spacer
spacer search

Associazione culturale Neoborbonica
L'orgoglio di essere meridionali

Search
spacer
header
Questo sito utilizza cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagine o cliccando qualunque suo elemento, acconsenti all uso dei cookie. Se vuoi saperne di più vai alla sezioneulteriori info.Ok
Associazione
modalità iscrizione
Perchè Neoborbonici
Why Neo-Bourbons
Organigramma
Carte Sociali
Sede e Delegazioni
Inno Neoborbonico
WebMail
www.ilnuovosud.it
Site Administration
Rete Due Sicilie
Giornale delle Due Sicilie
Attività
Storia del Movimento
Prossime attività
Libro degli ospiti
Dillo ai Neoborbonici
Le tue lettere
Login Form
Username

Password

Ricordami
Hai perso la password?
Non hai ancora un account? Creane uno!
 
Home arrow Le tue lettere arrow Le tue lettere arrow da: neoborbonico .org

da: neoborbonico .org PDF Stampa E-mail

   
Scritto da pino de gennaro   

venerdì 17 febbraio 2006

"I soldati semplici"

Come è abitudine del nostro sito, spalanco la porta al contributo di Gennaro Zona, coautore di "Come ti finanzio il nord", emigrato come tanti di noi e che da anni si batte per la nostra causa.

Chiedo ospitalità per formulare alcune considerazioni sul meridionalismo, nostro, (visto che ci confrontiamo spesso) e degli altri (i nostri amici che vivono al SUD).
Ti definisci "soldato semplice in trincea" con molta umiltà ed io sottoscrivo questa frase anche per me, dato che ho sempre cercato di dare una mano alle iniziative dei fratelli del SUD pur se non le condividevo appieno.
Ma visto che noi siamo fra i soldati semplici, dove sono i nostri "superiori"? Non dico i generali ma uno straccio di caporale meridionale, dov'è?
In questi anni di militanza e presenza attiva nel nostro SUD ho preso decine di aerei, dormito in decine di alberghi, finanziato, per ciò che potevo, vari gruppi e movimenti, partecipato a decine di convegni e riunioni, da Roma a Catania, ed ho visto sfiorire tutte le mie speranze. Ho sempre creduto e credo ancora che il riscatto del nostro SUD possa avvenire soltanto con la nascita di un forte movimento politico che si contrapponga (nell'interesse del SUD e della nazione) agli interessi particolaristici ed egoistici del NORD, ben rappresentato dalla Lega Nord.


In uno dei tanti convegni promossi dal compianto Lucio Barone, nel tentativo di creare un movimento politico unitario dei meridionali, ebbi a dire provocatoriamente che noi meridionali siamo troppo intelligenti e che a causa di ciò esprimiamo una molteplicità di posizioni e di idee (?) che ci portano a confliggere l'uno con l'altro cercando di far prevalere la nostra idea che sicuramente è la migliore di tutte.  Ad una riunione preparatoria di uno di questi convegni si presentò il capo di un movimento il quale iniziò dicendo che lui non ci voleva venire e parlò più di un'ora per spiegarcelo; alla fine voleva per forza regalarci il simbolo del suo movimento per il futuro partito al quale non voleva aderire. I settentrionali  che non sono intelligenti come noi hanno creato un movimento unitario, la Lega Nord, che ben esprime i loro interessi e che creando una finta questione settentrionale ha spazzato via la questione meridionale.
Nel meridione ci sono più di duecento movimenti che per prima cosa cercano di prevalere l'uno sull'altro disinteressandosi sostanzialmente dei problemi del SUD; tra di noi ci sono troppi galli (stiamo parlando di pollaio e non di comandanti) ed ognuno mira ad essere il capo del suo movimento condominiale ed a stampare il suo giornaletto. Ho visto un movimento formato da quattro persone in cui gli associati hanno litigato ed hanno fatto nascere due movimenti da due persone! Con noi la Lega Nord ci va a nozze!
Sostanzialmente l'unica cosa buona, ma collaterale, l'ha fatta il Movimento Neoborbonico con il recupero del nostro passato, della nostra storia; ma ciò non serve, o non è sufficiente, per creare un movimento politico. Il riscatto del Sud passa per cose più concrete; ha ragione Zitara, il grande Zitara, quando dice che il riscatto del SUD passa per un camioncino della Galbani che viene buttato da un viadotto della Salerno - Reggio Calabria. Forse in epoca di globalizzazione non è più sufficiente neanche questo.
Dove stanno i generali? Dove stanno i capi? Dove stanno gli intelligentoni?
Io vedo solo un popolo rassegnato che è stato convito della sua inferiorità, al quale più gliene fai subire più china la testa. Il popolo comunque lo capisco anche; non si può andare da un povero cristo che sbarca a fatica il lunario e dirgli che deve combattere e fare la rivoluzione. Se poi per ipotesi lui dicessi di sì, dietro a chi deve andare? Quelli che non capisco sono i meridionali che dicono di aver capito, che si beano del glorioso passato del regno delle due Sicilie, vanno ai convegni con la signora e poi tornano a casa e tutto finisce, fino al prossimo convegno. Io non ce la faccio più.
L'ultima botta me l'hanno data i siciliani con il movimento di Lombardo (ex UDC) che si è alleato non solo con Forza Italia, ma addirittura con la Lega Nord, che gongola di gioia visto che spinge sul federalismo fiscale a tutto gas. Non conosco Lombardo né le sue motivazioni, ma quali che siano le rigetto tutte. Se una cosa piace alla lega di sicuro fa male a noi. Io odio, ribadisco: ODIO, politicamente i settentrionali e mi sono illuso che questo sentimento albergasse in tutti i meridionali. Ricordo benissimo gli insulti della Lega e del subumano Bossi e mai stringerei la mano ad uno della Lega; cosa devo pensare di Lombardo che pur di vivere politicamente farebbe qualunque compromesso?
Il partito di Lombardo occuperà qualche poltrona, farà affluire ancora più milioni di euro in una regione che ne spreca a iosa per mantenere legioni di nullafacenti negli uffici pubblici, distribuirà soldi agli amici degli amici e se proprio Lombardo è intelligente cercherà la secessione; solo siciliana però! Non dimentichiamo mai che alcuni amici siciliani, quando gli si parla del SUD, pensano solo alla Sicilia perché loro si sentono diversi. Tutto sempre con grande gioia della Lega NORD. Perché i meridionali che vivono al Sud non odiano i settentrionali per quello che il NORD ci ha fatto dal 1860 ad oggi e per ciò che la Lega ha detto di tutti noi?
L'odio, continuo a ripeterlo, non è un sentimento sempre negativo; se vuoi fare una rivoluzione ti serve, eccome, altrimenti soccombi.
Se il SUD non vede il NORD come un nemico non alzerà mai la testa. Infatti dopo 15 anni da che la Lega Nord si è fatta soggetto politico, i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Da soldato semplice quale sono, mi sono sempre offerto di compiere qualche azione dimostrativa che potesse fare da miccia per il riscatto del SUD, ma chi con una scusa chi con un'altra, nessuno ha raccolto il messaggio. Il massimo sforzo di noi meridionali sono manifesti attaccati ai muri e convegni di rievocazione storica.
Mi si consenta una espressione forte; è dal 1860 che il Nord vincitore, i nostri "fratelli" settentrionali, ci dice: "guarda SUD che la briciola che ti ho dato è caduta in terra, tu chinati 90 gradi e raccoglila mentre io ti fotto". Secondo me questa terapia comincia a piacerci.
Noi meridionali parliamo molto, ma mancano i fatti ed i fatti possono nascere solo al SUD; i meridionali che stanno al Nord  possono dare solo una mano.
Ormai è chiaro che nell'epoca della globalizzazione la questione meridionale ha smesso di interessare gli italiani (anche quelli meridionali). Sembra che gli italiani si siano divisi nei confronti del problema del SUD tra quelli che pensano che il problema ormai si stia risolvendo da solo e quelli che pensano invece che ormai sia insolubile e questi ultimi se ne fregano del Mezzogiorno e si occupano di altro, soprattutto i politici (settentrionali e meridionali). Se fossi settentrionale voterei per Berlusconi, visto che il suo governo (con otto ministri lombardi) ha fatto soltanto gli interessi del NORD. A parole ha programmato grandi interventi anche al SUD, ma in pratica le grandi opere avviate concretamente sono state solo quelle previste al NORD. Mi chiedo di nuovo : "l'odio dei meridionali dov'è?"
Noi meridionali inoltre non ci rendiamo forse conto che la Lega è solo la punta dell'iceberg e che i personaggi più pericolosi non stanno nella Lega, ma nella società civile, tra gli imprenditori, tra gli operai, tra gli  impiegati, tra i politici degli altri schieramenti etc. Formigoni, per fare un esempio, per il SUD è molto più pericoloso di Bossi.
Il recupero del nostro passato, della nostra antica grandezza dovrebbe essere un complemento e non il fine ultimo delle nostre rivendicazioni. I settentrionali che lo hanno ben capito ci lasciano sfogare con i convegni, con il libri e con i giornaletti che stampiamo, basta che non ci mettiamo in testa di diventare soggetto politico; e se lo diventiamo (vedi Lombardo) dobbiamo essere organici al sistema, ossia funzionali al NORD. Quando un meridionale ha modo di confrontarsi con un settentrionale colto ed inizia ad enumerare tutti i primati del Regno delle due Sicilie prima del 1860, magari andando ancora più a ritroso nel tempo e parlandogli dei greci e dei romani, con la solita frase :" quando noi avevamo Pitagora a Crotone voi stavate ancora sulle palafitte", il settentrionale sorride. Perché lui sa benissimo che il nostro passato è più grande del suo, ma sa anche che di passato non si vive. Si vive costruendosi il presente, che serve a sua volta per costruirsi un futuro. Il Sud che futuro ha? Dove sono i generali?
       E' l'ultima briciola che stiamo raccogliendo chinati a 90 gradi.
Ringrazio per l'ospitalità. Il  commilitone
Gennaro Zona

Non si può non capire lo sfogo e l'amarezza di Gennaro Zona. Lui è vecchio del mestiere. E' vecchio e stufo di stare a guardare e ancora, con questo scritto, spera che qualcosa cambi.

Ma sembra che a Napoli il Vesuvio non fuma più da troppo tempo.

