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Associazione culturale Neoborbonica
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Risorgimento



Fabrizio Ruffo PDF Stampa E-mail

Fabrizio Ruffo

Fabrizio Ruffo

Fabrizio Dionigi Ruffo (San Lucido, 16 settembre 1744 - Napoli, 13 dicembre 1827), cardinale e statista,è famoso per aver creato il Movimento Sanfedista, e comandato l'Esercito della Santa Fede, principale arma del leggittimismo antigiacobino che segnò la fine della Repubblica Partenopea del 1799.

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Real Albergo dei Poveri PDF Stampa E-mail

Il Reale Albergo dei Poveri

La formidabile struttura di 103 mila metri quadri realizzata nella metà del '700 per volere dei Borbone , troverà finalmente, dopo una serie di tentativi più o meno riusciti , una sua destinazione definitiva.

L'Albergo dei Poveri, opera di Ferdinando Fuga, fu realizzato nel 1751 su incarico di Carlo di Borbone, che  di pari passo con la realizzazione da parte di Vanvitelli della grande Reggia di Caserta - voleva un edificio che potesse ospitare tutti i poveri del Regno.

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L'Albergo doveva quindi rappresentare, nell'idea di re Carlo , un simbolo: il simbolo della "pietà illuminata" della casa dei Borbone verso i propri sudditi.

Dopo aver scartato diverse proposte per la dislocazione della struttura, fu scelta un'area strategica situata tra la principale arteria che si dirigeva verso l'entroterra ( la via del Campo, o Caput de Clivio, oggi Capodichino) e via Foria, che doveva diventare uno degli ingressi principali della città.

Il "Pauperum Hospitium" prevedeva una pianta rettangolare, con cinque cortili interni di cui quello centrale inglobava una chiesa; tuttavia l'edificio non venne completato secondo il progetto, ma fu realizzato in forma semplificata, eliminando i due cortili più esterni, e quando nel 1819 i lavori furono sospesi definitivamente, la struttura realizzata era solo poco più della metà di quella progettata.

Negli ultimi anni sono stati compiuti diversi interventi nell'ambito di un programma di restauro del palazzo, di cui una parte è stata poi utilizzata per ospitare mostre, convegni, rappresentazioni teatrali e concerti.

Ely Demarco

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Real Sito di Carditello PDF Stampa E-mail

Real Sito di Carditello

S.Tammaro (CE)

Il Real Sito di Carditello  un complesso architettonico di grande valenza storica e culturale della metà del '700, voluto da Ferdinando IV di Borbone come Sito Reale, o Reale Delizia.
Carlo III la usò essenzialmente per l'allevamento di cavalli e per la caccia, perchè gli acquitrini della zona costituivano l'habitat ideale per alcune specie di volatili.

Ben presto, cominciarono a giungere da Carditello derrate di ogni sorta per le esigenze della corte e "mozzarelle", il gustoso formaggio filato ottenuto con la lavorazione del latte di bufala.
I Borboni prestavano molta attenzione all'allevamento del bufalo, tanto da creare un allevamento nella tenuta reale di Carditello dove nella metà del '700, insediarono anche un caseificio.
Per accogliere il sovrano e i membri della sua famiglia si ritenne poi particolarmente utile far progettare dall'architetto Francesco Collecini, una palazzina, le dipendenze agricole ed una chiesa.
A partire dal mese di marzo del 1784, i lavori delle Reali Fabbriche riguardarono progressivamente la costruzione dello stallone, della scuderia, dell?abitazione dei vaccari, della stalla delle bufale, della torre dove avveniva la manipolazione dei latticini, del granile sopra la scuderia dei cavalli, e di altri comodi per l'agricoltura.

Ai due lati del casino si trovano otto torri utilizzate ai piani superiori, come abitazioni per gli abitanti del sito. Precede il sito un ampio stadio, usato per le feste campestri e le corse dei cavalli, mentre due vaste corti quadrate delimitano il retro.
Ricchi gli apparati decorativi del corpo di fabbrica centrale su due livelli, coronato da un loggiato scoperto. Oggi il sito conserva parte degli affreschi originari superstiti.

