Da quando, lo scorso 29 dicembre, mi sono ufficialmente "schierato" coi neoborbonici, sento che il mio pensiero e la mia azione politica hanno finalmente una base solida e compagni d'avventura validi. La strada gi? percorsa dal movimento in tutti questi anni ? come uno di quei ricchi e preziosissimi fogli di carta prodotti ad Amalfi o in un'altra delle nostre numerose cartiere, con decorazioni dorate e pregevolissima filigranatura. Ed ? pronta perch? vi si scriva sopra la nuova Storia delle Due Sicilie. Esperienze precedenti di partiti politici meridionalisti hanno mostrato solo alcune delle insidie velenose che ci aspettano: il percorso ? senz'altro difficile, in salita e maleodorante. Ma l'obiettivo ? chiaro a tutti: tornare a decidere consapevolmente per il bene della nostra Nazione, nel pieno rispetto di essa. Per? anche nel pi? monolitico dei movimenti, convivono anime diverse. Anime che per? si rifanno alle stesse radici, che nel nostro caso, a differenza di pressoch? tutti gli altri movimenti politico-culturali, non sono ideologiche ma storico-culturali (differenza non da poco). A partire dai medesimi sentimenti di apprezzamento per il governo borbonico e di comprensione della nostra identit? nazionale, si sviluppano naturalmente due approcci differenti: quello conservatore e quello riformista. Ovviamente questa distinzione non ha ALCUN SIGNIFICATO se applicata alla situazione politica attuale, perch? sia i conservatori sia i riformisti neoborbonici vogliono PRIMA recuperare quel filo che ? stato drammaticamente tagliato con l'invasione del 1860. Io credo che il massimo sforzo che i neoborbonici dovranno fare nei prossimi tempi, ? quello di affermare la loro autorevolezza culturale presso la vasta platea mediatica, e non accontentarsi pi? di mezzi modesti o di penetrazione marginale. Una volta conquistata quella necessaria ampia visibilit?, tutti gli stadi di ricerca e preparazione della nuova classe dirigente duosiciliana saranno percorsi pi? in fretta e pi? facilmente. E la mia grande speranza ? riuscire ad impedire che si festeggino serenamente i 150 anni di questa dannata colonizzazione italiana. Mario Bellotti |