Pino

Commenti
Scritto da 'Visitatore' il 2006-03-10 12:57:47
buongiorno a tutti favendomi un giro fra i siti cosidetti meridionali sono giunto qua. e ho deciso di fare a voi questa domanda. guardando i siti mi accorgo che siete in tanti, possibile che nessun gruppo abbia mai fatto niente di piu della semplice cultura? e alla prossime elezione, sia governative che comunali (per Napoli) non c'è nessun movimento del sud che si candidi?
APPROCCIO ALLA POLITICA
Scritto da Lumiere il 2006-06-14 10:00:42
In previsione dell’assemblea del gruppo della Lombardia domenica 26 febbraio alla quale sarò presente, ho preparato uno schema da sottoporre a tutti voi. 
 
Scusate la lunghezza, purtroppo come mio solito non riesco ad essere sintetico. Perdonatemi. 
 
Partendo dai punti sin ora trattati in tutti gli ultimi interventi apparsi ultimamente in neoborbonico. org, vorrei provare a schematizzare, aggiungendo qualcosa di mio, così per aprire una traccia forse non prevista alla discussione di domenica. Ho cominciato ad elaborare questa linea che forse potrà esserci utile o forse la cestinerete.

Prendetela per quello che è in tutti i suoi limiti oggettivi, di tempo e di spazio, comunque un esercizio di buona volontà alla causa comune, abbondantemente incompleto e impreciso, o forse sbagliato, ed è ovvio. Questo lo direte voi tutti. Da soli si sa non si cantano messe.

Anche se può risultare lontanissimo o apparentemente irreale, da volo pindarico, vuole essere un inizio di piano comune a lunga gettata, anche se da alcuni interventi percepisco aria di disincanto e frustrazione incolmabili.

Alcuni parlano di internet, è importante, chi non lo ha capito, ma bisogna essere trasparenti e compatti, la gente vuole capire quando si siede avanti ad un computer schifoso. Specie se si parla di politica. Bisognerebbe convincere e informare chi non è addetto ai lavori e non segue le infinite vicende interne di chi milita.

E' difficile, lo so. Ma bisognerebbe discutere anche di questo. Le forme di divulgazione e di approccio alla politica. Mi direte che il Movimento non è schierato come soggetto primo. E' vero, ma l'interesse collettivo di capire è enorme. Il limite alla comunicazione di tutti i militanti storici neoborbonici e parlo sempre in relazione alle ultime esperienze politiche non proprio incoraggianti, perdonatevi ma lo devo dire, è di pensare che tutti sappiano nei minimi particolari tali vicende, si importanti, ma sostanzialmente assenti nel web e più in genere nell'informazione di massa in forma realmente divulgativa.

Forse non sono informato a sufficienza, mi direte per favore dove guardare, così mi aiuterete. Si parla delle enormi capacità di internet, ma poi molto spesso si dicono cose che non aprono realmente a nuove anime. Si invocano i giovani e poi si scoraggiano. Bisognerebbe parlare quasi sempre pensando a chi ci vede per la prima volta. E' difficile, ma bisognerebbe sforzarsi. E' un contributo, non è polemica. Se sbaglio, ditemelo, ve ne sarei grato.

Credo, inoltre, che se non cominciamo a stilare un piano politico sui tempi lunghi, cioè di ampie prospettive, anche ambizioso, non troveremo mai alleati forti e credibili, mai i consensi che tutti sognamo. In alternativa il rischio che tutto resti così com'è, è altissimo.

Saluti a tutti

Lumiere

neo.lumiere@ email. it

Schema : (ovviamente è un appunto, una bozza aperta, abbondantemente incompleta e sbilanciata)

 

Preparatori

1- La storia come pratica e disciplina all'azione politica.

1860 come primo e significante motivo aggregante.

2- Pianificazione preliminare generica. Assemblea. Congresso generale dei militanti, anche in internet, eventuale appuntamento in rete con camera web. Ampliamento della comunicazione del movimento e delle possibilità offerte oggi da internet e le nuove tecnologie.

3- Ideazione e coordinamento di una linea politica democratica, trasparente, comune, e definizione progressiva dei militanti, in tempi brevi, nei singoli ruoli individuali.

Definizione chiara degli obiettivi strategici e tattici.

Poi partire tutti per la ricerca delle risorse. Vanno valutate apertamente tutte le proposte. Prima del congresso va preparata un'informativa per rendere partecipi tutti i militanti a pensare ad una soluzione concreta da sottoporre al congresso.

Di seguito alcuni punti della possibile discussione e pianificazione alla formazione di un partito politico.

Risorse

1- Bisogna evidenziare quanto prima la linea politica completa per la ricerca del necessario sostenitore economico, finanziatore direi certamente non italiano. E' quasi sicuramente necessario un intervento straniero, anche uno stato se non reso palese, con il quale fare un patto anche sotterraneo, un vero contratto di investimenti e finanziamenti, un'alleanza con tempistica calcolata, anche nel rischio di non trovare i necessari consensi in tempi brevi, ma almeno considerato il calcolo di quanto ci si possa rendere palesemente visibili e contrattualmente interessanti con determinati finanziamenti iniziali. 

Fare quindi con tale soggetto economico un'alleanza politica ed economica per futuri investimenti nel Meridione e relativi scambi. Investimenti che sono l'unica possibilità concreta in grado di cambiare il corso della storia, come del resto è sempre successo in questi casi. 

Sul territorio italiano è difficile se non impossibile trovare finanziamenti per l'ovvio compromettersi in situazioni economiche ed imprenditoriali già politicamente radicate sul territorio. Nessuna attivita o economia esistente nel Meridione è libera e/o potente a tal livello da investire fortemente ed in maniera determinante, tale da alterare minimamente gli equilibri socio-politici esistenti, oltre quelli non legali e contro ogni interesse popolare. 

E' ovvio che dopo un'affermazione tangibile sul campo di una nostra linea politica, bisognerebbe solo fare attenzione chi frequentare, da chi farsi avvicinare, ma ora nessuno ha un reale interesse significante. 

In questo senso il nostro "futuro ambasciatore", (nostro propositore di progetto) la nostra linea politico-diplomatica, il nostro "ministro degli affari internazionali" e relativa commissione, sono, suppongo, da identificare e tracciare quasi subito, appena trovata e formalizzata una linea comune. 

Quindi, appena formalizzato uno studio-progetto-relazione adeguato, la penetrazione e relativo consenso sul territorio sono possibili solo con adeguati finanziamenti per la formazione ed il potenziamento radicale del movimento politico e relativa propaganda. 

Inoltre non potremo fare tutto da noi, comunque, per quante a quali qualità avessimo a disposizione. Credo che dovremmo incominciare a capire immediatamente che l'accentramento delle competenze oltre che i poteri, anche in un gruppo ristretto, sono dannosi. Le gestione va si diretta con una commissione seria, i quadri di partito, ma estesa anche ad altre competenze, oltre quelle di dirigenza politica e militanza. 

Avremo bisogno quasi subito di poter pagare professionisti seri, strutture di servizio parallele a noi, agenzie di diversi tipi, scelte per la loro evidente preparazione specifica, ai quali forse interesserà poco il contenuto delle nostre iniziative, ovviamente da noi dirette e finanziate, dovremo essere i loro committenti, agenzie anche non napoletane se servono determinate competenze, ma che saranno determinanti per incidere capillarmente su un territorio così difficile come il Sud.

2- Ci saranno uno statuto del partito, ovviamente, ed un piano di gestione economica, relativa ragioneria ed amministrazione, trasparenza a tutti i militanti, i quali potranno accedere agevolmente a qualsiasi tipo di informazione economica.

 

Diffusione e Propaganda 

 

Di seguito due punti che indirizzano i militanti in maniera disciplinata, quindi coordinamento all'azione pianificata secondo il proprio orientamento individuale. 

1- Particolare attenzione e competenza verso tutti gli strumenti di comunicazione e diffusione esistenti, estesi a livello internazionale. Strategia comune e disciplina per definire chiaramente le linee da adottare, con una tempistica coordinata rispetto agli obiettivi. Selezione di portavoce idonei all'impatto mass-mediale.

2- Possibile coordinamento, se necessario, anche di una linea politica dimostrativa, militare e propagandistica. In tal caso andrebbero temporaneamente adottati i criteri di una formazione combattente, precauzioni, discrezione, prudenza e coraggio, segretezza, alta specializzazione, relativa o necessaria gerarchizzazione, pianificazione strategico-tattica, in tal senso il rischio è calcolato sui risultati, restringere di molto le fila degli attivisti militari e volontari è inevitabile, per indisposizione e non adeguatezza di molti. Per militare va inteso non l'uso delle armi tradizionali, ma quello sofisticato della propaganda dimostrativa e tecniche tese allo scoop, di diffusione forzata attraverso eventi speciali tesi alla realizzazione della notizia eclatante e massificata, condotta in stretto contatto e collaborazione ad agenzie stampa, di comunicazione, ecc.

 

Approccio politico e militanza

 

1- Dare possibilmente all'azione politica una connotazione di estrazione storico-culturale e non ideologico-tradizionale, e questo già avviene nel movimento. E' una differenza apparentemente inesistente per molti, ma strategica, comunemente detta trasversale. Se ne deduce sin da ora che le nostre singole vedute, le nostre differenze, saranno e potranno essere motivo di ricchezza comune, saranno il nostro patrimonio e forza. La nostra futura velocità in campo politico oltre che vera risorsa. Le nostre contraddizioni saranno positivamente il riflesso della società futura.

2- La distinzione tra conservatori e progressisti e aggiungerei anche rivoluzionari (anche se può apparire contraddittorio alla nostra storia) è ora strategicamente sbagliata, ma individuarla sarà utile motivo di fratellanza e forte stimolo all'elaborazione, sarà motivo di verifica e crescita in ognuno di noi e non arroccamento personalistico. L'autenticità e l'onestà della nostra fede, questi credo debbano essere i nostri presupposti fondanti, senza fini personalistici strumentali, dannosi quasi sempre alla causa comune e per questo non condivisibili. Uniti e politicamente compatti si vince. Perfetto sarebbe lasciare convivere sempre le due o tre anime presenti anche in ognuno di noi.

Questa è una differenza fondamentale di distinzione dalla politica esistente, e fondamentalmente dal retaggio storico che le produce. Il meglio di un conservatore o il meglio di un riformatore o rivoluzionario credo debbano, per la nostra identità politica, essere intesi filosoficamente e non storicamente, come spinte del carattere politico individuale e non come estrazione o riferimento o collocazione politica.

