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Associazione culturale Neoborbonica
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ORA CI RUBANO ANCHE IL DIALETTO PDF Stampa E-mail

Napoli, ? una delle citt? pi? affascinanti che esistano, ricca di storia, di cultura, di bellezze naturali, di un clima invidiabile e di un popolo che nel bene e nel male non ha eguali al mondo.

Il forte contrasto con i suoi lati belli e quelli infinitamenti pi? oscuri hanno da sempre interessato la cosiddetta "intellighentia". Da Goethe a Bocca, tutti gli intellettuali,? gli artisti si sono sempre occupati di descriverla, a volte di analizzarne i segreti a volte, come Bocca, a screditarla oltremodo.

?Un altro grande patrimonio che hanno i napoletani ? la lingua.

Un idioma foneticamente perfetto, che raccoglie la sintesi di tutta la genialit?, la filosofia, l'intelligente capacit? di fondere cultura, storia, arte e modernit?, visti gli infiniti termini nuovi usati di anno in anno coniati spontaneamente dai napoletani. E infatti di questo vogliamo parlarvi, di come anche nel linguaggio o dialetto di noi napoletani dobbiamo subire soprusi.

Ci sono tante parole napoletane che ultimamente altre citt?, altri dialetti si attribuiscono la paternit?. Cos? d'acchitto ne ricordiamo alcuni: ad esempio l'italianizzato inciucio, che come tutti noi sappiamo si dice "o' nciucio" e che in due sillabe vorrebbe dire tante cose insieme, alludendo metaforicamente all'atto sessuale pi? intimo, come per dire con filosofia tutta napoletana di cose e persone che untuosamente e ingannevolmente si intersecano, insomma "nu nciucio".

I vocabolari della lingua italiana non potrebbero mai dare una spiegazione precisa di un termine cos? pregnante di ogni cosa.

Altra parola abbastanza moderna di cui i romani si attribuiscono il copyright ? "sola" termine in realt? coniato dai primi fumatori di hascisc all'ombra del Vesuvio. E una parola di conio relativamente recente, inventata dai ragazzi alle prime boccate, che compravano l'hascisc correndo il rischio di essere bidonati e anzich? riceverne la compatta stecchetta marrone scuro, ricevevano in cambio qualcosa che le somigliasse ma che somigliava per conformazione pure alla suola delle scarpe. Quindi ironicamente dopo essersi accorti del buggeramento qualcuno defin? quella sottospecie di truffa la cosidetta "sola 'e scarp " incautamente acquistata a caro prezzo.

A Roma hanno riciclato e fatto loro la parola "sola", descrivendone il significato come qualsiasi cosa somigli ad un' imbroglio, ma siccome noi napoletani siamo magnanimi ne abbiamo coniato uno in sostituzione, dicasi pure "pezzotto", ma non gli spieghiamo cosa significa, diciamo solo che proviene dal variegato mondo dei motori.

Curiosamente anche la parola italianissima Caimano nel surrogato dispregiativo, viene dall'espressione napoletana "j che caimano.."?come per dire di un uomo avido, infido, vorace e feroce allo stesso tempo, che pur di ottenere il suo tornaconto mangerebbe gli stessi figli come usano fare i caimani.

Altre parole che vengono in mente sono "scippo", "sfruculiare", "pucundria", e la parola volgare seppur italianizzata stronzo che in napoletano s musicalizza in "strunz"?infinitamente pi? significativo.

Insomma dopo averci depredato con Garibaldi del Regno delle Due Sicilie fra un poco ci ritroveremmo privati anche della nostra lingua a vantaggio di qualche "Dante Alighieri" pezzuttato. Ma c'? una parola che noi dobbiamo fare nostra pi? che mai ed ? la "cazzimma", che malgrado la generosit? solare che ci contraddistingue, sarebbe ora che usassimo a iosa verso chi alla bont? risponde con l'egoismo pi? bieco.

" 'E m?... chi cio spiega che bb? dicere? "

Pippo Trio

Dal magazine "Player"

Servizio a cura di Fiore Marro

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