando l?impossibilit? dell?impresa, la mancanza di concretezza, la certezza dell?iimpossibile progetto della liberazione, dell?idea a Sud.

Questo ? ci? che mi e balenato negli ultimi tempi, Costagliola e D?auria i miei pi? vicini compagni d?armi possono confermare.

Poi ci si imbatte in uomini come l?editore Vozza o il compatriota Corvo, gente piena di passione e di amore patrio, che con un piccolo gesto, rimettono a posto il dissesto che emeriti duosiciliani creano continuamente, dal di dentro del movimento e anche dal di fuori, senza esclusione.

?Facciamo una lapide a Casolla? Per i nostri avi, quelli nostri per davvero, che ne dici Fi???

Le delusioni, lo sconforto, la decisione? di non pi??di lottare svanisce e??riemerge, si rinvigorisce, riaffiora una nuova volont??in tutta la sua potenza.

E che dire di Costagliola? Ha ragione la sua bellissima signora, Pasquale ? stato il mago della rinascita neoborbonica a Caserta, il nuovo faro, quello giusto, un uomo del Sud a Sud, con la tenacia e la forza che il nostro squassato paese ha bisogno che sia, un amico, un grande amico, aldil? dell?associazione, del progetto, dell?azione neoborbonica.

La lapide, il monumento, la targa commemorativa sar? la ripartenza, la rinascita duosiciliana, almeno nelle nostre contrade, basti rivedere per chi era presente , gli occhi, le lacrime, il silenzio dei presenti a Casolla, un comune sentire, un senso di appartenenza, davanti a quel marmo che non pu? in alcun modo essere un lieve fruscio di vento ma che si accinge ad essere una portentosa tempesta.

Allo scoprire della targa una tromba suonava ?il silenzio? ed ?in religioso e palpabile silenzio i ?presenti, fra commozione e gioia, grandi e piccini, uomini e donne, duosiciliani, borbonici, figli del Sud, tutti stretti intorno a questo momento, il nostro quello dei nostri piccoli incommensurabili Eroi.

Grazie, grazie a tutti voi, grazie al mio fratellino Lorenzo, a Nicola D?auria, ad Antonio Ondino, a Michela, al capitano Teodoro, a Montanaro , al grande insostituibile Salemi, ed al professore Gul? che ha degnamente rappresentato gli assenti,quelli che quando servono vengono meno, come al solito.

Casolla e i suoi cittadini hanno adottato un nuovo cittadino, perch? da neoborbonico sar? per sempre legato a questa gente a questo territorio.

Fiore

Forza e onore

Impressioni di Casolla

Ieri sera a Casolla ho visto realizzarsi un sogno: il giusto riconoscimento del valore e dell'eroismo di quanti combatterono per difendere la Nostra Patria.? Per troppi anni sono stati scaricati nell'oblio dai vincitori, ignorando che costoro fossero i Nostri avi ed i Nostri Padri, cui deve andare sempre il Nostro ringraziamento.

A distanza di 146 anni ? ancora forte il sentimento che lega chi, come noi, si batte per una giusta causa, e i Nostri avi che per una giusta causa trovarono prima la morte e poi il disonore.

Non nascondo che quando ? stata scoperta la lapide mi sono emozionato al punto da avere gli occhi gonfi di lacrime, ma questa volta erano lacrime di soddisfazione, di orgoglio finalmente "scritto", e all?inizio non credevo ai miei occhi, finalmente ce l'abbiamo fatta.

Se solo penso che fino a una ventina di anni fa tutto questo era impensabile, e grazie all'impegno di tutti Noi si ? potuto realizzare, mi sento parte di un gruppo di irriducibili che hanno ancora a cuore la Nostra Terra e la?Nostra Storia.

Mi auguro che eventi come questo possano ripetersi sempre di pi?, estendersi in altre parti dell'ex Regno delle Due Sicilie, coinvolgere sempre pi? persone, comunit?, paesi sostituendo quelle che per Noi sono diventate vere e proprie offese alla Nostra dignit?, quelle tante finte celebrazioni dell'invasore, qualunque esso sia,?quelle esaltazioni di mercenari senza scrupoli passati alla storia come eroi.

Abbiamo mosso il primo passo, adesso dobbiamo?impegnarci tutti per la realizzazione del cammino verso il Nostro definitivo Riscatto.

Lorenzo Degl'Innocenti

La lapide di Casolla

La lapide commemorativa di Casolla rappresenta un fatto assai significativo nella vicenda del meridionalismo.