 

Questioni da risolvere di primaria importanza presenti sul territorio meridionale  (alcune)

 

1- Criminalità organizzata e delinquenza comune, collusioni politiche ed economiche

2- Clientele, politiche ed economiche

3- Baronie e servaggio

4- La diffidenza se non l'incancrenita avversione della popolazione meridionale alla politica

5- Eccessiva preoccupazione e/o sudditanza alle problematiche e le informazioni del Nord

6- L'inesistenza di una vera politica meridionale

7- Stato sociale fortemente degradato rispetto al Nord

 

Fattori positivi da coltivare e da diffondere  (alcuni)

 

1- Amore per la propria terra, al di là dei riscontri oggettivi

2- Riscoperta della dignità e dell'orgoglio delle proprie origini

3- Nuova partecipazione civile e giovani meridionali

4- Voglia di giustizia sociale, esemplare

5- Voglia di non emigrare, di lavorare onestamente, di benessere su valori autentici

6- Voglia di cambiare, di non essere considerati pregiudizialmente inferiori

7- Voglia di sapere, di migliorarsi singolarmente, di realizzarsi secondo proprie aspirazioni

 

Autocritica nostro movimento circa la concezione politica - disciplinari preventive da definirsi

 

1- Individualismo e disfattismo

2- Pregiudizi senza ragioni collettivamente incomprensibili, umorali

3- Libertà solo diritti e senza doveri

4- Anarchia latente

5- Mancanza di azione comune e disciplina

6- Personalismi e micro oligarchie

7- Eccessivo verticismo ingiustificato o aleatorietà dei quadri dirigenti

8- Deresponsabilità o mancanza di trasparenza dei dirigenti e su relativi obiettivi comuni

9- Disorganizzazione e frustrante mancanza di mezzi adeguati

10- Pregiudizi economici di molti, la politica costa e se ben condotta non ci si sporca con il denaro.

 

Sono ovviamente fondamentali onestà, umiltà, dedizione, organizzazione, gioco di squadra, disciplina e fede autentica nella causa comune.

 

Linee Nuove

Si dovrebbe pensare anche ad una proposta di nuova costituzione - bozza di costituzione

Proposta di linea politica ed alcuni obiettivi possibili e fondamentali per la Nuova Due Sicilie

1- Scelte strategiche reali da adottare subito e/o di propaganda nell'azione politica e utili nelle pressioni da esercitare in/e/o trattative future, oltre che la definizione degli obiettivi circa le reali vocazioni della società meridionale e la nostra capacità di comunicare con essa. Tipo, es. : "politica autonoma e federalismo reale, autonomia territoriale o separatismo, secessione o/e alleanza straniera e/o protettorato indipendente."  Inoltre la "Sicilia e l'autonomismo siciliano come risorsa alla causa comune del Meridione".

2- Nessuna lotta alla criminalità organizzata, ma guerra. Un governo esclusivamente meridionale indipendente non avrebbe più alcuna legittimità storica nell'inquadrare le origini del fenomeno criminale organizzato. Deve solo risolverlo definitivamente e celermente. Pena essere internazionalmente squalificati per sempre. La criminalità organizzata come camorra e mafia, oltre che il terrorismo locale ed internazionale, dovrebbero essere trattati sul territorio alla stregua di uno stato straniero che invade la propria terra, con speciali leggi militari, come previsto da accordi internazionali in caso di invasione di uno stato nei confronti di un altro e quindi, reazione in misura proporzionata all'attacco, secondo proprio parametro di difesa e forza di fuoco.

Ciò esula totalmente dal normale ordinamento per i normali cittadini, garantiti da avanzate norme condivise di diritto penale e civile. Solo per questi odiosi reati, come quelli di mafia o di camorra o terrorismo, provati o addirittura protratti nei confronti della popolazione nel suo complesso, va reintrodotto l'uso della detenzione come condanna e non più come recupero o riabilitazione o reinserimento. Pena quindi. Non villeggiatura. Non pena di morte. No tortura. Ma ergastolo effettivo, speciale.

Isolamento coatto permanente senza eccezioni o deroghe. Infatti tali reati andrebbero considerati come crimini antistato, cioè offensivi e dannosi all'intera società. Andrebbe istituito il solo lavoro forzato in isolamento coatto, in particolari istituti di pena costruiti solo per tali reati di guerra, isolatissimi, dichiarando apertamente, senza revoche o addolcimenti di pena, la definitiva morte civile del condannato e l'assoluto isolamento, per sempre, dalla famiglia, dal gruppo di appartenenza e dalla società, isolato anche dalla stessa società penitenziaria.

Celle isolate con annesso cortiletto indipendente. Niente televisione, telefono, posta, o altri strumenti di comunicazione ed informazione. Nessuna attività di recupero è possibile, ma sono concesse, ma sotto stretta sorveglianza, formazione culturale e attività di intrattenimento, sufficiente comodità, igiene, salute, assistenza religiosa, niente di più.

La delinquenza comune collegata ad organizzazioni mafiose, oltre che le collusioni politiche ed economiche legate a fenomeni di criminalità organizzata e che le assecondano e le favoriscono vanno colpite severamente, anch'esse trattate in isolamento, con pene inferiori se non coinvolti in omicidi e proporzionate al danno procurato. La tendenza al riassorbimento e risanamento di tutte le connivenze è sicuramente data dalla guerra esemplare e diretta agli esponenti di spicco, con metodi e pene memorabili ed ergastolo speciale.

L'ordinamento giudiziario dovrebbe essere riformato completamente sul principio di differenziazione dell'uguaglianza, come lo si è proposto in alcuni stati americani, ma non in vigore. L'intero apparato giuridico, la legge, dovrebbe non essere più uguale per tutti secondo principi di superato positivismo, ma differenziato secondo pari opportunità. Chi ha meno in risorse, ha qualche attenuante in più, non più a discrezione del giudice come avviene oggi, ma secondo parametri prestabiliti, simile ed è un esempio, al meccanismo adottato nel calcolo della giusta pressione fiscale, cioè condanne con "aliquote" differenziate sul danno procurato.

Comunque necessita come il pane, una giusta riforma della giustizia, severa e non ipocrita verso certi reati e proporzionata e giusta per tutti i cittadini. Questo darebbe enorme slancio all'economia, sicuramente favorirebbe l'intervento di capitale straniero per l'apertura di nuove imprese e nel rispetto delle leggi sulla concorrenza anch'esse variabili in proporzione alla compatibilità territoriale. Tale concetto di variabilità proporzionata è come un ammortizzatore e differenziatore variabile delle regolamentazioni legislative e delle singole individualità sul territorio.

3- La centralità del Mediterraneo ed in esso il nostro ruolo centrale di stato internazionale autorevole.

4- Lo stato sociale dovrebbe essere il punto di forza nei diritti del cittadino meridionale. Dovremmo reinventare nella contemporaneità quella che è stata fortissima nei secoli la tradizione dei Cavalieri di Malta per l'assistenza sanitaria. Le strutture pubbliche e ospedaliere e di vario genere, la qualità delle università, la formazione professionale, la ricerca, i seminari ed i convegni internazionali per la sperimentazione scientifica di ultima generazione, l'industria farmaceutica e i diritti fondamentali dell'essere umano alla vita.

Il dialogo continuo tra scuola e lavoro, formazione simultanea al mondo del lavoro, come avviene nelle migliori università tedesche o americane. L'assistenza agli anziani, specie quelli soli, ai disabili, secondo le migliori convenzioni e ricerche, ai sofferenti e ai deboli, ai poveri anche i cosiddetti "vergognosi". Strutture sportive per i giovani e iniziative culturali di respiro internazionale e di rivalutazione della nostra storia. Storia e futuro mai slegate. La creazione di strutture e campus studio abbondantemente adeguati alle aspettative oltre che alla felice convivenza e ottima salute delle categorie in difficoltà suddette.

Va promosso realmente l'uso e lo studio delle lingue straniere, l'inglese, il cinese, ed altre. Va fondato un centro studi internazionale per la diffusione mondiale delle lingue e tradizioni meridionali, sempre affrontate e considerate in una logica di scambio e mai di contrapposizione o ancor peggio superiorità. Questi atteggiamenti lasciamoli ad altri.

Particolare attenzione dovrà essere data agli emigranti meridionali costretti dal regime norditaliano ad abbandonare i propri luoghi di origine. Dovrà per questo essere creata una prestigiosa fondazione monumentale della memoria, sul modello delle fondazioni anglo-americane, anche con l'ausilio di quei meridionali che hanno avuto fortuna altrove. Anche per fratellanza e scambio economico e culturale, oltre che di formazione e ricerca tra i popoli. Alla memoria dovrà allo stesso modo essere creata una importante e monumentale fondazione per non dimenticare, in memoria del brigantaggio meridionale con l'applicazione delle leggi razziste sabaido-lombrosiane sino agli anni 1940, anno di quando vennero eliminate anche dalle regolamentazioni internazionali.

5- Equilibri internazionali presenti e futuri, alleanze economiche e politiche con altri paesi, interessi strategici reali possibili ed economici fondamentali.

6- Il nostro autorevole ruolo di pace nel Mediterraneo, in Medio Oriente, nel mondo.

7- Ridefinizione della nostra strategia europea e valutazioni strutturali, circa la nostra possibilità di intendere l'Europa ed eventualmente esserne fuori di essa. Valutazioni di carattere socio-economiche e dei mercati internazionali. Eventualità di una propria moneta. Lotta radicale al Signoraggio.

8- Rapporti con le banche. Le banche duosiciliane dovrebbero essere messe in condizioni di attrarre ricchezza da tutto il mondo con particolari agevolazioni fiscali rispetto a quelle internazionali, extra europee, e concedere prestiti molto agevolati a imprese e lavoratori locali. Attenzione fortissima nel combattere il riciclaggio di denaro sporco, sia locale che estero, come unica vera possibilità e garanzia internazionale, da offrire con sicurezza e per bilanciare la maggiore autonomia fiscale rispetto agli altri paesi. Sciogliere lo stato da ogni vincolo bancario relativo al signoraggio ed altre speculazioni privatistiche a solo danno della comunità.

Bisognerebbe valutare come posizionarsi paralleli al sistema monetario europeo, simili vagamente alla Svizzera o alcuni paesi Arabi, la Napoli economica rifondata anche come Dubai, o Inghilterra o comunque una nuova ed avanzata formula fiscale ed economica delle Due Sicilie.

