Egregio Direttore di "Gente"dr.Aprile,prima di tutto mi presento:il mio nome ? Giovanni Salemi,sono un medico ed abito a Capua. Ho letto solo ieri il Suo editoriale sul numero 44 del Suo giornale.Lei intitola quello scritto "Ma la Calabria ? Italia?" ed esprime tutto il suo sdegno giusto e sacrosanto,mi sembra di sapere che Lei sia calabrese,verso quella situazione di malavita che? ? in essere in quella regione.Io non so quanto questa situazione? dipenda da organizzazioni criminali ,n? quanto queste siano in realt? presenti,n? quanta sia la loro responsabilit? nel malaffare in genere che,purtroppo,arriva fino all'assassinio. Certo ? per? che quella espressione del Presidente Ciampi :" Calabresi l'Italia ? con voi " dalla quale Lei parte per esprimere il suo pensiero,mi sembra strana.Intanto si pu? pensare che i calabresi non siano italiani !D'altra parte che si intende per italiani? Se si vuole con tale termine indicare gli abitanti della penisola va bene,ma se si vuole indicare gli appartenenti ad una nazione non va bene per niente ,per il semplice motivo che la nazione non c'?.Ed il motivo per cui la nazione non c'?,Lei lo ha accennato ed anche pi? che accennato,e vale per tutto l'antico Sud :la Calabria era sede di fonderie, miniere, fabbriche siderurgiche,oltre che di altre attivit? di tipo industriale,anche se articolate su base familiare come era uso in quei tempi lontani,quale per esempio la produzione e tessitura della seta (si possono citare paesi come Mongiana e localit? come Ferdinandea per l'attivit? siderurgica e Tiriolo dove ancora oggi si preparano gli scialli di seta,"i vancali"). Tutto questo,come Lei ha scritto,cos? come tante altre cose,e non solo in Calabria,venne distrutto,letteralmente distrutto o asportato dopo la conquista piemontese del 1860,portando quel senso di disagio,di vita precaria,di miseria che certamente dette luogo a quella emigrazione selvaggia prima verso le Americhe e poi,e continua ancora,verso paesi europei e verso il nord dell'allora mal costituito(perch? fatto con la prepotenza,la frode e la violenza) Regno d'Italia. E' facilmente comprensibile che tale stato di cose favor? inoltre moltissimo lo sviluppo di attivit? delinquenzali. A tali errori non si ? poi mai pi? portato rimedio,perch? commessi nel nome di una idea unitaria ,che certamente non apparteneva al popolo,non potevano essere corretti senza intaccare il tab? dell'unit? italiana. Conseguentemente non si ? mai pensato di ridare senso di identit? e di dignit? a popolazioni che erano state ridotte a "colonia " e che tali dovevano ormai rimanere per continuare a favorire popolazioni pi? fortunate. Questo,chiaramente ? un discorso che vale per tutto il Sud antico,cio?? per quelle popolazioni che "d'autorit?" da regnicole perch? appartenenti ad uno stato indipendente,si trovarono ad essere? provinciali appartenenti ad uno stato che non conoscevano. Siamo arrivati al 2005 e intanto si continua? sempre sulla stessa linea: promesse, cerimonie, visite ufficiali con saluti,sciarpe, gonfaloni, commozioni, ecc., ma nulla si fa e neanche si dice? che sia utile a far conoscere al popolo la vera verit? sul suo passato, cosa questa che servirebbe sicuramente a far riaccendere quell'orgoglio meridionale tanto mortificato. Mi perdoni,Direttore,di aver abusato della sua pazienza? scrivendo una lettera tanto lunga,ma l'argomento brucia e merita che se ne parli.La prego, pubblichi questa? mia: certamente accenderemo la curiosit? e ne parleremo tra meridionali. Lei avr? reso ancora un servigio alla sua regione ed insieme lo avremo reso a tutto l'antico Sud !? Grazie! Giovanni Salemi?? |