Nei due corpi laterali è allocato il Museo dell'agricoltura meridionale, un complesso di strumenti, di utensili e di arredi che caratterizzarono, per alcuni secoli, il modo di vivere e di lavorare nella fertile campagna casertana.
Aperto nel 1978, il museo raccoglie torchi, macine, carri, telai, aratri etc. che documentano aspetti della civiltà agricola meridionale, con particolare attenzione alla produzione del vino, dell'olio e della canapa.

Attualmente la tenuta è interessata da opere di risanamento statico curate dalla Soprintendenza per i Beni Ambientali, Architettonici Artistici e Storici di Caserta e del Consorzio di Bonifica del Bacino Inferiore del Volturno.

La ristrutturazione prevede un museo, sale e residenze per centro congressi con sezioni didattiche, ed allestimenti temporanei gestiti anche da privati.

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I regi lagni PDF Stampa E-mail

I REGI LAGNI

di Virginia Vessa

I regi lagni costituiscono una grande, illuminata e meritoria opera di ingegneria idraulica, che, per importanza, grandiosità e innovativa concezione, rappresentarono nel 1610 una delle più importanti opere  in tutto il Regno di Napoli (le prime opere per regolarizzare le acque del fiume Clanio, però, risalgono al 1539).

Furono costruiti nel giro di 6 anni, dal 1610 al 1616, in tutto il territorio, circostante al Vesuvio e fino al Volturno, che oggi ricade nelle province di Napoli, Salerno e Caserta, e furono continuamente potenziati nel corso dei secoli con nuovi canali, nuove cadute, nuovi percorsi di aggiramento degli abitati, nuove diramazioni, per migliorare l?irrigazione dei campi e per meglio alimentare i numerosi mulini ad acqua diffusi nella zona soprattutto nel territorio di Torre Annunziata. (Per questo motivo sono indotta a pensare che alcuni dei canali captassero continuamente l'acqua dall'interno della montagna attraverso perforazioni che, nel tempo e per qualche motivo, sono state otturate). A ridosso dei monti circostanti avevano anche il compito di proteggere gli abitati intercettando trasversalmente l'acqua dagli impluvi della montagna per dirottarla e per annullarne o ridurne gli effetti talvolta devastanti

Infatti se si osserva l'evoluzione storica dell'abitato di Siano, si nota che nel '600 ben due canali, notevolmente distanziati e paralleli fra di loro e con capienti vasche di espansione lontane dall'abitato di allora, furono costruiti trasversalmente ai piedi della montagna, a protezione dell'interno abitato, per intercettare una prima ed una seconda volta, appunto, le acque provenienti dagli impluvi naturali. Con la crescita dell'abitato il canale più a valle fu coperto da una strada pur conservando al di sotto la funzione di trasporto delle acque di superficie, e l'altro, più a monte, fu presto raggiunto da nuove e sempre più numerose abitazioni. Oggi alcune di esse sono anche oltre questo canale.
Ed è nelle abitazioni a ridosso della montagna e di questo primo canale, che, a causa dello sfondamento delle pareti ad opera di tronchi e di massi, si sono avute le 5 vittime di Siano.
Era venuta a mancare la funzione propria dell'opera di ristrutturazione fatta dagli Spagnoli e continuata dai Borbone! Analoghe situazioni si hanno negli altri comuni colpiti; addirittura l'ospedale di Sarno è sorto su uno dei canali diventando bersaglio naturale delle acque naturalmente convogliate su di essi. L'ipotesi che i detriti accumulati nei canali per cattiva manutenzione abbiano determinato la tragedia è da scartare, secondo me, perchè, pur riducendone la portata, non ne annullano la capacita di convogliamento delle acque, e poichè gli scempi del maggio 1998 sono cominciati da 800 e 600 m di quota dove i canali non arrivano (e le vittime si sono avute quasi sempre a monte degli abitati, come a Siano) il loro stato di manutenzione, pur deprecabile, è ininfluente sulle cause dell'alluvione, che sono endogene e non esogene.
Cosimo Giordano PDF Stampa E-mail

CAPORAL COSIMO

di Luisa Sangiuolo

da: "Il Brigantaggio nella Provincia di Benevento 1860-1880" De Martino, Benevento, 1975

I.

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