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Brigantaggio  Con il termine "Brigantaggio" la storiografia risorgimentale ha da sempre indicato e descritto quel movimento di liberazione popolare che si lev? spontaneamente nel Sud d'Italia all'indomani della spregiudicata Unit? realizzata dai Savoia. Per molti anni i briganti sono stati considerati alla stregua di comuni criminali, anarchici e sanguinari, quando avrebbero dovuto ricevere tutt'altre considerazioni. Chi lotta e muore sotto una bandiera, difendendo la propria nazione dall'invasore nel nome del suo Re legittimo non pu? essere considerato che un patriota ed eroe cui devono essere rivolte soltanto parole d'elogio. Questa sezione si propone l'obiettivo di contribuire alla restituzione della dignit? a quelle centinaia di migliaia di briganti che furono barbaramente trucidati dall'invasore piemontese attraverso una breve panoramica storica sul Brigantaggio, una rassegna di documenti e testimonianze dell'epoca e una galleria fotografica, piccola ma efficace.
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Perchè divennero "briganti" |
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Gaeta, 26 maggio 2001 Perchè divennero "briganti" Gennaro De Crescenzo "Merito la morte perchè sono stato assai crudele contro parecchi che mi caddero tra le mani; ma merito anche pietà e perdono perchè contro mia indole mi hanno spinto al delitto. Ero sergente di Francesco II e ritornato a casa come sbandato mi si tolse il brevetto, mi si lacerò l'uniforme, mi si sputò sul viso e poi non mi si diede più un momento di pace facendomi soffrire sempre ingiurie e maltrattamenti: si cercò pure di disonorarmi una sorella, laonde accecato dalla rabbia e dalla vergogna non vidi altra via di vendetta che quella dei boschi, e così per colpa di pochi divenni crudele e feroce contro di tutti ma io sarei vissuto, se mi avessero lasciato in pace. Ora io muoio rassegnato, e Dio vi liberi dalla mia sventura" (1). |
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La città martire di Lauria |
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Note storiche sui fatti del 1806 a cura di Vincenzo Gul? Alla vigilia del bicentenario della strage giacobino-rivoluzionaria di Lauria, occorre rispolverare la nostra memoria incominciando dall'inquadrare quel periodo in relazione alla cittadina lucana. |
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Canti dei briganti cilentani |
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LI BREANTI RE LO RE (da "Canti sociali e politici del Cilento" di Giuseppe Stifano, 1978) Simo breanti re lo Re Borbone e lo Ciliento tutto nui giramo armati re coraggio e de ragione e re li 'nfami i conti regolamo. Tira compagno mio e non sgarrare inta lo centro mira re lo core fa' li gendarmi tutti parpitare come poddastro ra cortieddo more. * Italo Bruno, Cilento in fiamme, 1962, pag. 84, 85 e 86. Michele Topa, I briganti di sua maest?, da Tribuna Illustrata 1961. TU SI' LU GIURICI Tu si' lu giurici re li miei signori, i' so' lo capo re li fuorilegge; tu scrivi co' la penna e dai rulori, i' vao ppe' lu munno senza legge. Tu tieni carta, penna e calamaio ppe' castia' a sti poveri pezzenti, i' tengo povole e chiummo, quanno sparo: giustizia fazzo a chi non tenenienti. |
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Giuseppe Tardio agì nel Cilento tra il 1862 ed il 1863. Originario di Piaggine, ma vissuto a Campora era un uomo molto colto, infatti si era laureato nel 1858, a 24 anni, presso il Reale Liceo di Salerno. Dopo aver preso contatti a Roma con il comitato borbonico si imbarcò da Civitavecchia con trentadue uomini e sbarcò ad Agropoli per fare il capo-brigante anzi "il capitano comandante le truppe borboniche", come lui stesso si definiva. 
A questo gruppo di uomini se ne aggiunsero molti altri, la banda superò di gran lunga le cento unità. Tardio iniziò così la sua opera di sommossa popolare contro il "tirannico e fazioso dispotico regime Sabaudo" proprio da Agropoli e continuando per molti altri centri del Cilento, quali Centola, Foria, Camerota, Celle di Bulgheria, Novi Velia, Laurito, Vallo della Lucania ed altri ancora, a Futani disarmò l'intera guarnigione della Guardia Nazionale. Nei paesi da lui occupati si distruggevano i monumenti, le litografie gli stemmi reali e quant'altro potesse essere riferito al regime sabaudo o a Garibaldi, poi alla folla (che in genere lo accoglieva con simpatia) lanciava dei proclami, invitando i cittadini a schierarsi sotto il vessillo del "legittimo sovrano Francesco II" e ad insorgere contro il tiranno subalpino che aveva ridotto la "seconda valle dell'Eden" (così definiva il Cilento) a "triste contrada di provincia" angariata da tributi e rendendo il popolo nelle condizioni simili ai quelle dei "barbari del settentrione del Medio Evo". La banda affrontata dalle truppe piemontesi alla "Fontana del Cerro", località sopra San Biase, subì un rovescio gravissimo. Il Tardio con i pochi superstiti si rifugiò sui monti di Pruno di Laurino, riorganizzando le fila dei suoi seguaci e rimettendosi in azione nell'ottobre dello stesso anno. La "Comitiva" tenne campagna fino al giugno del 1863, quando fra Stio e Magliano Grande subì un'altra sconfitta ad opera di un attacco congiunto dei Carabinieri e della Guardia Nazionale, ripiegando su Sacco e poi Corleto, dove si sciolse. Del Tardio si persero le tracce, fino a quando tradito da un suo concittadino, venne arrestato nel 1870; al processo scrisse una sua memoria difensiva in cui diceva: "io non sono colpevole di reati comuni poichè il mio stato, il mio carattere e la mia educazione non potevano mai fare di me un volgare malfattore; io non mi mossi e non agii che con intendimenti e scopi meramente politici; talchè non si potrebbe chiamarmi responsabile di qualsivoglia reato comune che altri avesse per avventura perpetrato a mia insaputa contro la espressiva mia volontà e contro il chiarissimo ed unico scopo per cui la banda era stata da me radunata". Venne condannato a morte, ma la pena fu poi trasformata in lavori forzati a vita, morì a 58 anni avvelenato in carcere da una donna, se ne ignora il motivo. |
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Brigantaggio nel Cilento Dopo l'unit? d'Italia nel Cilento, coerentemente con quanto avveniva in tutto il territorio dell'ex Regno delle Due Sicilie, si registrarono intense attivit? reazionarie volte a contrastare l'invasione piemontese portatrice di sciagure e di miserie. Per comprendere il fenomeno che interess? questa regione ? utile aprire una breve parentesi storico - sociale. 
Giov. Ant. Rizzi Zannoni, Provincia di Salerno, Napoli, 1806-1808 |
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