Pi? di una volta abbiamo sottolineato la necessit? del ripristino della memoria: la memoria passa attraverso l?esercizio della storia, una storia da riprendere e ridiscutere sulla base di documenti esclusi o ignorati (in quanto resi artatamente trascurabili), fatto di somma importanza per noi che abbiamo vuoti immensi da colmare e la necessit? di lasciare a imperitura memoria il frutto di questo ripristino.

Questo, nell?evo della rilevanza mediatica, in cui solo ci? che passa per lo schermo assurge a verit? riconosciuta, potrebbe apparire un metodo poco incisivo se non addirittura arcaico, fondato com?? su tempi non congeniali alla temperie di quest? epoca, che tutto vuol realizzato nell?immediato e tutto consuma e brucia in poche ore.
Niente di pi? facile, di questi tempi, cadere nella tentazione della rivendicazione sbraitata in TV e niente di pi? gradito alla televisione sarebbe ?secessionismo meridionale? rivendicato da un folkloristico movimento neoborbonico che parlasse di ritorni dei vecchi tempi con r?, regine, tarantelle e feste e farine e forche.

Noi che non abbiamo accettato queste condizioni, che lavoriamo da pi? di un decennio al ripristino di una memoria smarrita vediamo in quest?atto un piccolo ma significativo MOVIMENTO che va ad imprimersi negli occhi prima e nelle coscienze poi, di quei meridionali che quotidianamente veggono essa lapide.

Cos?, quest?oggi cogliamo l?occasione per rilanciare il tema tante volte espresso di un lavoro costante che volga a una sempre pi? alta qualit? del ripristino della memoria, attraverso laboratori permanenti e studi approfonditi che inducano le genti tutte a voler commemorati, una volta conosciuti, eroi d?ogni ambito, partoriti in gran copia dalle loro terre e non ricordati da testo alcuno.
Con lieta invidia oggi guardo alla commemorazione di Casolla e penso ai miei eroi civili porticesi esclusi da ogni commemorazione: Raffaele Morghen, Luigi Zuppetta e Macedonio Melloni.
Dell?ultimo dico solo che fu fondatore e direttore del primo osservatorio vulcanologico al mondo, l?Osservatorio Vesuviano, e di lui sono i primi testi scientifici che analizzano compiutamente l?attivit? vulcanica.

Melloni ? sepolto in un cimitero abbandonato tra S.Giorgio a Cremano e Napoli, la sua lapide ? ormai irriconoscibile, proviamo a spingere per una degna sepoltura il nostro grande scienziato fintanto che ci sono coloro che ricordano quale sia la sua tomba.

Auguri per la celebrazione dunque, auguri a Casolla e a tutte le Casolle che verranno e un sincero e commosso plauso ai nostri militanti.

Gennaro Avano

La lapide a Casolla ? un enorme successo, mi riempie di speranza.

La nostra antica Patria non ? ancora estinta, ha solo bisogno di dare finalmente degna sepoltura?ai suoi padri. Quelle parole dorate su elegante marmo servono proprio a questo: a dare pace a quei fantasmi che dopo aver combattuto per noi, per il nostro avvenire, non hanno ricevuto le nostre preghiere e la nostra gratitudine.

Tutte le Due Sicilie devono seguire l'esempio di Casolla: riconciliarsi col proprio passato per tornare finalmente ad essere artefice del proprio destino.

Forza e onore!

Mario Bellotti

Il caso Casolla

Carissimi amici,

quella a Casolla ? stata una serata davvero speciale. Non mi riferisco solo all?atto formale dell?inaugurazione della lapide.....

E? una sensazione del tutto personale, ma credo che una specie di magia sia scattata con le prime parole pronunciate dal prof. Gul?.. In quel luogo antico che trasudava storia, abbandonato come tanti altri alla merc? del tempo, alla strafottenza dei nostri ?benemeriti amministratori?, alle orde di ?lanzichenecchi?? tormentato da un traffico paradossale e frastornante, ad un certo punto ? sceso un silenzio quasi soprannaturale che ha avvolto il cerchio degli astanti.

La veemenza e la chiarezza delle parole di Gul? sono state eguagliate solo da quelle scolpite sulla lapide, che sembrava emettere una luce propria, oscurando in un solo attimo le miriadi di? ?via Cavour?, ?via Garibaldi?, ?piazza dei mille? ecc.., ciclostilate su tutto il suolo Patrio. La verit? prima o poi riemerge vittoriosa, ed ? evidente il costante e lodevole impegno profuso dal Movimento per questo scopo.