9- Due Sicilie come l'avamposto più avanzato culturalmente per la convergenza di culture del Mediterraneo, religioni comprese. Particolare attenzione alle principali tre religioni monoteiste, Cristiana, Ebraica, Mussulmana. La nostra identità va salvaguardata, insieme al rispetto ed all'esercizio di tutte le religioni.

Istituzione di un futuro ministero e osservatorio delle religioni, scelta obbligata anche per le preferenze da accordare ai vari interlocutori e rappresentanti ufficiali di singole religioni presenti sul territorio e non solo. Imprimere diplomaticamente questo andamento a livello internazionale. Questo sempre nel principio delle tradizioni locali e non intese come origini, discorso estremamente pericoloso, ma come cultura centrale portante di un popolo, come tradizione.

In tal senso la religione cattolica è centrale. La laicità dello stato inteso non come libero arbitrio assoluto di libertà di puro stampo positivista, oltre che feroce fondamentalismo antireligioso, ma nel rispetto condiviso e senza ipocrisie anche di valori religiosi universalmente condivisi sul territorio e dalla gran parte dei cittadini, anche stranieri. Tale ministero sarebbe l'unico autorevolmente istituito in grado di decidere legittimamente in base al reale concetto di reciprocità, oggi tanto malamente sbandierato. L'unico in grado, senza investirsi come autorità religiosa, di condizionare e modificare gli andamenti dei flussi anche migratori, nel rispetto della libera circolazione delle merci e degli uomini, e di tutti gli equilibri di scambio internazionali.

10- Contro ogni tipo di razzismo e discriminazione pregiudiziale e pari opportunità per tutti. Applicazione di un sistema meritocratico e competitivo regolamentato, sorvegliando con severità ogni fenomeno baronale o di immotivato e dannoso privilegio.

11- Flotta mercantile forte, sia aerea che navale, favorendo la libera circolazione delle merci e dei passeggeri. Dovremmo concedere il passaggio a tutte le merci nessuna esclusa, da ogni dove, eccetto quelle che destinate al mercato interno non rispettino le nostre norme nazionali, di trasporto e navigazione, di fabbricazione dei prodotti e salvaguardia dei lavoratori e quelle non sostenibili nel favorire lo sviluppo delle economie locali.

12- Turismo, agricoltura, industria, imprese, trasporti, servizi aziende terzo settore, comunicazione, ricerca, università, scuola, anti burocratizzazione degli uffici pubblici da riformare su modello nord europeo o americano o similare concezione, tutto anche con l'impiego di investitori esteri incentivati dalle riforme strutturali. Dovremmo essere interlocutori internazionali privilegiati nel Mediterraneo, nei confronti dei Paesi Mediorientali e Nord Africani, con i quali dovremmo tessere maggiori scambi commerciali e culturali, oltre, è naturale e implicito, che con Europei ed extra Europei. La politica di sviluppo adottata in paesi come Dubai o in Australia, dovrebbe essere presa in seria considerazione negli scambi. Nel Mediterraneo dovremmo essere un autentico nodo di pace e prosperità. Ruolo che ci compete di diritto dalla nostra stessa storia pacifica.

13- Dovrebbe essere fatta una pianificazione totale del territorio e prestare particolare attenzione all'architettura di prestigio, quella popolare e al paesaggio. Recupero possibile ed innovazione dovrebbero procedere di pari passo alla compatibilità ed ecologia ambientale oltre che valorizzazione del territorio. Dovrà essere completamente riorganizzata la rete dei trasporti, dando spazio nelle opere pubbliche e di importanza strategica ai più avanzati ricercatori e architetti, sia locali che stranieri, ma di indiscussa fama internazionale, su un'idea del costruire rispettosa dell'ambiente, del paesaggio e dell'innovazione. Anche la comunicazione digitale dovrà prendere ad esempio realtà come quella californiana o quelle più avanzate.

14- La ricerca, l'arte, la cultura, dovrebbero essere sostenute con investimenti da parte delle imprese, anche straniere, attraverso l'abbattimento a zero delle tasse sugli importi concessi o investiti a tali scopi oltre che altre eventuali agevolazioni fiscali alle imprese ed ai privati che le finanziano. Tutte le regolamentazioni sul copyright e diritti d'autore internazionale e costi relativi dovrebbero avere lo stesso trattamento di favore per questi tre settori strategici.

15- I flussi migratori di persone dovrebbero essere controllati rigidamente su rigorosi criteri di idoneità e ricettività del territorio, variabili, differenziati secondo la compatibilità demografica e ambientali. Sistemi di intercettazione satellitare e a infrarossi, anche automatici, dovrebbero essere usati non solo in campo militare, ma dalla difesa per individuare in partenza l'esodo di massa di profughi clandestini. L'intercettazione preventiva e relativo dirottamento dovrebbe avvenire secondo normative umanitarie internazionali riconosciute e se assenti o incomplete, semplicemente secondo quelle adottate a livello nazionale in accordo con altri paesi partners. I flussi dovrebbero essere costretti o preventivamente evitati da una regolamentazione organizzata attraverso l'incremento di avamposti di solidarietà e sviluppo nelle zone strategiche, comprese come aiuti alle popolazioni in difficoltà per l'autodeterminazione e la crescita al benessere.

E così di seguito

Grazie per chi è riuscito ad arrivare sin qui

LUMIERE

neo.lumiere@ email. it

 
 
Ruffo? Solo una provocazione
Scritto da Visitatore il 2006-02-23 20:54:50
Avete/abbiamo perso una occasione: 
partire da Napoli con una grande alleanza tra 
- il maggiore tra i nuovi meridionalisti, Zitara  
che fa una solitaria battaglia da 40 anni a favore del Sud 
- e un movimento, quello neoborbonico  
che ha risollevato la bandiera borbonica 
Ruffo? Era solo una provocazione 
Zenone
Scritto da masaniello il 2006-02-23 20:25:23
Mannaggia! Non mi mettete in mezzo! Io avendo più di 30 anni non riuscirò più a chiacchierare con Zenone di Elea, che peccato, mi piaceva tanto l'accento romaletano. 
La politica costa, senza denare nun se cantano messe, chi candidiamo dove...ma perchè non facciamo una cosa per volta? Rivitalizziamo intanto l'Associazione Neoborbonica che ha bisogno di nuova linfa. 
Sul fatto che un calabrese abbia liberato Napoli non significa che debba essere per forza un altro calabrese a dare il grido di battaglia: tutti sono i benvenuti. 
Tu sai come la penso io e io so che è meglio non dirlo. 
Pino
novello Ruffo
Scritto da dechristen il 2006-02-23 18:01:45
Pino tu cosa ne pensi del post di Zenone? 
Delle tre cose che pensa Zenone tu a quale ti ispiri ? 
Io non credo che basti solo fare cultura, ne aprire il petto al nemico come i nostri briganti o aspettarne la morte per potere emergere, se queste sono le soluzione stamme proprio inguajati,e bello però paragonare Zitara a Ruffo e perchè no Laricchia a FraDiavolo? Oramai non ci si deve meravigliare più di niente. 
Pino tu da grande cosa farai? 
Un over trenta, 
Mastio
mezzi finanziari
Scritto da zenone il 2006-02-22 18:40:51
Senza mezzi adeguati NON E' ASSOLUTAMENTE POSSIBILE OGGI FARE POLITICA. 
Enzo Gulì 
------------ 
 
Non sono assolutamente d'accordo, anda va bene per il vecchio modo di far politica. Riporto la sostanza dell'analisi fatta da Riotta stamattina a unomattina: "noi pensiamo di giocare in casa avendo creato internet e non ci rendiamo ocnto di come essa venga utilizzata dagli islamici per la loro propaganda" 
 
Aggiungo io "in modo gratuito si raggiunge qualsiasi angolo della terra"  
 
 
Corro dai sindacati
Scritto da masaniello il 2006-02-22 18:39:59
Zenò, dopo questo tuo intervento sarò licenziato! Quando mi troverò in mezzo ad una strada mi farò un movimento tutto mio, ed avendo più di 30 anni il mio sarà un movimento ad andamento lento! 
Te pozzano accidere! 
Pino
Troppo intelligenti troppo buoni o tropp
Scritto da zenone il 2006-02-22 18:27:20
Forse noi della diaspora fatichiamo a metterci nei panni di chi al sud ci vive e a volte fatica a mettere insieme pranzo e cena, ma spesso viene l’avvilimento – ne parlavo diverse volte con Pino al telefono – e vien voglia di mollare tutto e lasciar perdere sto ca**o di Meridione. 
Una delle iniziative che mi ha più deluso è stata quella che ha visto coinvolto Nicola Zitara che recatosi a Napoli dove era stato invitato per un accordo elettorale da T&L si è ritrovato con le pive nel sacco – anzi, come mi ha confessato con la tredicesima della pensione spesa in anticipo. 
Al che ha detto: “basta, voglio ragionare solo con quelli che hanno meno di 30 anni ”. 
In effetti per esperienza personale ho notato che il terreno fertile lo si trova tra 25 e 35 anni – giovani non ideologizzati come chi vi scrive e quindi non legati ai concetti per noi deleteri di destra e di sinistra. 
Tornando all’esperienza ultima di Zitara a Napoli, non vorrei annoiare con una storia già ripetuta ma le giustificazioni che mi sono arrivate in privato si riducevano ad una sola: “a Napoli candidiamo un napoletano”, questa la motivazione di T&L e questa stringi stringi dei neoborbonici. 
Io traduco questa posizione come una assoluta incapacità di fare una analisi politica dei movimenti reali e delle forze che si hanno a disposizione. 
Quello che penso io: 
1) Nicola Zitara candidato come sindaco a Napoli prima o poi avrebbe fatto rumore, secondo il mio modesto parere i media non avrebbero potuto ignorarlo. 
2) La storia personale di Zitara avrebbe messo al riparo tutti coloro che lo avrebbero appoggiato da qualsiasi attacco sia della cdl che dell’unione. 
3) Io l’ho conosciuto di persona e ha una verve notevole, sarebbe stato in grado di battersi con forza e dignità. 
4) Per volgari interessi bottega si è scelto di non candidare il “calabrese” 
 
SI SONO TUTTI DIMENTICATI CHE NAPOLI FU RIPRESA GRAZIE A UN CALABRESE e noi abbiamo bisogno di riprenderci Napoli. 
 
