“FIUMI A MARE”: POESIA E PROGETTI PER IL SUD NEL LIBRO DI PIETRO FUCILE. Quello di Pietro Fucile, “Fiumi a mare. Parlando al Sud”, è un libro piccolo ma prezioso. Prezioso perché non è solo piacevole da leggere, sospeso tra analisi, poesia, ironia e amore per la propria terra e la propria gente, ma anche utile. Spesso ci chiedono quali progetti abbiamo o avremmo per il Sud e Pietro Fucile ce lo spiega con
semplicità nelle 100 pagine del suo libro diventato anche un aggiornato e
frequentato blog con lo stesso nome bello e carico di significati.
Pietro Fucile "parla al Sud" e parla a noi, allora, di un mondo di paesi “più o meno piccoli
che ha nutrito e nutre l’anima di tutto il Sud”, di quel Sud fatto di
“zagare, mozzarelle ed aglianico, di tarante, processioni, corredi per
le spose, di muretti a secco, bottiglie di pomodoro o di olio” ma anche
dei finanziamenti pubblici sottratti dal Nord al Sud con annessi
scandali padani e da lì parte con un vero e proprio programma per
salvare il paese al centro dei suoi interessi, Pignataro, usandolo come
paradigma di tutto un programma che potrebbe salvare tutto il Sud. E
così, pagina dopo pagina, ci troviamo coinvolti, come scrive nella sua
bella prefazione Erasmo Venosi, in “un alternarsi seducente di passione e
pragmatismo”. In questo senso si tratta di un libro “geniale”, che
affonda le sue idee in quel “genio locale”, antico e nuovo, in quel
senso di appartenenza che è il vero anello fondamentale e mancante nella
storia del Sud post-unitario. E così vengono fuori i progetti: le
bonifiche, il recupero dei siti inquinati e dei siti archeologici, la
sistemazione e la valorizzazione delle acque, il restauro delle antiche
strade e delle antiche masserie, gli anelli naturalistici, una
metropolitana “leggera” che possa collegare tutti i centri vicini.
Utopie? Speranze vane? Le categorie “pessimisti/ottimisti”, scrive
giustamente Pietro Fucile, non ci competono: a noi compete pensare e
fare tutto quello che potrebbe salvare il nostro territorio e spingere,
come nei bei versi del poeta Franco Arminio che aprono il libro, i
nostri ragazzi a “tornare al Sud”. E si delinea così un’altra strategia:
l’unione dei tanti piccoli centri dell’area con l’ottimizzazione di
relazioni sociali, della rete scolastica, dei trasporti e con le tante
prospettive di sviluppo (“vicini”, “semi”, “inneschi”…) tra
organizzazione economica e orgoglio identitario a partire magari dagli
“input” lanciati nel lontano 1993 proprio da quei neoborbonici
“consapevoli, fieri, sorridenti e responsabili del proprio futuro” ai
quali da tempo Pietro Fucile è vicino in ogni momento. A partire dai
tanti segnali di riscatto che, a macchia di leopardo, si registrano in
tutto il Sud e che, anche grazie a libri come questo, continueranno ad
aumentare fino a diventare un impetuoso e inarrestabile “fiume a mare”… Gennaro De Crescenzo
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