Nella Caserta di questi giorni, vandalicamente tappezzata dai soliti odiosi manifesti elettorali pieni delle cicliche e vane promesse (..che saranno puntualmente disattese?), mi convinco sempre di pi? che quella semplice lapide, rievocando un fatto d?armi di una guerra sfortunata, sia la sola a parlarci di un ideale vivo ed a fornirci la speranza per il futuro. Magari il ragazzino a cavallo di uno di quei motorini smarmittati, l?automobilista incuneato nell?ennesimo ingorgo stradale, un giorno alzeranno lo sguardo verso la lapide ed inizieranno a chiedersi chi erano quei Padri che nel 1860 combatterono con onore e fedelt? contro l?invasore piemontese?cosa sar? mai successo nei giorni 1 e 2 ottobre di quell?anno? ?Cos? il seme comincer? a germogliare?

Sono fiducioso, perch? intimamente sento che nonostante 146 anni di assalti condotti dal ?nemico? a colpi di bugie, oblio e tradimenti, le linee sul Volturno tengono ancora?. Mi auguro che in altre parti di questo nostro Sud si moltiplichino iniziative simili ed ogni dove si continui a parlare alla gente, con passione e chiarezza, cos? come ha saputo fare il prof. Gul?.

A quanti ho avuto l?onore ed il piacere di conoscere: il cav. Salemi, il prof. Gul?, Nicola D?Auria, Pasquale Costagliola, Lorenzo Degl?Innocenti, va il mio sincero ringraziamento per essere stati oltremodo gentili e disponibili e per avermi accolto come un vecchio amico. Un grazie particolare a Fiore Marro che ha voluto farmi dono della sua ?Bandiera di guerra??un gesto che non potr? mai dimenticare, cos? come quella sera a Casolla?..

Un abbraccio forte a tutti, spero di rivedervi presto.

?Viva 'O Rre!!!

Giuseppe Simonetta

La memoria spezzata

Piedimonte di Casolla ? un posto della periferia collinare casertana, la stessa che ha subito l?ingiuria delle cave. Una frazione del borgo di Casolla che racchiude inaspettate bellezze architettoniche come la chiesa di San Rufo e la basilica di S.Pietro ad Montes. Ma l?architettura non ha lasciato solo monumenti religiosi in questo lembo di Terra di Lavoro. Esiste tra le vielle in salita un maniero antico, il palazzo Cocozza. Una costruzione massiccia eretta da un nobile di origine veneziana trasferitosi chiss? per quali motivi ai piedi dei Tifatini al servizio del regno di Napoli.

Intorno a questo palazzo scrostato dal tempo si svolse nel 1860 un episodio cruento tra napoletani e garibaldesi, come venivano chiamati all?epoca i seguaci del generale nizzardo. La mischia si accese nell?ambito della battaglia del Volturno e caus? l?incendio della dimora. Fatti? di altri tempi quando la ruota? rossa della storia, di cui parla Soltzenicyn , passava per queste terre ma non tutto ? dimenticato. Sabato 20 maggio 2006 ? stata apposta una lapide di commemorazione dei caduti di parte napoletana presso il palazzo Cocozza. Un atto dovuto di pietas per morti mai ricordati dall?ufficialit?. ma anche un sentimento spontaneo di rivendicazione? della gente meridionale. Forse una voglia di revisione per un processo storico come quello del risorgimento che ha tante ombre che meriterebbero un approfondimento, lo stesso approfondimento che tanti stanno chiedendo per altre vicende. I morti della repressione piemontese non possono essere nascosti e se oggi gli armeni chiedono luce sugli eccidi turchi nessuno pu? negare una rilettura degli avvenimenti per il popolo meridionale che ha vissuto nel silenzio gli episodi dell?altra storia, quella negata.

Cos? i protagonisti dimenticati della guerra di conquista interna italiana verranno ricordati per sempre a Piedimonte di Casolla grazie all?iniziativa di? tre associazioni culturali?il movimento Neoborbonico, Terra? Nostra, ed il Giglio Tifatino . Ma insieme ad essi deve essere ricordato il vero e proprio genocidio etnico e culturale compiuto nei confronti del Sud, un episodio che non pu? essere sottaciuto e che va al pari di altre tragedie collettive. Anche i meridionali meritano un giorno della memoria e dell?orgoglio e per questo ? ora che si muovano i primi passi per sancire i nostri crediti con la storia italiana.

Pasquale Costagliola?


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