Per finire rimanendo sull’episodio napoletano: 
1) T&L raccoglie per firme per se stessa (almeno si dice così sul forum)  
2) I neoborbonici fanno solo cultura 
3) Zitara prepara il suo movimento da solo 
 
Praticamente i leghisti – che sono informatissimi essendo nella stanza dei bottoni – se la sghignazzano di brutto. 
E quelli dell’unione promettono barriere contro la devolution leghista senza spiegare al popolo bue meridionale che la devolution le fecero loro col titolo V – infatti scuola e sanità sono già nelle mani delle regioni. 
Per questo se fossi padano butterei la monetina tanto berlusca=prodi 
 
Zenone 
Un saluto
Scritto da Visitatore il 2006-02-20 14:33:09
Ho letto gli ultimi commenti, compreso quello di Gulì. Continuo a pensare che noi meridionali siamo troppo intelligenti 
Gennaro Zona
Scritto da donMICO il 2006-02-20 09:10:26
Perchè non battersi per una Europa delle regioni ? 
Ormai il nostro riferimento è diventata l'Europa , visto che l'Italia non si è mai fatta !!!! 
Penso che sia molto più agregante quest'ideale che quello di scimmiotare la Lega in un Italia ormai stucchevole .
A Gennaro
Scritto da Lumiere il 2006-06-16 17:54:55
caro Gennaro Zona, nuovamente il tuo scritto mi trova daccordo nelle passioni, ma le tue conclusioni anche se guardano bene la realtà, rischiano di essere tagliate con l'accetta, il che non necessariamente è sbagliato, anzi il terreno è ottimo. Perdonami, ma io ho una mentalità organizzativa e tendo sempre a costruire l'azione, specie se parliamo della più difficile, la politica. Non fraintendermi, ma vorrei essere più chiaro. 
 
La tua passione segna con forza e ti porta a reagire anzichè agire. Non ti conosco ma è da quello che scrivi... 
 
Anch'io cerco l'azione e comprendo il tuo risentimento, ma non saremmo potuti partire subito quando apparve la Lega, perchè Bossi ha cominciato la sua azione politica come autonomista nel 1979 partendo con Union Valdotaine e fonda l'anno dopo il suo gruppo autonomista U.N.O.L.P.A. Unione Nord Occidentale Lombarda per l’Autonomia. Tutto questo partendo da una realtà completamente diversa dalla nostra, una realtà da sempre tesa all'autonomia e al federalismo. La società mitteleuropea è completamente diversa da noi e tu lo sai.  
 
Noi eravamo democristiani fascisti comunisti in quell'epoca. Quello era il nostro terreno. Che avremmo dovuto fare, darci a spaccare tutto, e rifare un nuovo brigantaggio contemporaneo? Fino a farci odiare subito da tutti e farci condannare dal nord per i prossimi 146 anni? 
 
La presenza della lega e i meridionali che hanno avvertito la botta, hanno dovuto metter insieme le idee per aprire una traiettoria, ma anche le tensioni di quegli anni hanno contribuito. Bene hanno fatto i Silvio Vitale prima e poi il Movimento Neoborbonici per aprire una diffusione che non c'era, e il loro ruolo non si contesta perchè necessario, sono abbastenza strutturati, fondamentalmente attraggono credo, stanno facendo un buon lavoro, però l'azione politica manca, bisogna crearla noi, anche al di là del movimento. Poi, se il movimento dovesse partire, sono convinto quanto te che ha grossa forza di attrazione e visibilità, già ora. Si potrebbe fare di più, bisogna rimboccarsi le maniche. Ma è anche grazie a loro che c'è voglia di azione, perchè forse, lo sanno o no, non saprei, ma sono un marchio di garanzia. I meridionali vorranno seguire un vessillo carico di idee, di proposte, che fanno sperare una vita più bella, più degna, più vantaggiosa per tutti. Il solo orgoglio non è sufficiente ai meridionali storicamente stanchi, al nord va bene, al Sud ci vuole una proposta molto seria. Ma anche forte, carismatica. Che faccia sognare veramente. 
 
L'azione per l'azione però non va da nessuna parte. Il nostro problema non è occuparci di storia, siamo daccordo, ma di recuperare una verità necessaria all'azione, significa preparare il terreno, un terreno difficilissimo, il Sud è terra bruciata, bisogna zappare, girare le zolle. Dovremmo anche attrarre denaro, crearci alleanze internazionali, bisogna trovare una linea comune e delle idee innovative per questo.  
 
Vogliamo fare un partito, io sono pronto. 
 
So del BIT a Milano, ma sinceramente, dove pensi che si possa fare una borsa italiana turismo oggi in Italia vista la situazione? E' ovvio che l'accentramento di poteri al Nord porta Milano o Torino, pensa neanche Genova del triangolo non riesce che sarebbe per vocazione sul mare più ....adatta?... ma Formigoni è un panzer. Noi non abbiamo neanche più le banche, figuriamoci la borsa o la fiera più grande d'Europa con BIT 2006 ... E' il nostro naturale terreno, il Mediterraneo, cioè quello che oggi ci metterebbe subito in scontro con il nord, da pensare ... 
 
Il Mediterraneo, insisto, è strategico per noi, non complementare come dici tu. Non solo strategico per il nostro futuro, ma anche proprio per l'azione. Noi dovremmo protestare per evitare che Milano diventi la capitale economica del Mediterraneo. Chiedere l'aiuto dei Cavalieri di Malta, Dell'Ordine Costantiniano, della Spagna, della Libia, della Francia, di chi non ha il mare per esempio, tipo l'Austria, di chiunque possa ascoltarci seriamente, e finanziarci anche, altrimenti l'Italia ci ammazza definitivamente. 
 
Mi parli di azione, sono daccordo, ma sono i temi che fanno l'azione, e l'azione ben progettata porta visibilità e consenso. La gente che fa numero ci vuole sui temi veri. La Lega aveva una valanga di temi che toccavano il cuore dei settentrionali, il consenso vero lo fai così, non con le clientele che vanno bene solo a chi vuole lo stipendio da parlamentare e quattro poltrone per poi infilarsi in qualche altro partito più grande. 
 
La gente del Sud queste cose le capisce a pelle, è svezzata talmente che è diffidente sino alla morte. Non conosco Lombardo, non conosco te, vorrei saperne di più, come me tanti, ma di una cosa sono sicuro, che il Sud non sarà mai se stesso se continuerà a pensare alla propria paralizzante impotenza nel cambiamento senza agire con scaltrezza.  
 
La politica e tutti i suoi giochetti sono merda per me se non c'è un vero progetto riformista, innovativo, coraggioso, illuminato, trasparente, aggressivo quanto basta, abile, .... 
Se si vuole fare la politica del partiamo e poi vediamo, l'importante è partire ... sto a casa. 
 
In ultimo l'odio per l'odio non porta nulla, i Meridionali non ti seguono su questo punto, sbaglierò, ma....l'odio è umano troppo umano ed è una bella molla, e sia ben chiaro non mi scandalizza. Il solo odio non basta, ma può aiutare se lo canalizzi, può essere anche vincentissimo. Ma il rischio è anche di mettere insieme un gruppo di bravi o di picchiatori o terroristi, e credo che sono cose perdenti e che sfuggono di mano. 
 
un abraccio 
 
Lumiere
contatto
Scritto da Visitatore il 2006-02-19 23:48:38
Signor Zona, sono un ragazzo di ventotto anni, studio scienze politiche, ed ho letto il suo libro "Come ti finanzio il Nord". L'ho letteralmente bevuto e credo che con "L'unità d'Italia, nascita di una colonia" di Zitara, sia al massimo di ciò che si é scritto sulla economia del Sud. Io credo a tutto quello che ha scritto. Lei mi ha aperto la mente e devo dire che dopo la lettura del suo libro, difficilmente non si può essere daccordo con ciò che afferma nel messaggio sopra. 
Io chiedo solo di poter comunicare con lei in maniera riservata se il suo tempo lo permette, perché ho molte domande da farle e a cui mi piacerebbe ricevere risposta. 
questo é il mio indirizzo e-mail:  
morca_mo2003@yahoo.it Indirizzo e-mail protetto dal bots spam , deve abilitare Javascript per vederlo  
Le ruberò poco tempo, ma mi sarebbe davvero di grande aiuto. 
A presto!
una risposta agli amici
Scritto da Visitatore il 2006-02-19 17:34:43
Ringrazio Gonzalo per la sua benevolenza nei miei confronti.Anche se sono nato in Campania io mi sento soltanto meridionale e voglio bene a tutti i meridionali da Roma in giù. Per me non esiste l'Italia del centro ma soltanto 
l'Italia settentrionale e quella meridionale.Forse dipende dal fatto che vivo al nord o forse sono fatto così.Tu mi inviti a guardare con altri occhi i siciliani e lo farò senza meno però i siciliani che conosco io si sentono prima siciliani e poi forse meridionali. Comunque sono pronto a ricredermi. 
Caro Pino, mio commilitone, ribadisco che secondo me bisogna andare da soli, come ha fatto la Lega, che il suo serbatoio di voti l'aveva in fieri visto che tutti i settentrionali, poco o tanto ce l'hanno coi meridionali (sto parlando in generale è ovvio). La Lega ha difeso interessi economici molto concreti e per questo si è ritrovata il nord con se; bisogna stare attenti, ripeto; anche quelli che non votano Lega la pensano come loro. Forza Italia non è nientaltro che la Lega con lo smoking e purtroppo la votano anche i meridionali al Sud (mentre molti meridionali che sono al Nord non lo dicono ma votano Lega). Se ci si allea con la destra o con la sinistra bisogna giocoforza scendere a compromessi e soprattutto firmare dei programmi che poi andranno condivisi pena l'accusa di tradire gli impegni presi. Noi meridionali dobbiamo avere le mani libere. Secondo me, caro Pino, è indispensabile contarci; noi abbiamo già la nostra visibilità solo che non ce ne accorgiamo e non la sfruttiamo, facciamo solo convegni. Io ricordo quando con Lucio Barone cercammo di candidarci alle politiche del '94. In Campania i vari partiti se la facevano sotto e fecero di tutto per buttarci fuori dalla competizione. Ci riuscirono perchè eravamo quattro gatti. Ora abbiamo internet; dobbiamo contarci e soprattutto tenere fuori da noi i politici del Sud. Quelli per noi sono peggio di Bossi. Potò sembrare ossessivo ma ritengo di essere nel giusto dicendo che la cultura, la musica, le tradizioni sono un complemento. Noi dobbiamo battere i pugni sul tavolo nazionale reclamando infrastrutture, sicurezza civile, scuole, ospedali, bravi medici(vedi cosa sta succedendo in Sicilia con la malasanità); con la sicurezza civile le industrie verranno da se. Ebbi a dire tempo fa che un imprenditore non lo si costruisce, nasce da se e se nasce deve avere un terreno fertile in cui svilupparsi, deve avere intorno a se condizioni favorevoli, altrimenti emigra anche lui. 
Egregio don Mico io penso che polverizzarsi nei partiti esistenti attaccandoli dall'interno come un virus è utopistico. Hanno anticorpi fortissimi per accorgersi se qualcuno è funzionale a loro o no. Saremmo subito fatti fuori; ci sono mille esempi di ciò anche con persone che la pensavano come loro. 
Egregio Lumiere, proverò a rispondere ad alcuni punti del tuo scritto. 
Mi trovo al nord dal 1960 e ti assicuro che i settentrionali li conosco bene. La Lega Nord, come ho già detto non ha fatto altro che incanalare in un voto un sentimento antimeridionale che parte dal 1860 e che è sempre stato coltivato dal potere centrale (ossia settentrionale, perchè sempre che comanda chi ha i soldi, chi tiene in mano l'economia). Perchè noi non provochiamo e canalizziamo il risentimento dei meridionali? Ricordi l'ODIO? Il limite del Movimento Neoborbonico, l'ho sempre detto al mio amico Gennaro De Crescenzo che ne è il presidente,è quello di rimanere una associazione culturale. Anche se sui giornali ho letto che ha avuto abboccamenti con la Lega proprio in funzione delle prossime elezioni! 
Percè noi abbiamo paura di contarci? 
Per quanto riguarda Lombardo, per me è chiarissimo il fine del suo partito e non mi trova daccordo, anzi. Lui avrebbe potuto benissimo presentarsi da solo alle elezioni e sicuramente avrebbe preso notevoli voti ma forse non sufficienti per sedere subito tra chi comanda ed invece è questo che lui vuole; vuole subito poltrone per se e per i suoi amici. La Lega, la prima volta mandò in Parlamento solo due persone però con le mani libere e che per giunta avevano a cuore solo gli interessi del Nord. Per cioò che riguarda il Mediterraneo lascerei perdere per ora. Sono per affrontare i problemi uno alla volta. Il nostro primo ed unico problema deve essere il Sud d'Italia; sono focalizzato solo su questo. Sul resto posso fare discussioni e teoria  
ma sto ben attento a non farmi fuorviare. Altrimenti il problema del Sud viene annacquato, ucciso da problemi più grandi. E' un sistema che conosco. 
Ciò che dici è giusto e lo condivido ma andrebbe affrontato dopo; prima il Sud. Lo sai che Milano ha chiesto di essere la città di riferimento per il Mediterraneo? Perchè il BIT (la borsa italiana del turismo) lo fanno a Milano?. 
Se facciamo un partito io ci sto', come ci sono stato con Barone. 
Se facciamo azioni serie io ci sto'. 
Se ci occupiamo di storia, di come eravamo grandi e facciamo discussioni infinite, grazie ho già dato. 
Saremmo potuti partire al contrattacco quande nacque la Lega e invece ci siamo persi nella storia ed abbiamo trascurato i nostri interessi attuali. 
Mi servono fatti. 
Grazie a tutti voi 
Gennaro Zona
Scritto da donMICO il 2006-02-19 17:31:52
La miccia , Signor Guli secondo me non si deve aspettare , perchè poi sorgerebbero "questioni" su chi dovrebbe accenderla !!!!! 
Siamo noi la miccia di noi stessi ,percio sarebbe preferibile , a mio giudizio, conpenetrare ogni partito,istituzione,movimento,associazione e farsi strada cosi dalla base .Il cammino sarà forse più lungo , ma il risultato sarà ....... matematico !!!! 
Il cambiamento di mentalità generale deve cambiare , una neo-struttura con direttori piramidali sarebbe, lo ripeto , la ghettizzazione delle nostre idee e quindi la loro lenta erosione .
Gonzalo
Scritto da Visitatore il 2006-02-19 16:03:08
Comincio a pensare seriamente che per far volgere la situazione a favore nostro ci voglia il solito colpo di fortuna, qualcosa che crei un improvviso vuoto di potere, come d`altronde la storia ci insegna. 
Continuiamo per la nostra strada, sono sicuro che il momento giusto arrivera`. 
 
Secondo me questa occasione e` rappresentata dal vicino crack economico dell`italia. 
 
saluti 
Gonzalo
Vicepresidente
Scritto da Visitatore il 2006-02-19 13:41:23
A Sud abbiamo l' sufficiente, abbiamo i generali preparati, abbiamo un grande esercito potenziale. Ecco perchè i padroni settentrionali (ovviamente ben oltre la Lega Nord) stanno attentissimi a non farci pervenire (da nessuna direzione)la miccia che riaccenderebbe il Vesuvio: le risorse finanziarie. Senza mezzi adeguati NON E' ASSOLUTAMENTE POSSIBILE OGGI FARE POLITICA.Ciò è provato dalle frustranti vicende dei movimenti meridionalistici citati. 
Non parliamo male dei coraggiosi che hanno rialzato le nostre bandiere dimenticate, scambiando problemi oggettivi con problemi soggettivi. Continuiano invece con pazienza ad aspettare la miccia DA QUALUNQUE PARTE VENGA. Chi ama il Sud non può storcere il naso davanti a qualche opportunità estrema. Il cavallo di Troia portò pochi guerrieri greci in mezzo a migliaia di troiani: sappiamo come è finita... 
Enzo Gulì

La Lega Lombarda e Noi
Scritto da Lumiere il 2006-06-14 10:02:00


La Lega Lombarda e Noi 
 
Condivido il pensiero e l’analisi amara di Gennaro Zona, comprendo il suo odio per la Lega Lombarda. Infatti non potrò mai dimenticare il mio primo impatto con la Lega. Ero da pochi mesi arrivato a Milano dove sono residente dal 1987. In quell’anno per lavoro andai a Bergamo ed era in corso una manifestazione della Lega della quale avevo captato molto superficialmente qualche rapida informazione, per caso, non ricordo se leggendo un quotidiano o parlando con qualcuno. Allora non guardavo la televisione, come molti in quegli anni, ma la Lega di allora era poco meno di una barzelletta, che cominciava appena ad aleggiare oltre i propri adepti. Da Bergamo tornai fortemente impressionato e profondamente offeso, ferito. Credo, se ben ricordo, fosse un raduno per festeggiare qualche loro primo successo locale, forse proprio di Bossi nel varesotto o qualche altra zona del nord della Lombardia. Numerosi e molto ben organizzati, folcloristici avevano installato, a margine di un ampio praticello sulla strada esterna la cittadella alta, manifesti su base di tronchi e tavole come fossero stendardi, inneggianti violentemente alla separazione dal resto d’Italia, secessione dunque, ma fondamentalmente per staccarsi da alcune regioni, molto ben evidenziate in grassetto. Erano elencate le regioni dell’ex Regno delle Due Sicilie come zone africane, (e gli amici africani non me ne vogliano perché riporto un evento razzista), accompagnate da spregevoli dichiarazioni, terroni era il più simpatico, si passava da negroidi assistiti a nullafacenti a inetti e lamentosi a finti invalidi e chi ne ha più ne metta. Eravamo evidenziati nel fondo del manifesto come in un bando nazista o savoiardo, preceduti dal Lazio, non compreso tra i Baluba, così ci definivano. (per chi non lo sapesse: Popolo della bassa Repubblica Democratica del Congo) Il Lazio era considerata unica regione a parte, covo di ladroni e papponi con Roma capitale, dove, dicevano, il “popolo settentrionale puro che finanzia l’intera penisola è escluso dal magna magna mafioso”. Erano tutti eccitati e parlavano quasi sempre dialetto lombardo e bergamasco. Normale da quelle parti, ma in quel contesto mi fece impressione. Era un violento sfoggio di appartenenza al gruppo. Quei temi così trattati rendono violento e gradevole qualsiasi dialetto o lingua che sia. Erano semplicemente un volgare gruppo di razzisti. Io, anche se non venni riconosciuto come Napoletano, semplicemente perché non parlai con nessuno di quegli invasati, ascoltavo tantissimo, aggirandomi quasi come un infiltrato. Mi sono sentito ferito, quasi come un uomo di colore in mezzo segregazionisti del Ku Klux Klan. E’ una sensazione orribile, frustrante e di rabbia. La cosa che mi angosciava maggiormente era di vedere e sentire il consenso dell’intera popolazione, tutti uniti in capannelli e gruppetti, tutti che chiedevano informazioni, commentavano e approvavano violentemente le loro idee primitive, le infarcivano con singolari idee per risolvere i loro problemi razziali, urlando con quel loro dialetto orribile, gutturale, barbaro, e giudicano male i dialetti meridionali, è strepitoso. Ho girato a lungo tra quelle persone. Ero incazzato nero. Il mio orgoglio, da sempre fiero di essere Napoletano ma mai a spese di qualcuno perché non abbiamo bisogno di questo, si scontrò pesantemente con una realtà assurda, per me allora assolutamente inedita. Non molto più tardi quell’episodio di personale approccio alla Lega Lombarda ruspante della prima ora, compresi il vasto consenso e la simpatia che i milanesi ed i lombardi stavano covando rabbiosamente in quel periodo, con orgoglio violento e sempre più evidente, nutrivano la loro serpe in seno. E senza entrare nel mio personale, appena giunto in Lombardia in quel periodo storico stranamente tumultuoso, come potete immaginare, questa singolare situazione mi creò non pochi problemi sul lavoro. E si era, ancora per poco, lontani dai successi che la Lega Lombarda ottenne successivamente e non eravamo ancora nel clima elettrico di tangentopoli.  
 
Come Gennaro Zona, anch’ io apprezzo l’umiltà onesta e sentita di Pino che si definisce con non poco sano sarcasmo “nonostante tutto soldato semplice in trincea in terra lombarda”. Credo sia effettivamente il miglior atteggiamento nel porsi verso le nostre questioni e sia da insegnamento a tutti noi meridionali, sempre pronti a fare battaglie personali o competizioni sterili e massacranti solo tra di noi e contro di noi, perdendo sempre di vista l’obbiettivo comune, anzi senza neanche definirlo. Che malattia è la nostra? Protagonismo, invidia, gelosia, egoismo, individualismo, genialità o … stupidità? Chi sa, il mio modestissimo contributo adesso, se può servire a qualcosa, è che sto pensando ad una riflessione su ciò che è per noi o potrebbe essere “politicamente” la Lega Lombarda. Credo vada fatta, e se già fatto, come non detto, o meglio diffondiamone l’estratto finale a tutti noi che ignoriamo le conclusioni. E se anche questo è stato fatto, ditemi per favore dove le posso leggere. 
 
Premesso questo, sinceramente e senza nessuna sviolinata perché non è da me, ma perché è vero, vorrei dire grazie alle iniziative del Movimento Neoborbonico che dal 93 ufficialmente ha determinato il propagarsi di questo moto alla conoscenza, sino ad allora limitato ad una ristretta cerchia di coraggiosi intellettuali. Ma credo ed è giusto dirlo chiaramente, la verità del perchè la controstoria del Sud comincia a diffondersi tra la gente: è dettato dal clima politico nato in Italia nel periodo coincidente l’affermazione politica della Lega Lombarda. 
 
Tutti sanno questo e le date lo confermano. Siamo a cavallo del 1991 – 92 – 93 . Naturalmente oltre tutta l’eccellente storiografia sulla questione meridionale fatta sino a quel momento, analisi quasi sempre legate al materialismo storico, finalizzate alla lotta di classe ed alla visione marxista della storia, oltre quelle tradizionali cattoliche sul vero carattere del risorgimento nel meridione, ed in ultimo quelle speculative e finto assistenziali, strumentali e finalizzate ai soli interessi del Nord e di qualche capo clientela nostro locale, la vera controstoria nasce in quegli anni dopo il 1990 come “prima ampia divulgazione” di riflessioni sulla storia risorgimentale dalla parte degli sconfitti, per la ricerca della autentica identità meridionale e per la ricomposizione del nostro senso di appartenenza ed orgoglio frantumato o apparentemente senza forti radici ideali. La Lega crea questo effetto suo malgrado, generando un clima in Italia tale da rendere necessaria la controstoria del meridione, abbondantemente sotterrata prima. Ma il merito non fu solo di Bossi, ma di tensioni che si stavano creando nel nostro paese, in Europa e Medio Oriente, sfociate nella Guerra nel Golfo, in Kuwait, e la guerra in Bosnia, quell’orribile genocidio, oltre che lo scoppio di tangentopoli in Italia. 
 
Questo dovrebbe farci riflettere di quanto sia politico tutto ciò, anche al di là di qualsiasi legittima posizione. Voglio dire che la nostra situazione politica al fine di un riscatto del Sud, non può essere sentimentale, passionale ed emotiva. Che sono pulsioni importanti e non andrebbero mai guastate, anzi protette e coltivate nella loro autenticità, perché con esse c’è differenza, personalità, ma devono essere inevitabilmente affiancate da un uso strategico della politica, direi anche cinico se il fine è giusto e condiviso, altrimenti la nostra causa sarà sempre esclusa da qualsiasi tipo di azione significativa ed il risultato sarebbe una nuova e più sonora sconfitta, quella della memoria.  
 
Con questo voglio dire, e sia chiaro, che anch’io non sono molto convinto dell’alleanza di Lombardo con la Lega Lombarda, non tanto per la cosa in se, non sono tipo che demonizza facilmente, ma per fattori strategici. Dovremmo si coraggiosamente, ma anche analiticamente affrontare meglio la questione. 
 
Dovremmo, credo, ma l’abbiamo già detto altre volte precedentemente e come dice anche Gennaro Zona è giusto ripeterlo, evitare qualsiasi frantumazione tra di noi. Ma aggiungo che nella situazione politica in cui siamo o qualsiasi altra situazione fosse, non possiamo permetterci di liquidare con la sola passione, se pur legittima, eventuali tentativi, anche se a pelle repellenti, “da vomito”, come questo che Lombardo ha fatto con il nostro nemico più evidente e conclamato. Direi nemico quasi scontato. Infatti la cosa che non mi convince è la manifesta sudditanza alla Lega Lombarda. Dovremmo analizzarla meglio, perché non tutto, almeno per me è così chiaro. Mi direte che la Lega è ormai un grande partito e Lombardo non è nessuno, quindi è obbligato a mostrarsi subalterno. Può darsi ma non mi convince comunque. E’ il modo giusto per arrivare a patti con la Lega? E’ questo il punto chiave. 
 
Infatti, e mi spiego, la mia legittima riflessione è, se fosse onesta ed efficace la strategia di Lombardo, tatticamente segreta ma valida o per dirla militarmente, di aggressione dall’interno, che speranze avrebbe? Per quello che vedo, e può darsi che io non abbia occhi per vedere, dico assolutamente nessuna, oppure, immaginiamo di si, così fatta non credo abbia possibilità di riuscita perché non mi sembra faccia vibrare il desiderio popolare meridionale, non sembra toccare subito quelle corde necessarie, appare smarcato, subito compromesso, quindi squalificante nel suo propagarsi o comunque sembra lontano da noi, dal suo popolo, dalla base e dalle nostre finalità. E qui viene spontanea la domanda. 
 
Ma quali sono le nostre autentiche finalità politiche? E quelle di Lombardo? Quali sono i desideri, le aspirazioni politiche del popolo meridionale? Vogliamo affrontare la questione Sicilia, se c’è? E credo ci sia abbondantemente, data la storica vocazione all’autonomia. Visto che è un fatto inalienabile, vogliamo di questo farne una risorsa comune? Culturalmente è innegabile, è un patrimonio eccezionale, unico. Ma politicamente è da costruire, come tutti noi, anche perché data la forza della Sicilia, potremmo anche danneggiarci tutti, pesantemente, la credibilità di un movimento potrebbe essere minata, ancor prima di essere credibile al proprio popolo.  
 
Affrontiamo lucidamente la questione Lega Lombarda, il rischio di risultare noi tutti storicamente in reazione ad essa è grande. E’ grande il rischio di essere solo un effetto secondario della rivoluzione leghista. Già normalmente tutta la nostra causa rischia di essere incapsulata come reazione alla Lega Lombarda. Tutti i meridionali che ridiscutono il risorgimento, nessuno escluso. Lombardo o chi per esso, sta rischiando di procurarci definitivamente questo catastrofico risultato? E’ forse caduto in una trappola, o il suo piano è interessante? Considerando la predisposizione da periodo pre-elettorale, ma sicuramente inedita, della Lega Lombarda aperta al Sud, cosa ne pensiamo veramente? Pino lo sa, ne parlammo rapidamente, non di Lombardo, gli scrissi diverse settimane fa che questo atteggiamento della Lega poteva essere possibile, era nell’aria.  
 
Ora vediamo il viaggio in Sicilia di quell’incendiario di Calderoli. Lui e le sue magliette. In tempi di islamismo assetato di vendetta, con ragione o no, poco importa adesso, ma in qualsiasi tempo anche il più pacifico, non si possono profanare le religioni, qualsiasi religione, in nome di una presunta libertà laica indiscriminata, invocando Voltaire come fanno i francesi, in un liberismo tutto diritti, arrogante e senza doveri ne minimamente rispettoso verso chi crede. E’ come profanare le tombe. E’ da stronzi. Uno stato duosiciliano dovrebbe essere l’avanposto più avanzato culturalmente per la convergenza di culture del Mediterraneo, minimo le tre religioni monoteiste, Cristiana, Ebraica, Mussulmana. Questo non vorrebbe dire perdita delle libertà di stampa e di pensiero, ne farsi invadere. Nessun partito italiano è veramente preparato per questo. La loro navigazione è a vista. Dovremmo essere noi a farci promotori di temi così importanti. Il Mediterraneo è il vero scenario del nostro futuro. La caduta del Regno delle Due Sicilie ha determinato la catastrofe che ora è sotto gli occhi di tutti sia in Medio Oriente che in Africa. Il nostro ruolo internazionale sarebbe dovuto essere importantissimo. La Sicilia ha origini anche Mussulmane e queste religioni con noi dovranno per forza convivere in pace e prosperità. Non ci lasciamo trarre in inganno dal Nord degli interessi e dei politici. Sia di destra che di sinistra e di qualsiasi parte siano. Su temi come il Mediterraneo personaggi come Prodi hanno fatto dichiarazioni imbarazzanti che nessuno ha mai smentito. Prima che l’euro entrasse in vigore, Prodi per propagandarlo diceva ai telegiornali che: “se non entreremo nel mercato comune europeo, finiremo nel Mediterraneo”. Ha ribadito il suo antimeridionalismo anche per il suo eventuale trasferimento a Roma come futuro capo di governo, dichiarando goffamente il suo essere contro i salotti romani e scatenando il gelo dell’intera Roma e del sindaco Veltroni. Uno scontro poi messo abilmente a tacere rapidamente. Il livello è molto basso su certi temi. Il Nord è concentrato solo sul Nord, da sempre. Noi dovremmo veramente sperare di finire nel Mediterraneo. Usano tutti le parole Meridione e Mediterraneo quando c’è da votare, promettendo riforme. Poi Mediterraneo e Meridione diventano problemi che rallentano lo sviluppo durante la legislatura. E’ ora di cambiare registro. Dovremmo essere davvero il centro del Mediterraneo, non solo geograficamente.  
 
Dovremmo avere una flotta mercantile tra le più forti, sia aerea che navale. Dovremmo concedere il passaggio a tutte le merci nessuna esclusa, da ogni dove, eccetto quelle che destinate al mercato interno non rispettino le norme nazionali di fabbricazione dei prodotti e salvaguardia dei lavoratori e quelle non sostenibili nel favorire lo sviluppo delle economie locali. Le banche dovrebbero essere messe in condizioni di attrarre ricchezza da tutto il mondo con particolari agevolazioni fiscali extra europee e concedere prestiti molto agevolati a imprese e lavoratori locali. La criminalità organizzata come camorra e mafia oltre che il terrorismo dovrebbero essere trattati alla stregua di uno stato straniero che invade, con leggi speciali militari come da accordi internazionali. Questo favorirebbe l’intervento di capitale straniero per l’apertura di nuove imprese. Dovrebbe essere fatta una pianificazione totale del territorio e prestare particolare attenzione all’architettura di prestigio e al paesaggio. Recupero ed innovazione dovrebbero procedere di pari passo alla compatibilità ed ecologia ambientale e valorizzazione del territorio. Bisognerebbe valutare come posizionarsi paralleli al sistema monetario europeo, come la Svizzera o più verosimilmente l’Inghilterra, o in nuova formula semplicemente come Due Sicilie. Lo stato sociale dovrebbe essere il punto di forza nei diritti del cittadino. La ricerca, l’arte, la cultura, dovrebbero essere sostenute con investimenti da parte delle imprese, anche straniere, attraverso l’abbattimento a zero delle tasse sugli importi concessi o investiti a tali scopi oltre che altre eventuali agevolazioni fiscali alle imprese ed ai privati che le finanziano. Tutte le regolamentazioni sul copyright e diritti d’autore internazionale e costi relativi dovrebbero avere lo stesso trattamento di favore per questi tre settori strategici. I flussi migratori dovrebbero essere controllati rigidamente su rigorosi criteri di idoneità e ricettività del territorio variabili, diffenziati secondo la compatibilità demografica e ambientale. Sistemi di intercettazione satellitare automatici dovrebbero essere usati non solo in campo militare ma per individuare in partenza l’esodo di massa di profughi clandestini. L’intercettazione preventiva deve avvenire secondo normative umanitarie internazionali riconosciute e anche qualcosa in più. I flussi dovrebbero essere costretti ad una regolamentazione organizzata attraverso l’incremento degli avamposti di solidarietà nelle zone strategiche, comprese come aiuti alle popolazioni in difficoltà. Dovremmo essere interlocutori internazionali privilegiati nel Mediterraneo, nei confronti dei Paesi Mediorientali e Nord Africani, con i quali dovremmo tessere maggiori scambi commerciali e culturali, oltre che con Europei ed extra Europei. La politica di sviluppo adottata in paesi come Dubai dovrebbe essere presa in seria considerazione. Nel Mediterraneo dovremmo essere un autentico nodo di pace e prosperità. Ruolo che ci compete di diritto dalla nostra stessa storia pacifica. 
E così di seguito, non vorrei scrivere un trattato.  
 
Perché ho scritto questo? Perché credo che ci stiamo atrofizzando su meccanismi consolidati che non funzionano. Non riusciamo più a sognare un mondo diverso da quello che abbiamo. E per ritornare alla Lega, con questo esempio di idea paese vagamente tracciata, cosa centriamo noi con la Lega, se non per usarla a fini strategici? Ripeto sarei d’accordo se ci fosse un piano di riforme serio da attuare, popolare. Potremmo invece decisamente ignorarla questa Lega Lombarda. Con un piano politico condiviso questo sarebbe possibile. Intanto, mentre noi politicamente siamo un ectoplasma dei desideri, la Lega Lombarda esiste e agisce. E continua le sua rivoluzione. Se noi decidessimo che dovesse servire strumentalmente, dovremmo poterla superare o aggirare o sfruttarla senza subirla o al massimo ingannarla, farle all’inizio anche credere di essere subalterni, ma col temporizzatore, come in un cavallo di Troia con la sorpresa. Ma in quest’ultimo caso, anche qui, ci vorrebbe una nostra situazione politica consolidata e con un leader acclarato, amabile dal proprio popolo, riconosciuto dal Sud almeno come lo è Bossi per la Lega Lombarda.  
 
Se volessimo aprirci alla politica, e credo che siamo in tanti che non aspettiamo altro, che vogliamo votare autentico meridionale, dovremmo cominciare a determinare apertamente, degli obbiettivi per creare un terreno politico comune. E’ sacrosanta ginnastica democratica, anche oltre il ruolo culturale fondamentale e determinante dell’associazione neoborbonici se è giusto che resto così com’è. Per questo dovremmo aprire un tavolo di lavoro aperto a tutti i volontari per la nascita di finalità politiche condivise. Tracciare in futuro apertamente anche uno statuto per questo. O stiamo aspettando che qualcuno lo faccia per noi? 
 
Vogliamo creare un meccanismo democratico per trovare un leader? So che può sembrare ingenuo, non so neanche quanti siamo veramente. I simpatizzanti, i militanti, gli iscritti, quelli che aspettano. Un nostro rappresentante carismatico illuminato è fondamentale per convincere, essere votato e vincere … e allora forse non ci sarebbe neanche bisogno di un compromesso. Ma fare politica è anche arte del compromesso. La nostra storia non può permettersi di farsi tritare nuovamente. E così è stato deciso che gli assoggettati siamo noi, da tempo.  
 
Per chiudere, ripensando ancora alla Lega Lombarda, oltre le becere interpretazioni razziste ed ignoranti dei loro attuali membri, alcuni abbastanza trogloditi, elementi di nobiltà a loro carico possono storicamente essere trovati, per noi molto più utili tecnicamente che a loro. E’ di quelli anche che potremmo ragionare, se può servire per aprire un vero tavolo di trattative. Basta volere. Di seguito troverete uno scritto che ho estratto come spunto alla riflessione. Ho inteso collegarmi alla storia risorgimentale della Lega Lombarda di Massimo d’Azeglio, e non a quella medioevale. 
 
Comunque la scaltrezza politica dimostrata dalla Lega Lombarda evidenzia con rumore il contrasto tra noi e loro. Nel senso che dovremmo considerare meglio il loro atteggiamento pragmatico e la loro strategia politico-militare, che va al di là di qualsiasi attuale ordine politico precostituito prima di loro sul territorio politico del secondo dopoguerra italiano. Questo per loro è stato possibile anche perché hanno riconosciuto quasi animalescamente da subito un loro capo. Hanno trovato anche bei finanziamenti, pare all’inizio della loro traiettoria anche da paesi di confine, ma non ho particolari riscontri se non commenti di imprenditori lombardi doc. Le imprevedibili giravolte di Bossi sono indicative della fedeltà del suo popolo al condottiero. La miscela di rozza e pagana natura che li distingue e primitiva per noi, ma segnale di un epoca, la nostra. Il nostro tempo è oggi per domani. La forza del nostro passato è nel futuro.  
 
Lumiere 

neo.lumiere@ email. it
 

Scritto da Visitatore il 2006-02-18 20:02:10
L'analisi dell'amico Zona è molto cruda e violenta...........ma è la pura e santa verità! 
Occorre più "odio" ! 
nasone 
Non sono daccordo
Scritto da masaniello il 2006-02-18 19:35:49
Intanto c'è da dire che un partito è una formazione politica che si attiene alla legge. La legge prevede per i partiti la possibilità di esprimere il proprio pensiero ed il proprio programma. (Cosa non prevista per l'associazione) 
Il dubbio è un altro e pongo il quesito capovolto alla M. D'Azeglio: bisogna capire se Napoli vuole o non vuole riappropriarsi della propria dignità, o se invece stà bene così. Il resto sono balle.
Scritto da donMICO il 2006-02-18 19:32:20
Scusate il precedente post: 
" Non ghettiziamoci in un partito " 
è stato inviato da me , avevo dimenticato di firmarlo .
Non ghettiziamoci in un partito
Scritto da Visitatore il 2006-02-18 16:22:46
A mio modesto parere la creazione di un forte partito del Sud ,lo porterà ad essere sistematicamente boicottato da tutti i potentati nazionali . 
La via migliore ,in questo senso ,sarebbe di polverizzare i nostri ideali in ogni partito già esistente: provocando un implosione delle nostre idee all'interno stesso di queste organizazioni . 
Non lamentiamoci , agiamo ognuno alla propria scala di possibilità . Con un unico partito la strada sarà bloccata e ci confineremo in una percentuale di consensi che non puo assicurare lo sbocciare di una nuova identità nazionale .
I soldati semplici
Scritto da masaniello il 2006-02-18 11:20:20
Caro Zona, 
tu che mi conosci meglio di altri, sai quanto io possa essere meritevole o meno di fiducia, ed è con questo convincimento che intendo rispondere alla tua giusta e condivisibile lamentela. 
Comincio col dirti una cosa che a te e forse ad altri dispiacerà: sono convinto da tempo, che l’ideologia del partito, con la politica non c’entra più nulla! Non mi pare il caso qui, di disquisire su questi aspetti dimostrabili dall’annessione ad oggi. 
Il punto su cui bisogna lavorare è più difficile di quanto si possa credere, perché è dentro di noi. E mi spiego: se una qualsiasi associazione culturale, metti il caso la nostra, volesse fare politica a favore del sud, sapendo che tutti e ripeto tutti i partiti dell’arco costituzionale sono schierati contro di noi, con chi dovremmo allerarci? Giornali e tv sono contro di noi. Dove trovare i mezzi per comunicare? Per il momento c’e solo la rete. 
Le scelte sono due: o si rinuncia a fare politica con la certezza che le cose cambieranno tra altri due secoli, o la facciamo con chi ci da la possibilità di essere visibili e che ci lasci fare: indipendentemente dal suo logo. Quando noi capiremo che tutti i partiti per noi sono uguali:  
s o n o u g u a l i , allora forse capiremo che fare politica con questo piuttosto che con quello, per noi cambia poco o niente. L’importante è farla. Diversamente il tempo, la nostra cultura, la nostra lingua, la nostra musica e tutto quanto di buono abbiamo fatto in passato, passeranno sotto il nostro sguardo e noi troppo tardi ci accorgeremmo di non essere più a Napoli. 
Un cordialissimo saluto da  
Pino 
(nonostante tutto soldato semplice in trincea in terra lombarda) 
 
Scritto da Gonzalo il 2006-02-17 21:21:44
Ciao a tutti, ho appena finito di leggere lo sfogo di Gennaro Zona e sono pienamente d'accordo con lui, gli dico però nella speranza che questo gli porti un briciolo di consolazione che i veri siciliani non stanno con Lombardo e non lo voteranno. 
A tal proposito lo invito a verificare le posizione dei movimenti come L'Altra Sicilia, FNS,Terra e Liberazione. 
 
Purtroppo se non facciamo fronte unico come da tempo auspichiamo noi emigranti ben poco cambierà. 
 
Tuttavia se dovessi fare un resoconto degli ultimi 5 anni direi che è abbastanza positivo e siamo cresciuti parecchio anche come visibilità. 
Ci vuole calma e pazienza che i frutti prima o poi arriveranno. 
 
saluti 
Gonzalo

< Prec.   Pros. >
spacer
Centro Studi
Primati
Risorgimento
Esercito
Eroi
Brigantaggio
1799
Difesa del regno
Sport Sud
Siti dei Tifosi
Compra Sud
Progetto
Galleria
Galleria Immagini
Chi è Online
Abbiamo 86 visitatori online
Utenti
46622 registrati
0 oggi
4 questa settimana
3348 questo mese
Totale Visite
19414278 Visitatori

 
© 2005 Movimento Neoborbonico, via Cervantes 55/5 Napoli.
Tutti i diritti riservati.
spacer